Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

LUPPOLO IN ROCK 2024

Il nuovo corso dei Folkstone: «Sul palco con più energia»

Lo storico gruppo bergamasco folk metal per la prima volta al festival. Il frontman: «Sarà un live coinvolgente»

Fabio Guerreschi

Email:

fguerreschi@laprovinciacr.it

18 Luglio 2024 - 15:01

Il nuovo corso dei Folkstone: «Sul palco con più energia»

CREMONA - Cornamuse che si intrecciano con il basso elettrico, l’arpa che si appoggia sulla batteria, la ghironda che rincorre la chitarra. È questa la forza sorprendente dei Folkstone che domani sera chiuderanno il primo giorno della sesta edizione del Luppolo in Rock con le loro canzoni che giocano con il folk, il rock e il metal. Una band numerosa (sul palco sono in nove), capace di infiammare il pubblico e di tenerselo stretto nel tempo — nonostante lo scioglimento nel 2019 e la reunion nel 2023 —, grazie a live ad alto tasso di energia, coinvolgenti ed entusiasmanti.


La band bergamasca è impegnata in diverse date nel ‘Non ho tempo di aspettare Tour’ e il 22 giugno sorso ha pubblicato – solo in vinile – l’album ‘Racconta da taberna’, che raccoglie i maggiori successi dei Folkstone e due nuovi singoli: ‘Macerie’ e ‘La fabbrica dei perdenti’. «Il tour sta andando molto bene — dice il cantante Lorenzo ‘Lore’ Marchesi — e siamo letteralmente travolti dall’affetto dei fan. Siamo molto felici di suonare per la prima volta davanti al pubblico cremonese. È davvero un onore e un piacere essere al Luppolo, un festival di cui abbiamo sentito parlare molto bene».

Avete sempre avuto la passione per le musiche antiche. Da dove nasce?
«La musica medievale è ricchissima di spunti che vanno dal Nord Europa al Mediterraneo e a noi piace spaziare attraverso diversi luoghi geografici. Il nostro è stato un approccio spontaneo e autodidatta alla musica medievale e agli strumenti tradizionali, come cornamusa e ghironda, ed è stato altrettanto spontaneo mischiarli al rock e al metal, due stili che ci piacciono molto».

La reunion vi ha dato nuova energia?
«Sì, decisamente. Ci siamo sciolti nel dicembre del 2019 e, per quanto mi riguarda, ho lasciato la musica per quattro anni. Eravamo stanchi e scarichi e la scelta migliore era ‘staccare la spina’. Non ci sembrava giusto salire su un palco in quel modo. Questo voleva dire non riuscire più a trasmettere emozioni al pubblico. Quando si suona i fan devono vedere la tua anima e, fortunatamente, l’anima è tornata con la reunion. Durante i primi due minuti del primo concerto (il 17 settembre 2023 al Live Club di Trezzo sull’Adda, ndr) mi è salita da dentro una cosa indescrivibile. Inoltre non ci aspettavamo una affetto così travolgente da parte dei fan, forse il segno che nei loro cuori avevamo lasciato qualcosa e avevamo raggiunto il nostro scopo».

Grazie anche ai vostri testi?
«Penso di sì. I nostri testi sono cresciuti con il nostro pubblico. Parliamo di emozioni, stati d’animo e cerchiamo di raccontare quello che abbiamo vissuto».

Quali i progetti futuri?
«Abbiamo appena pubblicato, solo in vinile e che si trova solo ai nostri concerti il titolo ‘Racconta da taberna’, che contiene due inediti pubblicati invece in digitale. È un disco che rappresenta la nostra storia ed è un regalo ai fan. Finito questo tour ci dedicheremo al nuovo lavoro di inediti, un doppio album che dovrebbe essere pubblicato il prossimo inverno».

Vedendovi suonare si ha l’impressione che siate voi i primi a divertivi.
«Sì, ci divertiamo molto e secondo noi salire sul palco deve essere per forza così».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400