Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CREMONA. IL LIBRO

C’è un uomo solo a spasso con la musica

‘Filosofia del walkman’ di Stefano Scrima indaga un cambiamento culturale epocale

Luca Muchetti

Email:

redazioneweb@laprovinciacr.it

05 Febbraio 2024 - 11:57

C’è un uomo solo a spasso con la musica

CREMONA - Un walkman per capire chi siamo e chi siamo stati. Stefano Scrima torna in libreria con un nuovo piccolo e interessantissimo saggio dedicato forse al più retrò, al più invecchiato fra gli strumenti utilizzati per ascoltare musica: il walkman, un must per chi ha vissuto la musica in mobilità a cavallo fra anni Ottanta e primissimi Novanta, il caro vecchio ‘mangianastri’ tascabile o quasi.

Il nuovo libro pubblicato per Il Nuovo Melangolo (2023, pp. 120), si intitola ‘Filosofia del walkman’ ed esce in tempi in cui la fruizione musicale è completamente smaterializzata, appannaggio di poche piattaforme in streaming ad abbonamento. Una abbuffata che lascia al contempo soddisfatti (per la vastità del catalogo) e insoddisfatti (proprio per la mancanza di fisicità) i musicofili, per nulla intenzionati ad abbandonare i negozi di dischi. Una musica ‘senza corpo’ che al contrario nel frattempo è diventata la normalità per gran parte dei suoi fruitori più generalisti.

‘Filosofia del walkman’ parte da una serie fenomenale di riferimenti della cultura pop (Willy il principe di Bel-Air, Ritorno al Futuro, American Psycho e Il tempo delle mele) per avventurarsi in una disamina dell’oggetto-walkman come chiave di lettura del post-moderno, degli anni Ottanta e di parte della decade seguente, fra neoliberismo, postfordismo, sapere mercificato, l’arte e la vita spettacolarizzate e vendute come merce, culture e subculture. Fino ai giorni nostri.

«Non si può dire con precisione in che misura le tecnologie contribuiscano a mutare le nostre abitudini o quanto sia l’emergere di nuovi stimoli a renderne possibile e quasi ‘necessaria’ la loro nascita - spiega il filosofo-divulgatore cremonese -. Sono due aspetti che si compenetrano, che si influenzano a vicenda e che non sottostanno a leggi stabilite. Certo, le tecnologie ‘attecchiscono’ solo quando il terreno è pronto, altrimenti rimangono sogni inutili e inutilizzabili. Quello che si può raccontare, a posteriori, è proprio il cambiamento che è avvenuto attraverso la diffusione di una nuova tecnologia calandolo nel contesto storico in cui è avvenuto».

E questo cambiamento viene raccontato nel libro proprio dalle origini, da quell’idea del walkman che (pare) venne ad Akio Morita, fisico giapponese fondatore della Sony, mentre stava passeggiando (un’altra storia attribuisce invece al tedesco-brasiliano Andreas Pavel l’invenzione del walkman). La leggenda narra che i collaboratori di Morita «gli sconsigliassero di persistere in quell’idea che a loro sembrava destinata al fallimento: perché mai qualcuno dovrebbe sentire l’esigenza di ascoltare la musica da solo in cuffia mentre cammina con il rischio di essere investito?», scrive Scrima.

Per altro proprio quando in quegli stessi anni la ricerca stava progettando il compact disc, primo supporto di memorizzazione digitale in grado di garantire l’alta fedeltà dei dischi in vinile. L’idea della Sony fu però vincente: a ognuno la sua musica, in una versione intima, personalissima, quasi segreta. Insomma l’opposto dei mega raduni rock delle due decadi precedenti: «Negli anni Ottanta viene gradualmente meno la dimensione del concerto come raduno di persone che non sono in quel preciso luogo solo per ascoltare musica ma per appartenenza a determinati ideali, in favore, appunto, di una concezione individualista della musica (e di qualsiasi altra cosa) che di fatto viene fruita come oggetto di consumo, come merce, divertimento, scollandosi con il suo sostrato sociale», appunta ancora l'autore cremonese.

Ma c’è tanto altro nel libro di Scrima che, indagando l’immagine un po’ anonima e isolata di un «uomo solo che cammina con la sua musica» (sorta di traduzione letteraria e non letterale di walkman), illumina relazioni fra singoli individui e ambiente circostante, parla di controllo, di fuga nel privato, di tipicità e modelli sociali, di gusti e di cultura di massa. Attraversa lo storico ponte che dal nastro portò al Cd e poi agli mp3, e più tardi - dai file conservati nelle nostre memorie elettroniche - spicca il salto verso l’internet ovunque, con flussi di dati che si manifestano alle nostre orecchie e ai nostri occhi con canzoni, film e serie tv per poi sparire di nuovo, sostituiti da nuovi flussi in streaming. Continui e senza sosta. Fino alla saturazione, al frastuono continuo e alla ricerca di un nuovo modo di fruire la musica che (sorpresa) sa di déjà-vu. Un libro che più di una generazione potrà leggere ritrovandosi e che spalanca temi ampi e profondissimi. E pensare che tutto iniziò con una cassetta, inserita in un walkman.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400