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IL GRAN FINALE

Stauffer, il contrabbasso ha un’anima leggera

Da Bellini al tango ai Deep Purple, l’ensemble guidato da Alberto Bocini ha chiuso il Summer festival

Giulio Solzi Gaboardi

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redazione@laprovinciacr.it

11 Luglio 2024 - 21:30

Stauffer, il contrabbasso ha un’anima leggera

L'ensemble di contrabbassisti

CREMONA - Gran finale per la terza edizione dello Stauffer Summer Music Festival, che ha visto, nei giorni scorsi, alternarsi grandi artisti, allievi ed ex allievi della Stauffer, da Giovanni Sollima e il suo temperamento elettrico ed entusiasmante, alla grande scoperta della nuova orchestra d’archi dell’Accademia, lo Stauffer Strings Ensemble, che, insieme agli allievi dei corsi annuali, ha visto esibirsi anche i violinisti del corso per Concertmaster. Infine, grandi ritorni, come il violinista vincitore del Premio Paganini, Simon Zhu, allievo di Salvatore Accardo, e il violoncellista Ettore Pagano, allievo di Antonio Meneses. Pagano ha lasciato il segno in questa edizione, dedicando il concerto al suo maestro, Meneses, che di recente si è trovato costretto a lasciare la docenza alla Stauffer per affrontare la malattia che lo ha colpito. Un momento toccante che rivela come la bellezza della musica si manifesti in primo luogo nelle emozioni di chi la esegue.


Mercoledì sera, ha chiuso il giro la Bass night, un esperimento si può dire certamente riuscito, che ha visto esibirsi, sul palco del cortile di palazzo Stauffer, un ensemble composito da dieci contrabbassisti. Una formazione certamente sui generis, un omaggio al maestro Franco Petracchi, che quest’anno ha lasciato la docenza, passando il testimone ad Alberto Bocini, allievo storico di Petracchi che, dal 1985 al 1989, cioè nei primi quattro anni di vita dell’Accademia, studiò proprio alla Stauffer sotto la guida del maestro.

Alberto Bocini


Diretti da Bocini, al termine di due masterclass tenute dal nuovo maestro della Stauffer, i dieci contrabbassisti hanno ridato vita alle storiche ‘contrabbassate’ inaugurate proprio da Petracchi ormai decenni fa. Una serata in cui hanno trionfato originalità e spontaneità, talvolta a scapito della precisione accademica. Lo spirito crossover, rockeggiante e libertario della serata si è espresso in un intreccio di brani provenienti da generi diversissimi e cronologicamente distanti parecchi generi gli uni dagli altri. Si parte con due brani dello spagnolo Simon Garcia: il primo era un arrangiamento di un pezzo per quartetto di contrabbassi dedicato da Garcia al quartetto di contrabbassi The Bass gang, il più longevo al mondo, di cui Bocini è fondatore.

Poi un adattamento per quintetto di contrabbassi del brano Highway Star dei Deep Purple, trascritto da uno degli allievi sul palco, Ivan Dzajic. A seguire, un medley di canzoni di Stevie Wonder e di brani di Giovanni Bottesini, tratti dalla Sonnambula di Bellini e Lucia di Lammermoor di Donizetti. Non possono mancare, infine, due pezzi di Astor Piazzolla, Oblivion e Fuga e mistero. Grande accoglienza da parte del pubblico per una serata all’insegna della sperimentazione e della leggerezza, malgrado il caldo umidissimo della serata, che ha anche parzialmente influenzato la prestazione degli strumenti.

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