L'ANALISI
AL PONCHIELLI
24 Aprile 2025 - 10:57
CREMONA - «Mancano le parole per descrivere questo immenso Francesco. Ci mancherà molto. Io ho avuto il piacere di stringergli la mano una mattina in piazza San Pietro. Mi colpì il suo sorriso, solare e rivolto ai più poveri. Lo voglio ringraziare per quel sorriso e per la sua bontà. Grazie Francesco». Inizia così il concerto di Massimo Ranieri, per la terza volta in tre anni in città con lo show Tutti i sogni ancora in volo. Un ritorno che non ha deluso neppure ieri sera le aspettative di un pubblico fedelissimo e anche stavolta pronto ad affollare un teatro Ponchielli incantato, divertito e commosso per tre ore di canzoni e monologhi.
Showman nel midollo, capace di trasformarsi in eterno ragazzo non appena mette piede sul palco, Ranieri (74 anni a maggio) fa incetta da un canzoniere ricchissimo di classici e racconta tanto di sé.
«Prima di essere il titolo di questo spettacolo - spiega - Tutti i sogni ancora in volo è una frase di una mia canzone. I sogni devono sempre restare in volo. La mia famiglia era povera, dovevamo lavorare tutti. Un giorno mi dissi che anch'io dovevo sognare, in fondo non costava niente. Sono un uomo fortunato e nella mia vita sono riuscito a realizzare tanti sogni; l’ultimo proprio dopo aver incontrato il mio ‘fratellino’ Tiziano Ferro. Mi chiese di cantare con lui, ma io chiesi a lui una canzone da portare a Sanremo».
E infatti parte con Tra le mani un cuore, la cui musica è stata scritta proprio da Ferro, la lunga scaletta del concerto. Una parata di successi che ha incluso anche Erba di casa mia, Se bruciasse la città, Rose rosse, Perdere l’amore. «Neanche nei miei sogni più sfrenati potevo immaginare una carriera come quella che mi è toccata in sorte - ha raccontato -. Dal 1964, anno in cui ho messo piede su queste benedette tavole di legno dette palcoscenico, avrò cantato non so quante canzoni. Ebbene il 90% di queste parla di una sola cosa: l’amore. Io dell’amore sono innamorato assai. Sono fatto così. Ho 74 anni, e sogno di innamorarmi ancora, lo ammetto. Sono un ultrà del colpo di fulmine. Quando mi innamoro lo capisco subito perché è come se mi mancasse il fiato, come se si fermasse il cuore. Anche se lo sappiamo: è il cuore che ricomincia a battere dopo troppo tempo in cui è rimasto fermo».
Fra battute, passi di danza sciolti, aneddoti e occhiate complici al pubblico, Ranieri confeziona anche stavolta uno spettacolo-recital impeccabile, vecchio stile, con tanto mestiere e tanta passione, e per questo incrollabile. Ad accompagnarlo è stata una big band di musicisti formata da Stefano Proietti al pianoforte, Luca Trolli alla batteria, Arnaldo Vacca alle percussioni, le chitarre di Andrea Pistilli e Tony Pujia, al basso Stefano Puglisi, al sax Max Filosi e con le tre cantanti musiciste Cristiana Polegri (sax), Valentina Pinto (violino) e Giovanna Perna (tastiere). Pubblico del Ponchielli entusiasta, applausi prolungati e riconoscente.
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