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TEATRO SAN DOMENICO

Raphael Gualazzi: «Sogni e musica: il mio soul»

Giovedì 2 novembre il cantautore arriva a Crema con il nuovo album ‘Dreams’ e la data zero del tour acustico

Greta Mariani

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redazioneweb@laprovinciacr.it

28 Ottobre 2023 - 08:06

Raphael Gualazzi: «Sogni e musica: il mio soul»

Raphael Gualazzi

CREMA - «Il sogno e la musica hanno qualcosa in comune. Non sono mai gli stessi. Come l’arte, la filosofia, la vita, sono sostanza mai uguale a se stessa, in continua mutazione. Con loro, noi esseri umani». Dreams, il nuovo e attesissimo progetto del cantautore Raphael Gualazzi, partirà con la data zero del tour, giovedì prossimo alle 21, dal Teatro San Domenico di Crema. «Una città che ha sempre benedetto il mio lavoro e nella quale torno sempre con grande piacere, per la terza o quarta volta. Sono stato a Crema nel 2013 e ancora nel 2014 e 2015, nell’ambito di festival Jazz, ma anche per la presentazione dei miei album, tra cui Love, Life and Peace, ad esempio», ricorda Gualazzi, raccontando le novità dell’album che ha dato avvio al tour. Per uno dei cantautori italiani più conosciuti a livello internazionale nei circuiti jazz e non solo, la proposta Dreams ha il sapore di una vera e propria nuova vita, seconda rinascita, che porterà sul palco «un equilibrio tra brani che il pubblico ascolterà per la prima volta e pezzi del repertorio, in chiavi magari diverse e tutte da scoprire, condividere nel momento. «Il privilegio dell’acustico e delle serate dal vivo è proprio questo — sottolinea Gualazzi —: l’interplay, il gioco di interazione tra musicisti e pubblico, un pubblico che sceglie di venire ad ascoltare quello che fai e a farsi trasportare».

Questa maturità nell’ascolto, da parte del pubblico nazionale e internazionale, riesce a dare spazio alle sperimentazioni e a idee nuove, come quelle che l’artista, insieme ai musicisti Gianluca Nanni, Anders Ulrich e Gigi Faggi regalerà ai cremaschi giovedì sera. Quel che Gualazzi proporrà sarà il risultato di tante atmosfere vissute negli ultimi anni, che hanno sicuramente contaminato la sua musica e i nuovi linguaggi: il trasferimento a Londra e poi i viaggi in giro per il mondo, dal Sud Africa, la Lettonia, l’Argentina e l’incontro con l’universo delle colonne sonore, l’Athens Jazz Festival in Grecia e tanto altro. Tutte sonorità ed evocazioni che sono presenti in Dreams. Un progetto nel cassetto da tempo, ma che è riuscito a spiccare il volo grazie all’incontro, la collaborazione e la produzione di Stefano Nanni.

Perché un album dedicato al sogno? «Di fatto, è la linea di congiunzione dell’intero album. Perché il sogno non rappresenta una sola cosa, può assumere diverse forme. Dai sogni nel cassetto, a quelli più universali di uguaglianza e pace, dalla pura fantasia onirica e anacronistica che non può realizzarsi nella realtà, alle ambizioni concrete e molte altre idee di sogno, che è un mood, una sensazione diversa ma che parte sempre dall’essere umano. Un po’ come la musica appunto. Sono ambiti in cui l’intelligenza artificiale avrà davvero vita difficile, nel tentare di sostituirci», continua l’artista. Il pubblico quindi ascolterà un sogno in musica che in realtà è una «rivelazione dell’anima, una verità che permette alle melodie di muoversi libere in diversi contesti spazio-temporali, in un clima di universalità e bellezza, che oscilla tra l’interiorità del personale e l’esteriorità delle convenzioni sociali, ma con il comun denominatore dell’autenticità».

Dal sogno si trae l’energia necessaria per realizzare se stessi e la vita, quindi, sembra suggerire Dreams. Non a caso, l’album è stato anticipato dal pezzo Vivido il tramonto, scelto tra le tracce perché testo e musiche, più di tutte, interpretano quel «carattere onirico, quasi trascendentale ed esoterico, che voglio raccontare». Ispirazioni e suggestioni musicali che vanno a braccetto con la digressione armonica, mentre le atmosfere «spaziano dal soul al latin, all’intimismo dell’ukulele, dei fiati e degli archi, fino alla psichedelia, senza rinunciare alle incursioni classiche, neoclassiche, funk africane, groove e soul anni ‘60, canción cubana e oltre». Un piatto ricco, anzi ricchissimo, per il pubblico cremasco. Ancora pochi posti disponibili.

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