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I Carabinieri e la Resistenza: «L’Arma con le istituzioni»

Al Torriani venerdì 8 il convegno sul ruolo nella guerra di Liberazione organizzato dal comandante provinciale Sambataro

Barbara Caffi

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bcaffi@laprovinciacr.it

04 Novembre 2024 - 10:09

I Carabinieri e la Resistenza: «L’Arma con le istituzioni»

CREMONA - Salvo D’Acquisto non aveva neppure 23 anni, tutta la vita ancora da vivere. Alberto La Rocca di anni ne aveva 20, compiuti da poco. Con lui, in un giorno d’estate del ’44, sono morti Vittorio Marandola, 21 anni, e Fulvio Sbarretti che aveva la stessa età. E poi tutti gli altri di cui non si ricorda il nome: sono stati migliaia i carabinieri che hanno partecipato direttamente alla guerra di liberazione, spesso in prima linea. Fedeli alle istituzioni (e al re), vicini alla gente che hanno difeso a volte anche a costo della vita, e contro i nazi-fascisti: a ‘L’Arma dei Carabinieri nella Guerra di Liberazione’ è dedicato il convegno che si terrà venerdì prossimo a partire dalle 10.30 nell’aula magna del Torriani. Lo ha voluto e organizzato il colonnello Paolo Sambataro, comandante provinciale dei carabinieri, perché «è importante lavorare per la memoria e trasmettere certi valori». «Mi rivolgo soprattutto ai giovani - dice - perché penso sia importante avere degli ideali, credere in qualcosa. L’idea del convegno nasce dal desiderio di far conoscere un episodio poco noto della Resistenza cremonese avvenuto nell’estate del 1944. Me ne ha parlato Valeria Leoni, direttrice dell’Archivio di Stato e abbiamo deciso di ricordarlo e valorizzarlo».

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Non solo Cremona, però. Il convegno intende richiamare alla memoria il ruolo che l’Arma ha avuto nella Resistenza a livello nazionale. Un ruolo costellato di episodi gloriosi e di molti caduti nell’oblio. Salvo D’Acquisto che, il 23 settembre del ’43 pochi giorni dopo l’armistizio di Cassibile, si sacrifica per salvare ventidue persone dalla fucilazione, è sicuramente l’eroe-bandiera, ma il suo non è stato il solo caso. Il 12 agosto del 1944 - lo stesso giorno in cui a Sant’Anna di Stazzema tedeschi e fascisti trucidarono 560 civili, tra cui una neonata di venti giorni - a Fiesole, i carabinieri La Rocca, Marandola e Sbarretti si consegnarono ai tedeschi per salvare dieci condannati a morte. Inoltre, sei carabinieri (sei ufficiali, tre sottuficiali e tre militari dell’Arma) sono tra le vittime delle Fosse Ardeatine, e un po’ ovunque in Italia i carabinieri hanno partecipato attivamente alla guerra di Liberazione. Qualcuno entrò direttamente nella Resistenza - celebre è stata, per esempio, la Banda Gerolamo -, altri ebbero un ruolo più legato all’intelligence, dando notizie preziose alle formazioni partigiane, cercando di prevenire i rastrellamenti, difendendo sempre e comunque la popolazione al punto che né gli occupanti tedeschi né i repubblichini si fidavano dell’Arma. «Dopo l’8 settembre - ricorda Sambataro - i carabinieri sono rimasti fedeli alle istituzioni e vicini alla popolazione civile. Il tributo di sangue è stato molto alto». I numeri sono evidenti: 2.735 militari caduti in soli venti mesi di lotta partigiana a cui si aggiungono 6.521 feriti. Ma i numeri non dicono mai tutto, non raccontano il dolore, la sofferenza, i lutti. E non raccontano il perché delle scelte compiute, il senso di giustizia e il desiderio di libertà.

Al convegno interverranno il provveditore Imerio Chiappa, il vescovo Antonio Napolioni, il sindaco Andrea Virgilio e il prefetto Antonio Giannelli per i saluti istituzionali. L’inquadramento generale del contesto storico spetterà a Gianluca Albergoni, docente di Storia contemporanea all’Università di Pavia-Cremona, mentre Valeria Leoni, direttrice dell’Archivio di Stato, e lo storico Fabrizio Superti parleranno dell’episodio cremonese del 14 agosto 1944. Il colonnello Sambataro parlerà dell’impegno profuso dall’Arma, accompagnato dalla proiezione di immagini relative a interviste ad alcuni ostaggi salvati da Salvo D’Acquisto e di un video intervento di Massimo Ranieri, che ha interpretato il vice brigadiere. Del Codice penale militare italiano e della repressione dei crimini commessi dai nazisti in Italia parlerà invece Vincenzo Santoro, presidente del Tribunale militare di Verona. Il convegno, moderato da Paolo Gualandris, direttore del quotidiano La Provincia, sarà concluso da due rappresentanti degli studenti che interverranno sul valore e il significato della memoria degli accadimenti bellici per un ragazzo dei nostri giorni e dell’esperienza del Viaggio della memoria.

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