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CREMONA. IL LUTTO

Addio a Gnocchi, prof con Dante nel cuore

Punto di riferimento al Manin e del mondo cattolico non solo cremonese. Aveva 89 anni

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

23 Dicembre 2023 - 09:48

Addio a Gnocchi, prof con Dante nel cuore

Il professore Mario 'Meo' Gnocchi

CREMONA - «Ci siamo regalati la lettura dell’intera Divina Commedia dal 25 marzo all’11 giugno. Io leggevo e Mario mi spiegava i canti di Dante, anche quelli più difficili», racconta Vanna, moglie del professor Mario Gnocchi che si è spento ieri mattina all’età di 89 anni, lasciando i figli Maria Chiara, Giovanni ed Elisa. «A febbraio avremmo festeggiato i 50 anni di matrimonio. Non ha mollato un attimo e ha fatto fronte alla malattia con la passione per la cultura e la ricerca – prosegue -. Sul computer ha ancora l’immagine del vescovo Geremia Bonomelli e quella del bisnonno garibaldino Vincenzo Caveada, su cui ha lavorato fino all’ultimo. Ed è riuscito a pubblicare il suo studio dedicato alla lettera di Bonomelli che nel 1910 apre la Chiesa all’ecumenismo e la storia del bisnonno garibaldino».

Mario Gnocchi, per gli amici semplicemente Meo, è stato un punto di riferimento per generazioni di studenti del liceo classico Manin, ma anche personalità di spicco nel mondo cattolico cremonese con importanti cariche nazionali, come gli otto anni di impegno all’interno del Segretariato Attività Ecumeniche.

Ai tempi in cui al Manin si arrivava salendo lo scalone, Gnocchi lo si vedeva col Pazzaglia o la Divina Commedia in mano, fare a due a due i gradini, raggiungere la cattedra con i capelli un po’ arruffati e, passandosi una mano per ricomporli, dire: «Buongiorno, prendiamo il Pazzaglia a pagina…». E poi iniziava la sua lezione fatta di passione e scrupolo analitico, una lezione in cui leggeva e analizzava i suoi autori amatissimi: Petrarca, Foscolo, Manzoni e nel Novecento l’adorato Eugenio Montale e poi Dino Campana, Clemente Rebora e Mario Luzi, solo per citarne alcuni.

«Abbiamo frequentato insieme l’università a Pavia, studente del collegio Ghislieri, fra i suoi maestri c’era Lanfranco Caretti – racconta Renata Patria -. Quando sono arrivata al Manin, Meo c’era già. Ha iniziato a insegnare al classico nell’anno 1961/1962 ed è andato in pensione nel 1995. Abbiamo condiviso una vita nel liceo di via Boldori, io insegnavo nella sezione A e lui nella B».

E in anni in cui la letteratura del Novecento era quasi un optional, Gnocchi anticipava i tempi e inseriva fin dal terzo anno degli affondi sul XX secolo, usando l’inseparabile Guglielmino come manuale. A ricordare gli esordi del professor Gnocchi è Francesca Pedroni, già docente di lettere all’Aselli: «Arrivò nell’anno 1961/1962, ero in terza liceo e fu una ventata di novità e di passione per la letteratura – racconta -. Eravamo affascinati da questo professore che sapeva essere rigoroso e ironico e aveva una profonda cultura letteraria e una rara dote nell’appassionare noi studenti. Ancora recentemente sono andata a trovarlo, non ho mai perso i contatti con lui».

Sull’impegno di uomo e intellettuale cattolico Franco Verdi dice: «Se ne va una delle personalità novecentesche più importanti per il mondo cattolico non solo cremonese. Determinante e avanti con i tempi fu l’attenzione di Gnocchi all’ecumenismo, sentiva profondamente che la Chiesa non poteva sottrarsi al dialogo interreligioso. Oltre al ruolo importante ricoperto all’interno del Segretariato Attività Ecumeniche, non si può dimenticare il suo impegno nell’associazione I laureati cattolici, ma anche la sua collaborazione redazionale al giornale dell’Azione Cattolica. Il dialogo. Gnocchi aveva una cultura biblico-liturgica importante e profonda che lo rendeva un punto di riferimento per molti e non solo all’interno della comunità cremonese. Se ne va una personalità importante del mondo della scuola, il mondo cattolico e culturale». L’ultimo saluto al professor Gnocchi si terrà mercoledì mattina alle 11 presso la chiesa di Sant’Agata.

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