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STORIE DI DONNE E SEDUTTORI

Quell’amore mancato fra Manon e Casanova

La studiosa Zaccaria nel comitato per la cura delle opere del letterato e grande amante. Quest’anno ricorrono i 300 anni dalla nascita: in programma convegni e mostre celebrative

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

13 Luglio 2025 - 09:16

Quell’amore mancato fra Manon e Casanova

Michela Zaccaria durante il convegno in cui ha tracciato la biografia e la storia che lega Manon Balletti a Giacomo Casanova. Dietro, alcuni particolari della mostra dedicata a Casanova

CREMONA - Sorride con una rosa sul petto, un sorriso mesto di bellezza e malinconia: è Maria Maddalena Balletti, meglio conosciuta come Manon (1740 – 1775), nel magnifico ritratto di Jean-Marc Nattier, oggi alla National Gallery di Londra. «Secondo i documenti d’archivio questo quadro si trovava nella salle de compagnie (nel salotto, dunque) del bell’appartamento di rue Petit-Lyon a Parigi, dove Manon abitava con la sua famiglia», spiega Michela Zaccaria, studiosa cremonese di teatro e con un passato di regista che ne ha ricostruito la storia, attingendo a documenti inediti per fare nuova luce sulla figura della giovanissima ‘amante’ di Giacomo Casanova.

LE CELEBRAZIONI

Zaccaria è membro del comitato istituito dal Ministero della Cultura per le celebrazioni dei trecento anni della nascita di Giacomo Casanova, non solo gran seduttore, come vuole la vulgata, ma raffinato intellettuale e pieno esponente della cultura illuminista francese. «Il mio compito all’interno del comitato e della ripubblicazione delle opere di Casanova si lega agli aspetti legati al teatro e alla produzione teatrale – spiega –. In questo contesto ho presentato il mio studio su Manon all’interno del convegno internazionale Casanova Time, tenutosi sull’Isola di San Giorgio Maggiore e a Ca’ Dolfin, organizzato dall’Università Ca’ Foscari Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati e dalla Fondazione Giorgio Cini. Manon è una figura assai interessante sia per il rapporto con Casanova, un rapporto probabilmente platonico, di protezione, sia per essere stata figlia di attori, ma fanciulla educata per poter ascendere la scala sociale. Per delineare la personalità di Manon Balletti e la sua vita senza Casanova ho fatto ricorso alle fonti note, le lettere della ragazza e le pagine dell’Histoire de ma vie, ma soprattutto a documenti di archivio inediti».

Jean-Marc Nattier, Ritratto di Manon Balletti, 1757, National Gallery

ATTRICI E ARTISTOCRATICHE

E per capire il ruolo di Manon Balletti, Zaccaria osserva come «la madre, Jeanne Benozzi detta Silvia, era primattrice e diva della Comédie-Italienne, interprete di successo delle commedie di Marivaux; attori erano il padre Giuseppe Balletti detto Mario, i tre fratelli, gli zii Elena Balletti e Luigi Riccoboni, il cugino, per risalire indietro di almeno tre generazioni – spiega -. I genitori avevano assicurato a Manon una buona educazione presso il convento delle Dames Ursulines de Saint-Denis presso le quali venivano educate le ragazze della buona società francese; e l’avevano promessa al suo maestro di musica, il compositore Charles-François Clément (1720 - 1798), di vent’anni più anziano. Manon era abile nel canto, nella recitazione e sapeva suonare molto bene la chitarra e il clavicembalo. Poco dopo l’arrivo a Parigi di Giacomo Casanova nel 1757, il maestro di clavicembalo fu congedato».


Occuparsi della figura di Manon per Zaccaria è stato un modo non solo per continuare nell’approfondimento della figura della madre di lei, Silvia, cui ha dedicato un’appezzata e premiata ricerca, ma anche per far emergere uno spaccato della storia al femminile del XVIII secolo e del legame fra attrici di teatro e società aristocratica in quello che viene definito il théâtre de société. A tal proposito la studiosa cremonese osserva: «Manon incantava la brillante compagnia col suo talento musicale e la madre Silvia era consapevole che non si trattasse solo di felice convivialità, perché il théâtre de société permetteva alle donne di spettacolo di frequentare l'élite di Corte e in questo modo di contribuire alla ridefinizione del proprio ruolo sociale e della reputazione».


È in questo contesto che vede le aristocratiche difendere la loro superiorità alle comiche professioniste che maturano invidie e pettegolezzi che finiranno col colpire Silvia che sembrava mantenere Casanova, o meglio venirgli in aiuto economicamente. «Silvia e Casanova furono nominati in una relazione della polizia: c’est elle qui l’entretien, è Silvia che lo mantiene, lasciando intendere che fra l’attrice cinquantenne e il giovanotto veneziano fosse in corso una relazione sentimentale», osserva Zaccaria.

Francesco Narici, Ritratto di Giacomo Casanova, 1760 circa, Collezione Giuseppe Bignami

MATRIMONIO SFUMATO

In questo ambito di relazioni e interessi economici si sviluppa la protezione di Casanova per Manon, soprattutto alla morte della madre e al crescere dei debiti, contratti dal padre Giuseppe Balletti. Dai documenti consultati da Zaccaria fuoriesce anche un possibile matrimonio di Manon con Casanova, poi sfumato fra mille questioni di carattere economico che coinvolgono la figura della Balletti e il fratello dello stesso Casanova: «La richiesta al Patriarcato di Venezia dell’atto di battesimo e del certificato di stato libero in data 22 marzo 1759 (segnalato da Furio Luccichenti) sembra confermare l’intenzione di Casanova di convolare a nozze con Manon proprio dopo la Pasqua del 1759, che in quell’anno cadeva il 15 aprile. Questa ipotesi avvalorerebbe la promessa fatta a Silvia sul letto di morte come si legge nell’Histoire de ma vie».


A queste vicende fa seguito il matrimonio di Manon con Jacques-François Blondel, di trentacinque anni più vecchio, vedovo e con due figli adulti, morto nel 1774 e le mai risolte questioni economiche. Osserva Zaccaria: «La vita di Manon senza Casanova è documentata infine da questo ultimo sorprendente documento. Risale al novembre 1775, un anno prima della sua morte. Nel registro della parrocchia di Mesnil-Le-Roi, che si trova nel dipartimento di Yvelines, regione dell’Île-de-France, leggiamo: Il diciassette è stato inumato Antoine-Léger Menaletti di due mesi d’età, morto la vigilia, figlio di François Menaletti e di Marie Magdalene Balletti sua moglie». Dalla ricerca di Zaccaria fuoriesce un mondo, la figura di una donna, giovanissima morta a soli 36 anni, che ebbe fra i suoi protettori Giacomo Casanova di cui si celebrano i 300 anni dalla nascita.

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