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Nuova Orchestra Bottesini: Fagone guida l'ensemble

Il maestro: «Talenti da tutto il mondo». Donati: «Qualità e internazionalità». Debutto ufficiale in ottobre a Crema

Greta Mariani

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redazioneweb@laprovinciacr.it

20 Agosto 2024 - 09:58

Nuova Orchestra Bottesini: Fagone guida l'ensemble

Il maestroENrico Fagone (©Giacomo Luca Gabbiani)

CREMA - Orchestra sinfonica Bottesini, made in Crema. La prima realtà musicale dedicata al maestro, che nasce dall’idea del maestro di fama internazionale Enrico Fagone e dall’Associazione cremasca dedicata al genio del contrabbasso, che in questi anni ha fatto rinascere il festival Bottesini e il concorso per giovani talenti, ormai famoso in Italia e all’estero. Ora, anche un’orchestra sinfonica, che da Crema parte per conquistare il mondo. Ne abbiamo parlato col fondatore Fagone, che con la città ha un legame speciale per tanti anni di collaborazione con l’associazione creata da Francesco Daniel Donati e oggi presieduta da Luca Maddeo. «L’Associazione Bottesini ha accolto al volo la proposta di creare l’orchestra intitolata al maestro — commenta Donati — perché va ad inserirsi perfettamente nel nostro duplice obiettivo: valorizzare i giovani talenti e dare voce alla storia musicale del territorio. Aggiungo che lavorare con Fagone è sempre una grande opportunità e una garanzia di altissima qualità e internazionalità».

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Così il direttore artistico commenta la nascita dell’orchestra sinfonica, frutto anche di un percorso musicale e professionale che fin dalle origini dell’Associazione ha messo in dialogo il territorio col panorama internazionale. Una vocazione riconosciuta anche dal primo cittadino di Crema, Fabio Bergamaschi, che ha ribadito come la cultura cremasca viaggi sempre sul doppio binario della valorizzazione del territorio e dell’apertura al mondo.

Da anni la direzione artistica nel concorso internazionale dedicato a Bottesini. Da lì è nata l’idea?

«In realtà; la mia carriera; da direttore; nasce diversi anni fa, da una voglia di crescita musicale, di studio e di approfondimento della musica con un senso più ampio che va al di là di esprimersi con un solo strumento musicale come può essere il contrabbasso. Dopo un percorso di studio terminato in Finlandia con uno dei ‘guru’ della direzione, Jorma Panula, che ha creduto molto in me, ho iniziato la carriera da direttore. Ad un certo momento mi sono reso conto che, senza volerlo, avevo seguito un percorso simile a quello di Bottesini. Confrontandomi a novembre dello scorso anno con Francesco Donati, direttore artistico dell’Associazione Bottesini di Crema, e Luca Maddeo, presidente, abbiamo pensato che, dopo aver fatto emergere in più occasioni il Bottesini contrabbassista e compositore, potevamo chiudere il cerchio ricordando anche il grande direttore d’orchestra che è stato e a cui Verdi affidò la prima di Aida al Cairo nel 1871. Nasce così l’Orchestra Bottesini, un nuovo progetto dell’omonima associazione. Sarà un’orchestra giovanile che continuerà il grande lavoro che l’associazione sta portando avanti da anni per la valorizzazione dei giovani talenti musicali. Il primo agosto ci siamo ritrovati a Crema per la prima prova ed è stato bello per me e per i ragazzi aver ricevuto la visita del sindaco Fabio Bergamaschi per un saluto. Un gesto di attenzione da parte del sindaco che mostra la vicinanza del Comune di Crema alle iniziative della ‘Bottesini’, con il condiviso scopo di valorizzare il territorio attraverso il suo straordinario patrimonio musicale».

«L’orchestra sinfonica in senso stretto, con questa formazione, è la prima a Crema?

«Crema ha un’importante tradizione di bande e so che esistono altre realtà cremasche che sono impegnate lodevolmente nella creazione di ensemble orchestrali. Forse l’Orchestra Bottesini è la prima orchestra sinfonica dedicata al maestro cremasco e credo che il nostro progetto possa inserirsi con grande armonia tra i progetti già esistenti. La musica porta ad altra musica e questo può essere solo positivo».

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Da chi è composta, da quanti elementi? Se non sbaglio tutti giovani talenti già di grande successo.

«Non dimenticherò mai in tutta la mia vita la sensazione, mi viene ancora la pelle d’oca, che ho provato quando ho dato il primo attacco della Sinfonia n.41 Jupiter di Mozart ed è partito il suono nell’Auditorium Manenti, alle prove. Per questi primi concerti siamo riusciti a riunire grandissimi talenti da tutto il mondo, pieni d’entusiasmo e gioia nel fare musica insieme. Per citarne alcuni: Francesca Bonaita (primo violino-spalla), giovane promessa che recentemente ha debuttato alla Carnegie Hall di New York, Lena Yokoyama (spalla dei secondi violini) giapponese di nascita ma cremonese d’adozione, in quanto ex allieva della Accademia Stauffer di Cremona, violino del Trio Kanon, Eleonora De Poi (prima viola), prima viola del Teatro Carlo Felice di Genova, Luigi Visco, primo violoncello dell’Orchestra Cherubini diretta da Riccardo Muti, Fabrizio Buzzi (primo contrabbasso), vincitore del secondo premio all’ottava edizione del concorso Bottesini, collabora con l’Orchestra Filarmonica della Scala di Milano, Michaella Tufariello (secondo contrabbasso), studente alla Juilliard School di New York».

Quali sono stati, dopo le prove all’Auditorium di Crema, i primi impegni dell’orchestra? E quali i prossimi?

«Siamo partiti con l’idea di far debuttare l’orchestra il 27 ottobre, in occasione della finale del nono Concorso Bottesini, ma il caro amico Roberto Codazzi prima dell’estate mi ha chiamato per invitarmi a dirigere un concerto nella sua stagione Festival violinistico internazionale del Garda ‘Gasparo da Salò’. Codazzi si è entusiasmato assieme a me all’idea di ospitare la nostra orchestra e i nostri solisti, il giovanissimo virtuoso Simon Zhu, vincitore del Concorso Paganini 2023 e Fabrizio Buzzi, vincitore del secondo premio al Concorso Bottesini 2022, il quale ha potuto eseguire sul contrabbasso Gasparo da Salò ‘Biondo’, del Museo della città di Salò, un brano che un altro mio caro amico, Ezio Bosso, mi aveva dedicato, ‘Le Notti’ per contrabbasso e orchestra. Non è mancato un brano in prima esecuzione di David Winkler ‘Encore con spirito’, per contrabbasso e orchestra. Nei giorni successivi mi ha contattato anche Angelo Carabelli del festival Musica in Villa a Gazzada Schianno e anche a lui è piaciuto molto il progetto. A quel punto abbiamo deciso di anteporre le due date estive prima del nostro debutto ufficiale a Crema di ottobre».

La scelta di Crema è ovvia data l’intitolazione a Bottesini. É semplice veicolare un nome tanto grande del contrabbasso in una città di provincia o servono molti sforzi?

«L’incredibile lavoro dell’Associazione Bottesini di questi anni, che oltre al concorso per contrabbasso ha creato delle competizioni considerate oggi delle vere e proprie eccellenze internazionali nel mondo della musica classica come il Concorso Lirico Internazionale di Portofino CLIP e il Concorso Monteverdi-Cavalli, ha mostrato a tutti che anche in provincia è possibile sognare e puntare alla qualità. Grazie a questo lavoro di anni e grazie anche al supporto di cittadini illuminati e di un Comune di Crema, con Stefania Bonaldi prima e con Fabio Bergamaschi oggi, sempre sensibile e disponibile, l’Associazione è riuscita ad appassionare la città. Vi posso assicurare che da esterno, anche se inizio a sentirmi sempre più cremasco, è bellissimo vedere i cremaschi orgogliosi del loro Bottesini».

Quale caratteristica ha il contrabbasso che lo distingue da tutti gli altri strumenti?

«Le racconto la mia storia con questo affascinante strumento. Alle scuole medie avevo un gruppo rock e eseguivamo canzoni dei Metallica e Gun’s n Roses. Ad un certo punto decido di provare a intraprendere la strada del Conservatorio. Con grande ingenuità mi presento a Piacenza eseguendo ‘Nothing else matters’ dei Metallica. La commissione mi guarda incredula e dice che sicuramente c’è talento ma non con la chitarra, perché se avessi voluto, a loro sarebbero serviti contrabbassisti. Io mi rifiuto di suonare quello strumento che ha un suono goffo e timido e rifiuto l’offerta. Mentre mio papà mi riporta a casa da Piacenza a Somaglia arrivati sul ponte del Po, grazie al cielo, mi convince a fare l’esame d’ammissione anche per contrabbasso e torniamo indietro. Il contrabbasso ha una voce soave che abbraccia e ci vuole tempo per imparare ad amarlo ma grazie al nostro Bottesini possiamo conoscere i suoi lati più intrinsechi e affascinanti».

Quali sono le sue aspettative nei confronti della nuova orchestra?

«Penso che nel mondo di oggi questo mondo pieno di guerre e contrapposizioni di ogni tipo ci sia sempre più bisogno di bellezza, e per me questa orchestra è bellezza ed espressione di talenti che sono il nostro futuro. Spero che si possa collaborare con tutte le istituzioni locali e si possa programmare una stagione con diversi concerti per avere un minimo di continuità.
Sogno di guardare questa orchestra tra cent’anni come una compagine fissa, un punto di riferimento per i cremaschi per ascoltare musica sinfonica e operistica».

Maestro Fagone, quanto a lei, oltre a direttore della nuova Orchestra Bottesini, quali progetti ha ora all’attivo e dove si colloca principalmente la sua vita professionale?

«Sono in partenza per New York dove dirigerò un programma interamente dedicato a Rachmaninov con l’Orchestra di cui sono direttore musicale dal 2018, Long Island Concert Orchestra, assieme al pianista italiano Alessandro Mazzamuto. Anche lì abbiamo delle grandi eccellenze, membri della New York Philharmonic e giovanissimi della Juilliard e Manhattan School of Music. Dopodiché registreremo lo stesso programma con Mazzamuto dal 3 al 5 settembre con la London Symphony Orchestra. Nel 2023 ho ricevuto una nomination ai Grammy Awards di Los Angeles per un disco alla guida della London Symphony e sono sempre emozionato di tornare con questa grande istituzione, tra le migliori orchestre del mondo. Inoltre, in futuro tantissimi debutti e ritorni importanti ma quello a cui tengo particolarmente è il mio debutto come direttore con l’Orchestra della Svizzera Italiana, dove dirigerò un concerto assieme al primo violino Robert Kowalsky e alla prima viola Ivan Vukčević, per i 90 anni della compagine Ticinese».

Non resta che attendere fine ottobre per assaporare, nella città che le ha dato origine, il grande talento e l’eccellenza dell’Orchestra Bottesini.

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