L'ANALISI
14 Dicembre 2024 - 09:38
Nel riquadro Franco Paroni e un suo dipinto
CASALMAGGIORE - «Ti manderò un bacio con il vento e so che lo sentirai, ti volterai senza vedermi ma io sarò lì»: sono i versi del poeta Pablo Neruda scelti per dare l’ultimo saluto a Franco Paroni, eclettico geometra-artista, artista autodidatta a tutto tondo scomparso ieri all’età di 85 anni. I funerali saranno celebrati lunedì nella parrocchiale di Casalbellotto, suo paese natale.
Pittore, musicista, autore di commedie e poesie dialettali, regista e attore, era fortemente legato alle tradizione della Bassa ma, al tempo stesso, continuamente spinto a imparare qualcosa di nuovo. Nei primi anni Cinquanta, a 13 anni, Paroni aveva iniziato a lavorare come manovale nei cantieri edili della zona sino a intraprendere, una volta raggiunta la maggiore età, l’attività di pavimentista. Suo il sagrato della chiesa del Bibiena di Villa Pasquali.
La passione per il teatro sbocciò in quel periodo, tanto da mettere in scena la prima commedia a soli 16 anni, insieme con l’amico Cesare Pacchiana, Scene calabresi il titolo. Nei decenni a venire, Paroni, ottenuto nel frattempo il diploma da geometra, inizia a coltivar l’amore per la pittura, usando sia la spatola che il pennello, partecipando con successo a molte mostre collettive e personali dedicandosi poi anche alla scultura.
Il suo spirito artistico guardava però lontano, tanto da alternare la sua professione a quella di musicista, suonando la tromba nelle bande di Casalmaggiore e Viadana e nella Fanfara dei Bersaglieri in congedo e trovando il tempo per continuare a coltivare il primo amore: il teatro dialettale.
Esprimendosi nel suo vernacolo casalasco-mantovano, dal 1992 al 1998 Paroni ha diretto la compagnia filodrammatica La Rivarolese di Rivarolo del Re, impegnandosi anche come autore, scenografo, costumista e vestendo pure i panni dell'attore. Fra le sue commedie si possono ricordare Atsé a sióm bèla a post (Cosi siamo già a posto), Al próm amùr al sa smenga mai (Il primo amore non si dimentica mai), Al diál al fà li pügnàti e mìa i cuèrc (Il diavolo fa le pentole e non i coperchi), La fàm e la sfurtüna i và in cumpagnìa secont la lüna (La fame e la sfortuna vanno insieme a seconda della luna).
Negli ultimi anni e prima che gli acciacchi dell'età glielo impedissero, Paroni non mancava mai, con la sua tromba, alle celebrazioni del 25 aprile e del 4 novembre al Monumento dei Caduti a Casalbellotto.
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