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La sfida: la voce di Amelie ‘nascosta’ nel suo violino

Lo strumento dell’800 sarà restaurato a Cremona sotto la supervisione di Fabio Perrone

Mariagrazia Teschi

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mteschi@laprovinciacr.it

18 Luglio 2024 - 14:28

La sfida: la voce di Amelie ‘nascosta’ nel suo violino

Il professor Fabio Perrone e Amelie Posse nel 1948: è stata scrittrice, musicista e attivista politica

CREMONA - Sarà restaurato a Cremona, sotto la supervisione di Fabio Perrone, il violino di fattura ottocentesca suonato da Amelie Posse (1884-1957) durante il suo forzato soggiorno ad Alghero nel corso della Prima guerra mondiale. Il violino, dopo il restauro, sarà esposto nella dimora di Örenäs Slott, vicino alla casa d'infanzia della Posse, a Landskrona, nel sud della Svezia. L’operazione di recupero e di valorizzazione del bene musicale sarà effettuata in accordo con l’ambasciata di Svezia. D’altra parte la storia di Amelie Posse lo impone, soprattutto in occasione del 140° anniversario della sua nascita che ricorre proprio quest’anno.


«È uno strumento che presenta numerose criticità, e qui sta la bellezza della sfida — spiega Perrone, docente, musicologo, perito e consulente i materia di beni culturali —. A settembre inizieremo le indagini scientifiche preliminari per capire quale sia effettivamente il suo stato di conservazione. Dovremo lavorare sia sulla tavola armonica che sulla tastiera. Il primo obiettivo è di portarlo nelle condizioni tali da essere esposto, lo strumento non suona da decenni. Passo successivo sarà il recupero della sonorità e funzionalità. Mi auguro di farcela, perché uno strumento che vanta una storia tanto importante non merita di restare chiuso in una vetrina».


Figlia di una importante famiglia dell’alta borghesia svedese, la giovane e attraente Amelie non sa decidersi se diventare pittrice, pianista, scrittrice. Frequenta i salotti bene della capitale, assetata di cultura si trasferisce a Roma, la città dove gli aristocratici del Nord sognano di soggiornare, una volta nella vita. Nel maggio del 1915 si sposa in Campidoglio (appena trentenne, è già al secondo matrimonio) ma proprio in quei giorni l’Italia entra in guerra e tutti i sudditi dell’impero austro-ungarico residente in Italia (come il marito di Amelie, il pittore boemo Oki Bràzda) diventano nemici. La coppia può scegliere dove andare al confino, Grazia Deledda, carissima amica di Amelie (si erano conosciute nei salotti intellettuali romani) suggerisce loro Alghero, in Sardegna, un soggiorno forzato ma dorato, ben diverso dalla sorte terribile toccata alle migliaia di prigionieri di guerra austro-ungarici finiti nei campi dell’Asinara.

I loro resti sono ancora oggi custoditi nell’ossario monumentale dell’isola. Dalla permanenza ad Alghero e dall’esperienza vissuta in terra sarda Amelie scrisse e pubblicò il suo primo libro nel 1931, Den oförlikneliga fångenskapen, al quale seguì nel 1932 la pubblicazione di Sardinian Sideshow, opera tradotta in italiano col titolo di ‘Interludio di Sardegna’. Dopo il periodo vissuto in Italia Amelie ed Oki tornarono nel 1925 in Cecoslovacchia nel maniero di Líčkov. Amelie Posse intraprese azioni politiche con forti convizioni democratiche e pacifiste che tratteggiarono significativamente il suo lavoro di scrittrice; fu amica di Tomáš Garrigue Masaryk, sociologo, filosofo e politico cecoslovacco, famoso per essere stato il fondatore e primo presidente della Cecoslovacchia, nonchè fondatore dell'Università di Brno. Nel 1938, tornò in Svezia dopo che la Gestapo aveva emesso un ordine di arresto per lei.

Nel 1940 fu una delle fondatrici del circolo di discussione Tisdagsklubben (Il circolo del martedì) a Stoccolma. Era formalmente un circolo culturale anche se il vero scopo del Tisdagsklubben era quello di contrastare la diffusione e l’espansione del nazismo in Svezia. Non a caso il Circolo fu inaugurato lo stesso giorno in cui la Germania nazista occupò la Norvegia, il 9 aprile 1940. Il Tisdagsklubben fu utilizzato come centro del movimento di resistenza svedese e centro propulsore di opposizione nel caso in cui la Svezia fosse mai stata occupata dalla Germania nazista. Per questa ragione Posse fu inserita, come altri membri del Circolo, nel Registro tedesco degli ‘Svedesi inaffidabili’.


La vicenda del violino appartenuto a Amelie Posse, ritrovato in circostanze fortunose e quindi affidato a Fabio Perrone per il restauro, racconta un bell’intreccio di liuteria e storia personale, amore per l’arte e per la musica e del legame circolare che unisce passato e presente. Sembra che Amelie soffrisse di reumatismi alle mani, dovette quindi abbandonare lo studio del pianoforte e del violino. Toccherà a Perrone affrontare i problemi legati al restauro e alla funzionalità, ma anche tramandare, per quanto possibile carattere, temperamento e storia di chi lo ha posseduto e suonato: Amelie Posse internata ad Alghero, nordica ragazza snob e aristocratica, sopraffatta dall’incanto della cultura Mediterraneo di cui finirà per diventare cantore.

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