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L'INTERVISTA

So-Ock Kim: «Cari ragazzi, date tutto alla musica»

La violinista, docente alla Royal Academy of London, protagonista a Casa Stradivari

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

27 Novembre 2024 - 08:58

So-Ock Kim: «Cari ragazzi, date tutto alla musica»

CREMONA - L’incontro fra liutai e musicisti è di casa in corso Garibaldi, laddove Antonio Stradivari visse con la prima moglie e creò alcuni dei suoi capolavori. Nei giorni scorsi la violinista So-Ock Kim, docente della Royal Academy of Music di Londra, ha tenuto una masterclass per i liutai di Casa Stradivari e per una quindicina di giovani musicisti provenienti da tutta Italia e non solo. «Si è trattato di un primo incontro - spiega Fabrizio Von Arx, direttore artistico di Casa Stradivari -. L’idea è quella di far incontrare i nostri liutai con grandi musicisti, ma anche aprire le porte a giovani concertisti perché possano incontrare chi costruisce violini e al tempo stesso fare lezione con grandi violinisti. Una volta al mese So-Ock Kim sarà in città. Io mi alternerò con lei e il gruppo di studenti sarà a Cremona per frequentare le nostre masterclass e al tempo stesso confrontarsi con i nostri liutai in bottega». So-Ock Kim ha pernottato lo scorso fine settimana a Casa Stradivari, vivendo una full immersion liutaria e musicale non così usuale.

Che effetto le ha fatto?
«Sono molto onorata di insegnare in un luogo così storico, in cui ha vissuto il grande maestro liutaio e in cui oggi vengono creati nuovi violini. Per gli studenti dovrebbe essere fonte di ispirazione trovarsi in un ambiente simile, diverso da un normale studio o aula».

Qual è il legame che si instaura fra musicista e strumento?
«Lo strumento è la nostra voce e il mezzo con cui esprimiamo tutto ciò che vogliamo trasmettere attraverso la musica. È una relazione vera e propria che si costruisce nel tempo e cambia di giorno in giorno, nei mesi e negli anni, sviluppando un legame sempre più profondo. A volte può succedere anche il contrario, quando si supera un certo tipo di relazione o si sente il bisogno di un cambiamento, proprio come accade nelle relazioni umane. Alcune persone trovano il partner giusto per tutta la vita e si sentono soddisfatte, altre sentono la necessità di cambiare. È una continua ricerca del perfetto equilibrio e della simbiosi in una relazione. Quando si trova quel rapporto ideale, si prova un’immensa soddisfazione, libertà, piacere e gioia nel poter esprimere tutto ciò che si immagina, sente e desidera attraverso il suono».

E in particolar modo cosa vuol dire suonare uno Stradivari?
«C’è un vero e proprio alone di mistero attorno a maestri liutai come Stradivari e anche ad altri come Guarneri del Gesù o Bergonzi per i violini, e Montagnana o Goffriller per i violoncelli, che hanno creato strumenti magici. Questi strumenti non solo sono sopravvissuti al passare del tempo, ma possiedono una qualità speciale che non può essere replicata, nemmeno con tutte le tecnologie moderne di cui disponiamo oggi. Ovviamente non tutti gli Stradivari sono uguali; molto dipende dall’assetto dello strumento, dall’archetto e, naturalmente, dall’esecutore e dalla tecnica impiegata. Esistono ottimi liutai moderni e molti contemporanei di questi grandi maestri, ma forse è il genio combinato al passare del tempo che ha fatto maturare alcuni strumenti fino a renderli straordinari, conferendo loro un’anima e una complessità uniche. Quello che amo di alcuni strumenti è la combinazione tra un tono glorioso, libero e aperto, e una profondità, ampiezza, varietà di colori, texture, proiezione e potenza. Hanno la capacità di suonare con qualità eccellente anche nei passaggi più delicati, in qualsiasi gamma dinamica. Alcuni violini Stradivari che ho suonato possiedono tutte queste qualità, e trovare strumenti che le combinino tutte è davvero raro».

Che differenza c’è fra un violino contemporaneo e uno antico?
«Non credo si possano fare paragoni, perché ho suonato alcuni violini contemporanei di altissima qualità e altri meno buoni, e lo stesso vale per gli strumenti antichi. Come ho detto, ci sono molti fattori che determinano che uno strumento suoni bene: lo stato di conservazione, il setup, il liutaio e il suo stile. È raro che un liutaio riesca a mantenere la stessa qualità in ogni strumento, dato che variano e molti, come Stradivari, amavano sperimentare con modelli diversi. A volte trovo che alcuni strumenti moderni possano essere più ‘potenti’ o brillanti, con una buona proiezione, forse perché sono più nuovi e questa è una caratteristica molto richiesta oggi rispetto al passato, quando si suonava meno frequentemente in grandi sale da concerto. Tuttavia, a volte mi manca una certa qualità, profondità e complessità che adoro in alcuni grandi strumenti antichi. È interessante notare come, ascoltando alla radio senza sapere chi sta suonando o che strumento viene usato, si possa percepire la straordinaria qualità di un determinato strumento, senza pregiudizi».

Lei ha incontrato giovani violinisti in questa masterclass. Che cosa consiglia a chi vuole intraprendere la carriera musicale?
«Siate appassionati, curiosi e date tutto alla musica, prima di tutto, e al vostro strumento. Conoscete tutto quello che potete sulla musica, sul compositore, sulle sue opere e le sue influenze. Abbiate consapevolezza della storia, dell’architettura, della letteratura, della poesia e dell’arte. Immergetevi nella conoscenza, nelle lingue, non solo nel senso musicale, ma anche per dare contesto a ogni opera che suonate e approfondite. Conoscete ogni nota e indicazione nello spartito, crescete e maturate come esseri umani e artisti, oltre che come performer e strumentisti».

Quale è il pregio che bisogna avere?
«Curiosità, tenacia, passione, ossessione, intelligenza e pazienza».

Che rapporto c’è o si instaura fra musicista e liutaio?
«I grandi liutai sono estremamente importanti per i musicisti. La loro arte e conoscenza dello strumento possono trasformarne il suono e la sensazione in un istante. Ho ottimi rapporti e una gratitudine immensa verso i meravigliosi liutai che si prendono cura degli strumenti, li restaurano e li proteggono per il futuro».

A cosa devono prestare attenzione nel costruire strumenti i giovani eredi di Stradivari?
«Non sono una liutaia e non mi permetterei mai di dettare o suggerire qualcosa a qualcuno senza avere alcuna competenza in materia. Tuttavia, forse trovare una qualità unica, propria, e padroneggiare una forma con sperimentazione e tanta pratica è qualcosa di molto generale che si applica a ogni aspetto della vita. Ogni musicista è un individuo, vuole un tipo di suono diverso e suona in uno stile completamente unico; per questo esistono tanti liutai e strumenti che si adattano a una vasta gamma di esecutori. Credo che sia importante essere sé stessi, autentici, e padroneggiare la propria arte attraverso l’abilità, la conoscenza, l’esperienza e l’apprendimento».

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