L'ANALISI
07 Aprile 2024 - 05:05
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Gv 20,19-31
I racconti evangelici della Pasqua ruotano attorno a due snodi che sempre ricorrono: l’identificazione del risorto in quello che era stato visto morire in croce; l’accadere di qualcosa in coloro che assistono, intravedono, credono di riconoscere Gesù ancora vivo. Con profonda e astuta delicatezza i Vangeli esprimono la nuova condizione di vita di Gesù tramite alcuni accorgimenti, rischiosi e potenti al tempo stesso: non subito e non tutti riconoscono il Signore… la sua presenza sembra materializzarsi anche a dispetto delle leggi fisiche… in diverse occasioni appare come un fantasma che genera sconcerto e smarrimento… Gesù siede e mangia con i discepoli, preparando a volte lui stesso del fuoco con dei pesci… insomma un’altalena di riferimenti che mediano in termini letterari l’evento-chiave di tutti i Vangeli e del cristianesimo: l’essere ancora vivo di colui che era stato giustiziato e che tutti avevano visto, da posizioni diversissime, chi sotto la croce, chi al sicuro per timore di rappresaglie, morire. Anche le forme verbali utilizzate nella complessa e per noi lontana morfologia del Greco neotestamentario sono come piegate all’annuncio di un evento impensabile cui verrà assegnato nella storia il compito di fungere da caparra di una promessa più grande: Gesù si rende visibile, appare nel senso che qualcosa lo svela agli occhi dei suoi interlocutori e un nuovo incontro è possibile.
Anche dietro la protesta, legittima e comprensibile, di Tommaso, che non crede e non vuole cedere senza prove tangibili, senza un tocco fisico che sa di materialità e calore, si cela la stessa questione paradossale: se Gesù è ancora vivo, in una forma certamente differente, eppure senza che questa distrugga la continuità con la sua biografia, senza che venga riscritto il senso della sua vita di figlio di Dio… allora una vita e una promessa diverse sono possibili.
Sarà possibile innescare il ritmo della domenica, appunto il giorno della risurrezione, perché una ritualità qualsiasi, necessaria al cuore dei più deboli e sprovveduti, sia riempita di una vitalità inaspettata, che non si debba arrestare alle soglie del capriccio del divino: un pane spezzato, una memoria grata, un compito ricevuto per ogni storia, latitudine e cultura, un perdono disponibile.
Quello che Tommaso innesca non è tanto la dimostrazione empirica che solo protestando si ottiene il miracolo, la convalida, un sigillo di autenticità a prova di errore, quanto piuttosto un viaggio: il viaggio di tutti coloro che scommetteranno ancora sulla loro vita riconciliata, perché un’altra vita, quella del servo sofferente, non è stata fagocitata dalla morte. La risurrezione autorizza ad un pensiero diverso, inaspettato e fecondo. E viene in soccorso anche ai nostri pensieri, quando gli orizzonti si ripiegano su prospettive solo di morte e di esclusione e pare, con prepotente pesantezza, che a nulla valgano gli sforzi umani, se non ad appagare istinti di sopravvivenza puramente animali. Tentazione fortissima anche in questa Pasqua 2024 in cui lo stridore tra i canti dell’alleluia, il ponte di Pasquetta, le colombe divorate e la devastazione di popoli e famiglie ovunque sulla Terra è palese e insopportabile.
Anche se non siamo in grado di dare spiegazione, e tanto meno prosciugare e superare il dolore del mondo, l’incontro di Tommaso con il crocifisso ancora vivo si frappone all’orizzonte del dramma umano con questo messaggio: la vita del risorto è quel “di più” di senso che riapre la partita, per tutti, ed inaugura il tempo nuovo delle possibilità.
Tutti coloro che crederanno in quella vita, porteranno sempre con sé l’intimo tormento di Tommaso (se non vedo, se non tocco...). Ma saranno sfidati sulla qualità e la profondità del loro “sì” o del loro “no”: che cosa accadrà dopo quell’annuncio, quale forma di vita nascerà dalla pretesa che quel rabbì non è stato bloccato dalla pietra del sepolcro? Intreccio straordinario, precario e forte ad un tempo, di dono e compito, di responsabilità e opportunità vitali che transitano dall’uno all’altro, perché la vita, quella vera, non si può arrestare.
Inavvertitamente e inaspettatamente Tommaso, mentre si fa ospitare nel costato di Cristo e verifica che le piaghe della crocifissione non siano un bluff, inaugura una nuova speranza: è la sintesi meravigliosa del domani della vita.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris