L'ANALISI
14 Marzo 2025 - 20:45
Nella fotografia di Francesco Pinzi, un forno crematorio a Mauthausen
CREMONA - Quattordici scuole di Cremona, Crema e Casalmaggiore, undici pullman di cui due doppi e quasi seicento tra studenti e accompagnatori: sono sempre in tanti, tantissimi a partecipare al Viaggio della Memoria organizzato dalla Rete scuole della provincia di Cremona (con il Torriani come istituto capofila) e dall’Associazione nazionale Divisione Acqui e con la collaborazione dell’Ufficio scolastico territoriale. Non è solo il Viaggio - in programma dal 26 al 28 marzo prossimi -, ma il compimento di un percorso di formazione per studenti e docenti che in questi mesi hanno ascoltato storici e testimoni, approfondito e studiato, acquisito consapevolezza e sensibilità.
«Il Viaggio quest’anno ha come destinazione Mauthausen e uno dei suoi sottocampi, Gusen - spiega Ilde Bottoli, referente storica del progetto -. Era classificato di ‘classe 3’, un campo di eliminazione dei prigionieri attraverso il lavoro. Decine di migliaia di persone vi furono deportate per essere costrette, con il loro lavoro schiavile, a mantenere efficiente l’industria bellica nazista. Non solo, ma inizialmente i lavori nella cava di granito servivano anche per le infrastrutture e per la costruzioni di edifici monumentali che dimostrassero la potenza del Terzo Reich che, nelle intenzioni di Hitler, avrebbe dovuto essere millenario».
Mauthausen è in Austria, non lontano né da Linz né dal Danubio né dal confine ceco. La sua storia si lega strettamente all’Anschluss, l’annessione dell’Austria alla Germania hitleriana nel 1938. È infatti nell’agosto di quell’anno che Mauthausen viene aperto. I primi prigionieri erano oppositori politici sia austriaci che tedeschi, ma allo scoppio della guerra l’universo concentrazionario si allarga. Arrivano i polacchi, gli spagnoli, gli italiani, i sovietici e via via tutti gli altri: oppositori politici, omosessuali, detenuti comuni e solo nella fase finale anche gli ebrei.
«Un gruppo di ufficiali sovietici prigionieri, nel febbraio del 1945, riuscì a evadere dal campo - ricorda Bottoli -. Furono ripresi quasi tutti, anche perché nel vicino paese, dove non potevano non sapere cosa succedeva nel campo, quasi nessuno li aiutò a nascondersi e anzi molti collaborarono alla loro cattura. Un aiuto venne dalla mamma di un soldato tedesco, che successivamente disse: «Sono cristiana, aiuto chi ha bisogno». Dei cinquecento protagonisti della grande fuga e della successiva ‘Mühlviertler Hasenjagd’ (caccia al coniglio di Mühlviertel), come venne poi definita l’operazione di ripresa degli evasi, sopravvissero solo in undici.
A Gusen, la condizione quotidiana dei prigionieri schiavi, fu se possibile ancora peggiore. «Purtroppo non c’è più Armando Gasiani a raccontare la sua esperienza - dice ancora Bottoli -. La sua voce è una grande mancanza, i ragazzi che lo hanno conosciuto sono stati molto colpiti dalla sua testimonianza e dal suo modo di raccontare». Gasiani, il partigiano ragazzino che a Mauthausen ha perso il fratello Serafino arrestato con lui è infatti morto nell’estate del 2021.
«Non dimentichiamo - conclude Bottoli - che la deportazione e la vita dei morti nei campi di concentramento nazisti e fascisti sono stati il prezzo della nostra libertà. La seconda guerra mondiale è finita il 25 aprile in Italia, ma nel resto d’Europa è proseguita fino all’8 maggio, giorno della resa incondizionata della Germania nazista». Proprio a Mauthausen, il 16 maggio 1945, giorno in cui è stato rimpatriato il primo contingente di ex prigionieri, si tenne una grande manifestazione antinazista alla fine della quale i superstiti giurarono tra l’altro di continuare a combattere per «un mondo nuovo, libero, giusto per tutti».
«Quest’anno temevamo di non riuscire a organizzare il Viaggio, per lo meno non con queste dimensioni - interviene Simona Piperno, dirigente del Torriani - perché in generale il periodo non è facile e i costi sono aumentati. È tuttavia cresciuto il numero degli sponsor e soprattutto non sono mai venuti meno l’impegno e l’entusiasmo dei ragazzi, degli insegnanti e, naturalmente, delle famiglie. Il tema della democrazia è ancora di stringente attualità e lo hanno capito anche i ragazzi». Ragazzi che hanno lavorato a una mostra storico-documentaria che si potrà visitare nella sala Alabardieri del Comune dal 19 marzo al 7 aprile. Il 20 marzo a partire dalle 9.30, le scuole presenteranno i loro lavori.
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