L'ANALISI
29 Marzo 2025 - 10:07
CREMONA - Giunto al termine, il ventottesimo Viaggio della Memoria lascia gli studenti alle riflessioni di quanto visto, sentito e provato. Oltre seicento studenti da tutta la provincia sono partiti mercoledì mattina in direzione Linz (Austria) per visitare, il giorno successivo, il campo di concentramento di Mauthausen e il memoriale di Gusen sorto nel luogo dove durante la seconda guerra mondiale aveva sede l’omonimo campo satellite. Il Viaggio della Memoria è un progetto unico a livello italiano, reso possibile dall’impegno e dalla dedizione che Ilde Bottoli impiega ogni anno per creare i percorsi in sinergia con la Rete Scuole Superiori della Provincia di Cremona, l’Associazione Nazionale Divisione Acqui e con la collaborazione dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Cremona.
Un alternarsi di emozioni ha contraddistinto la giornata di giovedì scorso, quando gli studenti si sono resi protagonisti della memoria e del ricordo. Al di là del muro del campo, l’aria tesa e il silenzio pesante che avvolgeva le baracche hanno travolto i partecipanti, che si sono limitati a fare qualche scatto fotografico e ad alcuni commenti sussurrati. Si è parlato di indifferenza, ingiustizia, luoghi surreali, un diverso modo di vedere la storia. «Vedere le pagine dei diari e le annotazioni delle SS nei fogli originali è stato molto diverso dal vedere le fotografie online», hanno ammesso i ragazzi.

Una cerimonia commemorativa ha concluso la giornata a Mauthausen: gli studenti hanno guidato il corteo verso il monumento degli italiani e, dopo gli interventi di Roberto Mariani (presidente della provincia di Cremona), Andrea Virgilio (sindaco di Cremona) e Simona Piperno (dirigente dell’IIS Torriani), hanno ricordato i quarantaquattro cremonesi deportati e morti a Mauthausen. Il suono della fisarmonica di David Golfieri (studente del liceo musicale Stradivari) ha concluso la cerimonia, rompendo il silenzio a tratti soffocante che avvolgeva il campo.

Un’esperienza unica, travolgente, fatta in un momento delicato e particolare della vita degli studenti. «Un’esperienza del genere non ricapiterà più», raccontano Giovanni Riccardi e Matteo Migliorati del liceo Dante Alighieri di Crema. «Il luogo che più ci ha colpito è quello in cui avvenivano le esecuzioni perché è una delle parti che è stata meno toccata negli anni». Di impatto anche la stanza dei nomi: «Vedere tutti i nomi elencati uno accanto all’altro dà l’idea della grandezza dello sterminio».

«I problemi nascono quando si smette di ragionare e di vedere che c’è un problema - è il monito fatto dal sindaco Virgilio. La memoria è una scelta, un modo di essere. Includere o escludere, mettere dentro o lasciare fuori, è una scelta fatta di fatica quotidiana».

«L’indifferenza è quotidiana», commenta Sofia Oppido dell’Iis Stanga. «Ci sono persone che ancora non hanno capito».
Anche il confronto tra generazioni è stato evidente: se i ragazzi si sono avvicinati a nuovi e inquietanti dettagli sui campi di concentramento e alla storia recente, gli adulti hanno compreso il peso della responsabilità e del ricordo nei confronti di chi verrà dopo di loro. Ricostruire il passato è indispensabile per renderci consapevoli dei pericoli che stiamo vivendo o potremmo vivere se ci giriamo dall’altra parte: questo probabilmente il messaggio più significativo che i partecipanti si portano a casa e che riusciranno a ritrovare nella quotidianità.
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