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MUSICA

Troussov, lezioni nella casa di Stradivari

Masterclass di violinisti tra tradizione e innovazione

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

01 Ottobre 2024 - 10:51

Troussov, lezioni nella casa di Stradivari

Gli studenti della Masterclass in Sala Manfredini per il concerto finale

CREMONA - Imbraccia il suo Andrea Guarneri e ne pizzica le corde. Seduto con lo spartito sul tablet, osserva la sua allieva — una dei sette giovanissimi violinisti che hanno partecipato alla masterclass in Casa Stradivari —, ne controlla il movimento, l’uso dell’archetto, l’arcata, il gesto, la postura. Si ha la sensazione precisa di avere un privilegio: assistere a come nasce l’interpretazione di un pezzo, vedere come la sensibilità del maestro si trasfonda all’allieva attraverso i gesti, sul terreno comune del suono che si fa pressione delle dita sulle corde, postura dell’archetto. Lo sguardo di Kirill Troussov è attento, il suo archetto fende l’aria, le sue indicazioni arrivano in maniera garbata, ma precisa, ora in tedesco, ora in inglese. Sono arrivati da tutto il mondo per la masterclass col virtuoso di origine russa: da Romania, Grecia, Slovenia, Cina, Germania e Giappone. Tre giorni per tre lezioni ciascuno e in più il confronto con i giovani liutai Francesco Panazza, Alberto Luca Stella e Louis Marin che da oltre un anno lavorano in Casa Stradivari, secondo il progetto della fondazione omonima di cui è direttore artistico Fabrizio Von Arx. In Casa Stradivari al primo piano si alternano i ragazzi, mentre sabato pomeriggio nella bottega a piano terra Troussov e i suoi allievi della masterclass hanno suonato e provato i violini dei giovani eredi di Stradivari.

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«Essere qui ha qualcosa di magico — afferma il violinista russo —. Ho potuto insegnare qui, ascoltare i violini dei giovani liutai che stanno lavorando dove il massimo liutaio creò. Dormire nella casa che fu di Stradivari ha qualcosa di magico per chi fa musica e suona il violino. Non capita tutti i giorni e a un violinista dà un’emozione che è difficile raccontare».

Che il genius loci abbia il suo influsso sembra confermarlo l’analisi che Troussov fa degli strumenti dei liutai: «Hanno fatto due violini uno di seguito all’altro e ora stanno lavorando alla viola — racconta —. La cosa incredibile è che tutti gli strumenti avevano una loro precisa personalità, ribadita in entrambi gli esemplari creati in questo anno di workshop sotto l’egida di Fondazione Casa Stradivari. Ma al di là del mio parere è stato bello vedere i miei allievi provare i violini e confrontarsi con i liutai. Il rapporto fra liutaio e musicista è qualcosa di speciale, si cresce insieme, insieme si cerca la bellezza del suono».

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Mentre Troussov parla Von Arx vede realizzato il progetto di Casa Stradivari: «È questo che andiamo cercando: la possibilità che musicisti e liutai s’incontrino, cooperino per fare musica, per trasformare il gesto, la pressione sulle corde in armonia che tocca l’anima. Sabato pomeriggio ho visto i nostri tre ragazzi felici, ascoltare la voce dei loro strumenti con grande emozione». La chiusura della giornata conclusiva della masterclass di Troussov è stata affidata al concerto che ha visto confrontarsi maestro e allievi in sala Manfredini di palazzo Affaitati in un concerto che ha trasformato la musica in materia di cui sono fatti i sogni.

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