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IL LIBRO

Potere e passione: madre e figlia sul trono

Venerdì Alessandra Necci presenta ‘La regina e l’imperatrice. Maria Antonietta e Maria Teresa’

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

20 Settembre 2023 - 18:50

Potere e passione: madre e figlia sul trono

CREMONA - La premessa. «La mia non è una vocazione femminista che non posseggo, bensì al femminile, cioè molto meritocratica. Il tema è la narrazione delle vicende. Il punto è come narri una cosa. Le storie femminili, molto spesso, è come se non avessero voce. Uno dei grandi compiti del biografo è restituire la voce a figure che non hanno avuto modo oppure, per esempio, che sono state molto vilipese come Maria Antonietta o come era stata anche Caterina de’ Medici o Lucrezia Borgia».


Nel suo ultimo libro, Alessandra Necci, avvocato, storica e scrittrice, dà voce alla grande imperatrice Maria Teresa d’Austria e alla regina di Francia Maria Antonietta, andata in sposa al delfino Luigi XVI. Venerdì, alle 15.30, nella sala consigliare della Fondazione Città di Cremona (piazza Giovanni XXIII), Necci presenterà ‘La regina e l’imperatrice. Maria Antonietta e Maria Teresa, Due destini tra l’assolutismo e il dramma della Rivoluzione (Marsilio Specchi) all’incontro dal titolo Ragion di Stato. Donne e politica, organizzato dal Comitato pari opportunità dell’Ordine degli avvocati (presidente del Comitato è l’avvocata Pia Gerevini) , con il patrocinio del Soroptimist Club Cremona.

Alessandra Necci


Maria Teresa e Maria Antonietta, due donne, una madre e una figlia, due figure emblematiche del Settecento, una l’opposto dell’altra, due facce della stessa medaglia che, attraverso la narrazione dell’autrice, raccontano sia di quanto potesse essere difficile affrontare il potere se donna, sia del rapporto tra madre e figlia.
«Il libro è un punto di arrivo e non di partenza: restituire voci a due personaggi così non è stato semplice».


Perché?
«Perché Maria Teresa ha troppa reputazione positiva, Maria Antonietta negativa. La domanda che io mi sono posta è: perché una riesce perfettamente in tutto e l’altra, la figlia, è un fallimento? Intanto c’è un fatto inconfutabile, perché entrambe arrivano giovani al potere, arrivano molto impreparate. Certo, Maria Teresa ha anche un potere effettivo, era lei che decideva, mentre Maria Antonietta non aveva il potere effettivo».

Due caratteri diversi. Maria Teresa è una ‘sgobbona’...
«Maria Teresa è una che dall’inizio si impegna, studia, è una donna di potere. Maria Antonietta è una donna di passione. Ho constatato che le due categorie sono quasi sempre scisse. Il potere implica la ragion di Stato. Maria Antonietta è una ragazza volubile».


Maria Antonietta è una ’spendacciona’. Lei scrive: ‘Forse a farle sprecare più tempo e denaro è la moda. Maria Antonietta è la migliore ambasciatrice del made in Francia’. Maria Antonietta è più superficiale?
«Non direi superficiale. È proprio un emblema del rococò, icona perfetta del suo tempo. Tutta questa leggerezza aerea che non le consente mai di impegnarsi in questo moto perpetuo, la fa molto affascinante. Si riscatta con la fine, quando le viene tolta la corona».

Maria Antonietta subì un processo sommario. L’accusarono persino di incesto: orribile.
«Una cosa orrenda: il bimbo viene lasciato morire di stenti nel Tempio, a pagare sono molto spesso gli innocenti. I grandissimi principi fanno molto presto a essere rimaneggiati e strumentalizzati, quando a usarli sono uomini meschini o crudeli o malvagi, perché poi ‘liberté, égalité, fraternité, il secolo dei Lumi da cui anche noi, in parte, discendiamo, fa prestissimo a diventare i massacri con le teste sulle picche, la ghigliottina, rese di conti personali. Il tema è molto drammatico e vale per tutti i tempi, nel nostro come nel passato cioè che i grandi principi fanno prestissimo a diventare eccesso e, quindi, proprio l’opposto di ciò che dovevano essere. Maria Antonietta dimostra una grandissima forza d’animo, lei si dimostra una vera regina quando le viene strappata la corona dalla testa».


È il suo riscatto.
«È, finalmente, il momento in cui lei si dimostra all’altezza del ruolo che il destino le ha affidato. Se non ci fosse stata la Rivoluzione, l’esistenza l’avrebbe sfiorata senza minimamente forgiarla. Quando il fato si incrudelisce su di lei, lei si mostra all’altezza della sua storia».

Come nascono le sue biografie?
«La prima cosa che faccio quando scrivo le biografie, è andare nei luoghi, perché, secondo me, è la cosa più emblematica che dice di un personaggio. Solo le personalità sufficientemente forti hanno sempre lasciato una traccia potente».


Schönbrunn di Maria Teresa e Trianon, il piccolo castello della reggia di Versailles, di Maria Antonietta...
«Il luogo è la cosa che io frequento per prima, poi, indubbiamente, leggo tantissimo le lettere, ma anche i memorialisti dell’epoca. Per fortuna, il Seicento e il Settecento sono epoche in cui tutti scrivono memorie. Mi serve molto per avere il colore. E poi le lettere dei protagonisti».

Lei divide le donne in due categorie: donne di potere, quindi donne di politica, e donne di passione.
«Maria Teresa è, indubbiamente, donna di potere. Le sue parole sulle responsabilità di chi governa possono essere oggi usate come monito sul presente e sull’operato di chi, attualmente, ricopre ruoli politici e amministrativi («Il potere l’ho esercitato da sola. Ho imparato che necessita appunto di solitudine, ferrea autodisciplina, dominio di sé delle passioni, capacità di assumersi le proprie responsabilità. Deve essere usato in maniera saggia e moderata, per il bene dei sudditi e per la gioia di Dio, non la propria. Noi siamo i servitori dello Stato, non il contrario»)».

Quale donna politica potrebbe incarnare, oggi, Maria Teresa?
«Io, difficilmente, faccio accostamenti. È difficile pensare che Maria Teresa sia Angela Merkel, perché poi è ancora diversa. La categoria è donna di potere, quindi con una capacità notevole di piegare tutto alla ragion di Stato».


Le cosiddette ‘politiche matrimoniali’.
«Maria Teresa piazzava i figli su tutti i troni d’Europa, innamorati o non innamorati, matrimoni felici, matrimoni infelici, quello era. Maria Teresa, tra l’altro il marito lo aveva scelto, le sue figlie no».


Era una madre molto severa dura. Ed era anche molto bigotta.
«La commissione di castità, cose che sminuiscono un pochino questa valenza. Per carità, grandissima organizzatrice, donna che non lascia mai nemmeno un dettaglio al caso. Però, poi , quando piangeva... la Polonia se la spartisce lo stesso con la Prussia. Anche Maria Teresa ha le sue contraddizioni».

Una donna che, però, ha sofferto di depressione.
«Nessuno è mai ciò che sembra. Il compito del biografo, oltre al dare voce, è che scavi negli aspetti dei personaggi».

Un altro esempio di donna di potere?
«Isabella d’Este, una delle più straordinarie donne politiche italiane che ci siano mai state sulla scena»


E, poi, ci sono le donne di passione
«Donne che hanno bisogno di essere amate, donne innamorate dell’amore, la moda, la leggerezza. E quelle sono Lucrezia Borgia e Maria Antonietta, per esempio, anche se Lucrezia Borgia, al contrario di Maria Antonietta, si riscatta molto prima, quando diventa duchessa di Ferrara. È molto brava come amministratrice della città. Maria Antonietta si riscatta alla fine. Se non ci fosse stata la Rivoluzione, non sarebbe stata costretta da un fato, certamente crudele, a tirare fuori il meglio di sé».

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