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CREMONA. I LIVE INFIAMMANO L'ESTATE

Tanta Robba, le notti infinite

Al via la tre giorni di concerti. Cosmo: «La musica vince su tutto, il mio nuovo album è un viaggio in mondi diversi»

Luca Muchetti

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redazioneweb@laprovinciacr.it

04 Luglio 2024 - 05:10

Tanta Robba, le notti infinite

Cosmo

CREMONA - «I miei concerti vogliono essere un ‘qui e ora’ collettivo e liberatorio, mi piace dire, dove la musica vince su tutto e dà vita a speciali connessioni. Può succedere di tutto!». Cosmo scalda così il pubblico che a Cremona si prepara ad accoglierlo domani sera al Parco Lungo Po Europa in occasione della seconda serata del Tanta Robba Festival, al via proprio oggi con Jake La Furia dei Club Dogo, Tony Boy e Giaime. «La dimensione live - continua - è fondamentale, il legame tra il palco e quello che scrivo risulta forte in maniera spontanea, fa parte di me". Il cantautore di Ivrea, accompagnato da una band di quattro elementi, porterà sul palco i brani del nuovo album Sulle ali del cavallo bianco, tra cui il nuovo singolo estratto Gira che ti gira, oltre ai classici del suo repertorio riadattati per l’occasione. Un live totalizzante, un fluire costante di energie, per Cosmo i concerti sono un vero e proprio rito: ogni tour arricchisce il viaggio della sua musica con nuove strade e percorsi dando vita a un trionfo di aggregazione e socialità, una festa dove si canta, si piange, si ride e si balla dando al corpo quello che il corpo vuole.

Con una delle semplificazioni un po’ tipiche della critica italiana, viene visto come il punto di incontro fra la canzone d’autore e l’elettronica: una dimensione nella quale si riconosce o crea qualche problema, specie se consideriamo che nel futuro la sua musica potrebbe virare altrove?
«Non mi pongo limiti, credo sia normale un’evoluzione continua. Con il nuovo disco Sulle ali del cavallo bianco ad esempio volevo esplorare una sfera più intimista rispetto ai precedenti lavori, decisamente più da club. Avevo voglia di stupire e di offrire nuove immagini al mio pubblico, creando energie inedite, sperimentando. Ho lavorato con Alessio Natalizia, in arte Not Waving, e insieme abbiamo cercato di fare pop come non lo aveva mai fatto nessuno, restando però diretti ed empatici. Volevamo che questo album fosse un vero e proprio viaggio tra mondi diversi, un’esperienza che ti porta fuori da te in una zona di caos emotivo».

Nascere e crescere in provincia è una caratteristica che ha avuto un ruolo anche nella sua maturazione artistica. Oggi in che rapporto è con la sua città d’origine?
«Penso che la provincia sia un potentissimo motore creativo, sono convinto che stimoli l’immaginazione. Stare in questo ambiente aiuta a non contaminarsi: c’è meno inquinamento, anche da un punto di vista artistico, è un posto a misura d’uomo. Di solito gli artisti vogliono trasferirsi nelle grandi città, io invece nel tempo ho capito che rimanere a Ivrea sarebbe stato il mio punto di forza. Ciò che muove il mondo non sta sempre nei grandi centri».

È fra i pochi artisti italiani che hanno preso una posizione netta su argomenti come la guerra in Palestina. Secondo lei una certa timidezza su questo come altri argomenti da cosa dipende?
«È chiaro dipenda dalla paura di esser tagliati fuori da un sistema decisamente incrinato. Abbiamo un governo che lotta per togliere diritti alle minoranze, che manda le navi delle ong ad attraccare a centinaia di chilometri di distanza dal porto più vicino, ci sono crociate quotidiane contro i poveri. Poi guardi fuori e vedi cosa succede nella Striscia di Gaza. Solo un pazzo può giustificare quello che sta facendo Israele ma in pochi hanno il coraggio di esporsi. In questo contesto generale esporsi è un dovere, perché non farlo è essere corresponsabili».

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