Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CREMONA

Teatro. Con i ragazzi emozioni in scena

Mattia Cabrini, della Compagnia dei piccoli, diviso fra laboratori e grandi classici

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

29 Luglio 2023 - 08:49

Teatro.  Con i ragazzi emozioni in scena

Mattia Cabrini durante il laboratorio con adolescenti e bambini

CREMONA - Da Antigone al laboratorio con i ragazzi della scuola di seconda opportunità, dal teatro al cinema senza soluzione di continuità: Mattia Cabrini e la Compagnia dei Piccoli si crede incarnino bene quella duttilità artistica e linguistica che appartiene a chi è cresciuto con un’accessibilità ai testi e ai linguaggi performativi immediata, a portata di mouse. Eppure Cabrini si è fatto stregare – e come lui gli altri componenti più o meno stabili del gruppo – dal fascino della comunicazione debole, eppure potente del teatro che chiede presenza, tempo, spazio e comunità d’intenti.

CAMPUS TEATRALE

In questa cornice di senso si muove l’attore e regista cremonese ora impegnato con i suoi in un campus in val Vigezzo, tra Verbania e Domodossola dove «da un paio di anni collaboriamo con questa rete di comuni montani per la realizzazione di una settimana di laboratorio sul teatro. Sono paesi molto attivi che organizzano diverse rassegne e festival durante l’anno, la più famosa è Castelli in aria e coinvolge artisti di strada da tutta Italia e non solo. Io mi trovo qui per fare un laboratorio di una settimana con dei giovani che poi realizzeranno una performance nel week end sul Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare. Faremo uno spettacolo composto da quattro quadri che saranno collocati in quattro luoghi diversi del paese di Villette – racconta Cabrini -. Da quest’anno faccio anche un segmento per i bambini e i ragazzi con testo di partenza il Mago di Oz. Il progetto è curato da Sara Tadina, danzatrice e coreografa che si è formata a Milano e lavora nella valle tutto l’anno».

Una scena dello spettacolo Antigone libera riscrittura della tragedia di Sofocle andata in scena nel refettorio della chiesa di San Pietro



ADOLESCENTI IN SCENA

Ciò che caratterizza la Compagnia dei piccoli – ensemble nato nel 2015 – sono gestione progettuale, creazione artistica, tempi lunghi di realizzazione, capacità di intrecciare luoghi e protagonisti di un fare teatro che vuole sporcarsi le mani nella realtà. In questa direzione va il progetto che ha visto il gruppo condurre uno studio/analisi/spettacolo sulla condizione degli adolescenti a Cremona: «Due anni fa il tavolo adolescenti di Cremona mi ha commissionato uno spettacolo di teatro che parlasse degli adolescenti a Cremona. Nello specifico Comune di Cremona, Asst (Serd, Consultorio, Neuropsichiatria infantile), Azienda Sociale hanno scritto un progetto dal titolo #crescereacremona che poi ha trovato sostegno attraverso il BandoSmart di Regione Lombardia e un contributo di ConfCooperative. La cooperativa Meraki si occupa della parte gestionale, l’agenzia Davicino filma e documenta tutto il progetto e noi facciamo lo spettacolo – spiega -. Abbiamo fatto decine di interviste a operatori, medici, specialisti, assistenti sociali e ovviamente adolescenti. Ho scelto cinque attori, scritto il copione e dovremmo debuttare il prossimo 30 settembre. Il nostro lavoro farà da anteprima alla Festa del Volontariato e seguirà la presentazione dei progetti smart in cortile Federico II che avverrà nel pomeriggio sempre del 30 settembre. Io sto spingendo perché il debutto avvenga in una location particolare e al momento si sta verificando la disponibilità dell’ultimo piano dell’autosilo Massarotti. Vorrei farlo in cima al parcheggio perché è uno dei luoghi ‘imboscati’ dove i ragazzi si trovano e poi lì c’è un contesto molto silenzioso con uno skyline molto bello sulla città. Sembra di essere sospesi in cima alla città. Seconda possibilità dentro l’ex Ospedale di San Francesco in piazza Giovanni XXIII. Vediamo cosa ne nasce. Sarà un lavoro teatrale molto esplicito rivolto principalmente agli adulti. Il titolo che ho pensato è Di paure non ho fame. Vorrei che fosse una fotografia mossa dell’adolescenza che smuove, provoca e fa venire il desiderio di darsi da fare. I ragazzi stanno insegnando molto agli adulti».

‘DON GIOVANNI’ E ‘LE SERVE’

C’è poi il teatro, quello di drammaturgia, di pensiero registico e di voglia di confrontarsi con i grandi capolavori della letteratura drammatica. In questa direzione va la messinscena del Don Giovanni di Molière che la Compagnia dei Piccoli porterà in scena il 14 e 15 ottobre al teatro Gonzaga di Ostiano: «Dopo l’Antigone ho fatto qualche modifica nel gruppo e ci siamo messi al lavoro. Don Giovanni è un’opera che ho trovato difficilissima. Lavorando con i giovani mi sono accorto che spesso la sessualità è un grande ‘blocco’. Se ne parla poco e comunque in termini nuovi rispetto al passato. Pare che il ‘grande seduttore’ non faccia più scalpore e non sia poi neanche troppo condannato – prosegue Cabrini -. Mi sono concentrato quindi sulle vittime delle sue conquiste. Ho lavorato con le giovani attrici sull’umiliazione, su cosa vuol dire essere possedute e abbandonate. Allora è venuto fuori qualcosa di meno scontato. Tutti ci siamo sentiti almeno una volta ‘fottuti’ da qualcuno». Lo spettacolo sta prendendo corpo, grazie anche alla buona abitudine di Cabrini di unire intuizione creativa e studio e di mangiare teatro: «Sono andato a vedermi il Don Giovanni di Antonio Latella e le donne di Emma Dante. Visto quello di Filippo Timi che non mi è piaciuto. Ho conosciuto Mira Paolillo la costumista del Ponchielli che ha scelto di aiutarmi e il suo occhio esperto mi ha indicato un segno giusto – spiega -. Ho chiesto a Marianna Bufano di lavorare sul corpo provando a cercare la differenza tra un contatto fisico che trattiene/possiede e uno che lascia liberi. Il convitato di Pietra è diventata una donna nel suo sepolcro, ennesima vittima di don Giovanni che fa di tutto per cenare con lui. Il secondo aspetto su cui mi sono interrogato tanto infatti è il tema del Cielo. Un tempo il cielo era un giudice spietato, ma oggi? I miei attori giovani mi dicono che nella sessualità oggi vale tutto, quindi? E soprattutto in quale inferno lo conduce? Sono alcuni interrogativi che muoveranno il mio Don Giovanni».


E come se non bastasse Don Giovanni di Molière, Cabrini ha deciso di affrontare Le serve di Jean Genet: «Ho chiesto a tre miei vecchi compagni della scuola di teatro Quelli di Grock di lavorarci. Vorremmo debuttare a inizio anno al Filo. Ho fatto un lavoro a tavolino con loro e una prima settimana di improvvisazioni. Li ho lasciati allo studio del testo e li rivedrò a ottobre. Le due serve saranno due attori maschi come chiedeva Genet – spiega -. È una riflessione sul potere, difficilissima, ma straordinaria». A tutto questo si aggiungono le collaborazioni consolidate con il «Carrozzone degli artisti sto curando lo spettacolo, Volammo Davvero – conclude -. L’obiettivo è quello di parlare dei sogni e di come si può riaccendere la voglia di sognare negli adulti. Gli interpreti sono Alberto Ghisoni, clown e direttore artistico del Carrozzone e Federica attrice con la sindrome di Down. Il percorso di prove sarà documentato da Adriano Trecchi, fotografo bravissimo. Mentre con Labodanza faremo un progetto simile a quello sulla dispersione scolastica dell’anno scorso. Parteciperanno studenti dell’Anguissola e alunni da diversi paesi Europei. Il gruppo sarà di circa 50 studenti e con loro faremo una settimana di danza e teatro sulla motivazione allo studio». 

FOTOGRAFIE DI PAOLO MAZZINI

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400