L'ANALISI
07 Dicembre 2024 - 19:54
CASALMAGGIORE - Un doppio applauso incornicia l’avvio della stagione 2024/2025 del Comunale: quello a inizio serata che l’assessore alla cultura Marco Micolo e il direttore artistico Beppe Arena hanno voluto dedicare a Giuseppe Romanetti che per trent’anni ha curato la programmazione del teatro e quello finale col pubblico in piedi a omaggiare una commossa Ambra Angiolini, protagonista di ‘Oliva Denaro’, libera riduzione del romanzo di Viola Ardone a cura di Giorgio Gallione, in scena venerdì sera. Dal palco reale il sindaco Filippo Bongiovanni si gode lo spettacolo del Comunale pieno e commenta: «Abbiamo fatto 160 abbonamenti e ci sono persone di Casalmaggiore che hanno deciso di tornare a teatro dopo tanti anni».
La serata di venerdì sembra aver segnato un nuovo inizio, nell’entusiasmo degli amministratori e del pubblico che premia l’idea di un teatro più pop con protagonisti attori e attrici di tv e cinema. Diciamo che l’avvio affidato ad Angiolini – dopo il momentaneo forfait di ‘Delirio a due’ che doveva aprire la stagione – ha dato l’idea del cartellone, offrendo uno spettacolo di grande leggibilità e condivisibile intensità. Una scena semplice che recupera i segni di un contesto rurale di una Sicilia arsa dal sole e dalle convenzioni.
La storia di Oliva Denaro è storia vera, la storia di Franca Viola, adolescente siciliana che a metà degli anni Sessanta fu la prima, dopo aver subito violenza, a rifiutare il così detto matrimonio riparatore e a dire potente e dirompente il suo ‘no’ davanti al giudice. Basta questo per far sì che il racconto abbia in sé un afflato della testimonianza potente e che Angolini sa far proprio con convinta interpretazione. La regia e la drammaturgia di Gallione non rinunciano ai colori oleografici del suo stile in technicolor (si veda recensione a Elio al Ponchielli di qualche giorno fa) e se si accetta questo, si accettano anche certa mimica e una recitazione di sana e robusta descrizione.
Così la giovane Oliva Denaro è all’inizio svolazzante e quasi danza fra le spighe di grano, i sacchi di arance (caduta di stile il tonfo plasticoso delle arance, magari averle vere meglio sarebbe), una levità in abito lungo e azzurro che trova una sua drammatica intensità nel lento proseguire della maturità e del dramma che Angiolini sa gestire con credibile precisione, senza mai scadere nel didascalico e attenendosi al gioco dei ruoli, calibrato nel cambiamento dei toni di voce. E poi il colpo di teatro è la discesa in platea per dire quel no davanti al giudice, quel ‘No’ che non accetta di passare sotto silenzio la violenza e che Ardone/Gallione e Angiolini condividono a pochi metri dal pubblico, chiedendo un coinvolgimento quasi fisico.
Angiolini si commuove, piange e raccoglie il caloroso e lunghissimo applauso del pubblico in piedi dicendo: «Vi ho sentiti, mi avete trasmesso un’energia pazzesca. Sarà che oggi in basso ho il mestruo, so che non dovrei dirlo, e rovinare tutto, ma mi sono commossa, portatevi a casa questo No, questo compito a non tacere. E voi uomini sappiate tenere la distanza quando le donne dicono No!». E la fila al camerino per congratularsi con l’ex ragazza di Non è la Rai (non ce la si è fatta a non citare la trasmissione di Boncompagni) è lunghissima e commossa.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris