L'ANALISI
22 Febbraio 2025 - 19:25
CREMONA - Lui che mostra il pugno al suo avversario storico, il sovietico Aleksandr Shaparenko: aveva finto di essere stanco per poi tentare, inutilmente, di sorprenderlo con uno scatto finale. Quell’immagine, una delle tante, una delle più emblematiche, è la copertina di ‘Io, Oreste Perri’ (Cremonabooks), il libro dedicato al canoista cremonese che ha conquistato quattro ori e due bronzi mondiali e partecipato, nella duplice veste di atleta e commissario tecnico, a undici Olimpiadi. Un record o quasi.
Il volume è il frutto della lunga intervista realizzata, in più riprese nella saletta di un ospitale bar del centro, dal giornalista Gilberto Bazoli. Perri ripercorre la sua carriera sportiva e il suo impegno civico parlando di sé come campione e come sindaco di Cremona (dal 2009 al 2014), delle sue vittorie ma anche delle sue delusioni, in un campo come nell’altro. Quattro capitoli scorrevoli e densi di ricordi, volti, retroscena, episodi inediti. Si parte dall’emozione della prima volta in riva al Po. «Era come avere davanti l’oceano. Era immenso, questo fiume che correva veloce. Io che ero abituato ai fossi in campagna». Non mancano passaggi commoventi, come il successo a Sofia nel 1977. «Quello è stato il 10.000 metri più faticoso della mia vita. Sono arrivato primo perché c’erano i miei genitori venuti a vedermi». Ottantacinque pagine, alcune divertenti, compresa quella sulla Coca-Cola, bevuta a massicce dosi, che (lo avrebbe scoperto con il senno di poi) la notte ha tenuto sveglio Oreste ai Giochi di Montreal contribuendo al suo mancato exploit.
Nel secondo capitolo, il Perri allenatore degli assi della pagaia venuti dopo di lui e con lui cresciuti. Uno su tutti: Antonio Rossi. «Era più bravo di me. Io ero più birichino, avevo una grandissima volontà, però non ho osservato sempre una disciplina che forse mi avrebbe aiutato ad ottenere qualche risultato in più».
Nel capitolo seguente l’intervistato ricostruisce i cinque anni come sindaco, la sua nuova avventura, dall’esplosione del drammatico caso Tamoil al sogno del Museo del Violino, dalla spaccatura con la Lega alle scintille con l’opposizione. «Un socialista di centrodestra, antifascista ma anche anticomunista», come si definisce Perri, ha cercato di portare in politica una visione personale, magari ingenua ma di certo innovativa, basata sulla valorizzazione delle competenze e sfociata nella conferma al loro posto di manager pubblici in quota al centrosinistra. Una decisione che prese in contropiede i suoi alleati e creò imbarazzo tra i suoi avversari. Dalle elezioni di ieri, passando attraverso il racconto della sfida persa con Gianluca Galimberti, a quelle del 2024. Con un’incursione nell’attualità, Perri rivela che, alle ultime amministrative, gli è stato proposto di candidarsi ma ha rifiutato «anche perché non ho visto coesione».
Infine, il Perri privato, più intimo, meno conosciuto. Quello nato in campagna, a Marzalengo, e diventato ragazzino all’oratorio del paese, che immaginava la vicina città «come se oggi un cremonese pensasse a Roma». Quello che all’Isef di Brescia ha avuto come compagni di banco altri due futuri numeri uno, Renato Dionisi, nel salto con l’asta, e Ottorino Flaborea, nella pallacanestro. Quello che ha amato smisuratamente il Po ma una volta ha avuto paura del Grande Fiume immerso nella nebbia. «Non vedevo neanche la prua della barca, non vedevo niente, ero in questa ovatta bianca e non sapevo dove stavo andando». L’atleta, il ct, il politico, l’uomo: dimensioni diverse ma che alla fine, come osserva nella prefazione il direttore della ‘Provincia di Cremona e Crema’ Paolo Gualandris, «parlano la stessa lingua, quella della coerenza, del massimo impegno in qualunque atto e gesto, del rispetto per gli altri». Il libro verrà presentato venerdì 28 febbraio 2025, alle 17.30, nella Sala dei Quadri, in Comune, e da lunedì 3 marzo venduto in abbinata con La Provincia. ‘Io, Oreste Perri’ inaugura la nuova collana ‘Cremonesi’ della casa editrice fondata da Fausto Cacciatori.
Una felice intuizione. Chi sarà il prossimo ‘Io’?
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