L'ANALISI
01 Febbraio 2023 - 09:17
La violinista italo-ucraina Anastasiya Petryshak
CREMONA - Sembra poco plausibile un titolo come «Ange Terrible» per una concertista dall’aspetto angelico, ma tutt’altro che terribile come la violinista italo-ucraina Anastasiya Petryshak che per Sony pubblica il suo secondo disco intitolato appunto «Ange Terrible». E a confermare la natura angelica di Petryshak è Andrea Bocelli che sul suo profilo Facebook ha rilanciato l’uscita del cd della concertista ucraina, ma formatasi a Cremona (è stata allieva di Accardo alla Stauffer): «Un angelo con l’arco, messaggero di quella bellezza che offre generosamente l'arte del suono, facendola risplendere ancor prima che il crine tocchi le quattro corde del suo portamento, della sua sensibilità, della sua grazia innata – scrive Bocelli -. Ho avuto il piacere di seguire questa giovane artista da quando era un’adolescente di talento, quindi posso attestare la sua magnifica fioritura e la sua costante crescita sia nella tecnica che nelle prestazioni. Ora ha raggiunto il livello di maturità che il pubblico internazionale chiedeva a gran voce». Un apprezzamento importante e che carica di significato e valore l’ultima fatica dell’angelo biondo dell’archetto che sarà protagonista all'auditorium Arvedi il prossimo 1° aprile accompagnata al pianoforte da Lorenzo Meo nel concerto costruito sui brani del cd, appuntamento inserito nel cartellone della rassegna L'altra anima del violino, diretta da Roberto Codazzi.
Come nasce il progetto discografico «Ange Terrible?»
«Nasce dall’amore che ho per la musica francese e non solo. Mio marito, Edouard Hurstel, che è di origine francese è stato di grande ispirazione. Suono questa musica da molti anni, ma grazie ad Edouard sono riuscita ad affinare la mia interpretazione capendo a fondo la mentalità, la lingua, il fraseggio e l’anima francese. Abbiamo viaggiato per scoprire i luoghi dove i compositori hanno vissuto e composto. Mi ha colpito molto la casa di Ravel che abbiamo visitato a Montfort l’Amaury, si può capire tanto dalle scelte quotidiane e dal suo stile di vita che persona fosse e di conseguenza comprendere come leggere e decifrare al meglio la sua musica».
Come si legano i brani del suo cd alla nostra contemporaneità?
«I brani che ho registrato sono stati scritti tra il 1891 ed il 1941, periodo che include le due Guerre Mondiali. Ascoltarli oggi sicuramente può far riflettere sulla situazione attuale. Uno dei messaggi del cd è quello di far riflettere tramite la musica dei grandi compositori francesi che hanno conosciuto e sofferto la guerra. La loro musica è frutto di tutto ciò che hanno vissuto, sentito e provato. In queste pagine continuano a vivere le loro idee, pensieri e visioni sulla vita».
Quanto la musica può aiutare a capire il mondo che viviamo?
«La musica è anche comunicazione. Tramite la musica i compositori esprimono le loro idee e pensieri. Possiamo quindi capire molto di più la storia e il mondo del passato grazie alle loro opere. Quando studio, non studio mai solo le note. C’è molto di più. Cerco di capire sempre il contesto, l’epoca, il messaggio e la ragione. Sento che tramite la musica posso essere in contatto anche con le epoche precedenti, con gli anni in cui non ero nemmeno nata. Questa è la grande forza dell’arte e della musica. Suonando o ascoltando attentamente possiamo «vivere» più vite, più epoche, viaggiare geograficamente e nel tempo. Grazie alla musica sviluppiamo la sensibilità, la capacità di ascoltare, di prestare attenzione ai dettagli e di ricercare il senso nelle cose. Sì, la musica definitivamente ci aiuta a capire il mondo che viviamo».
Dopo il cd dedicato a Vivaldi, come mai la scelta di affrontare un repertorio del Novecento?
«Tramite i cd mi racconto. Il primo disco, Amato Bene, mostrava un’Anastasiya giovane, piena di sogni e fantasia, metteva in luce il mio primo amore musicale: Vivaldi. Nel secondo disco volevo affrontare un repertorio diverso, ‘più vicino’ ai nostri tempi. «Ange Terrible» vuole mostrare un’Anastasiya più matura e completa, mettendo in risalto sia la parte angelica, pura e dolce che quella testarda, passionale e terribile. Ho scelto i tre compositori più importanti del ventesimo secolo francese e le opere principali per violino e pianoforte. Questo repertorio mi permette di esprimermi ed è musica piena di fascino, bellezza, pace, ma anche momenti di mistero, disaccordo e oscurità».
Claude Debussy, Maurice Ravel e Olivier Messiaen richiedono un ascolto meno emotivo, non teme che un disco simile abbia meno appeal?
«Si tratta di musica di grande intensità emotiva e spirituale. Ho fatto molti concerti con questo programma ed è stato confermato dal pubblico che ha sempre mostrato grande interesse. Anche per questa ragione ho deciso di registrare le opere di questi compositori. È musica molto varia che affascina, tocca le corde dell’anima e risveglia tutti i sentimenti di chi la suona o ascolta. Un programma affrontato con Lorenzo Meo, che suona affianco a me da nove anni. Il disco inizia con l’intensa Sonata n. 3 di Claude Debussy, che fu l’ultima opera scritta alla fine dei suoi anni. Segue un brano di grande fascino e mistero, Les Angelus, originariamente per voce e trascritto per violino e pianoforte. Di Maurice Ravel propongo tre lavori. Il primo è la Sonata n. 2 che comprende il blues e l’energetico perpetuum mobile. Segue una trascrizione per violino e pianoforte, Pièce en forme de Habanera, per la quale Ravel prese come modello la lenta, sensuale danza spagnola detta l’habanera. L’ultimo lavoro è la famosissima Rapsodia da concerto Tzigane con l’ispirazione dalle melodie e dai ritmi della tradizione musicale gitana. Due brani d’intensità spirituale e filosofica di Olivier Messiaen chiudono questa registrazione. Il primo è Thème et variations un lavoro scritto dal compositore per sè e la moglie violinista, quasi un informale regalo di nozze. Mentre il secondo e ultimo brano del percorso musicale del cd è la Louange à l’Immortalié dé Jésus»
«Ange terrible» è pubblicato da Sony. Cosa è piaciuto del suo progetto musicale?
«Penso che a Sony sia piaciuta l’idea e l'interessante programma musicale. «Ange Terrible» non è solo un cd, ma un prodotto artistico a 360 gradi. Ho coinvolto diversi tipi di arte per rendere il messaggio ancora più intenso. Nella copertina del disco potete notare la musica impressa nella mia pelle e le ali dipinte sulle spalle. Questo lavoro è stato fatto dal body painter Guido Daniele che ha copiato la musica dal manoscritto di Ravel. Per il video ufficiale del disco ho coinvolto una ballerina, Lia Kemendi, che ha aggiunto l’arte della danza al progetto».
Quanto è importante che oltre alla bravura esecutiva dietro un progetto discografico ci sia un pensiero?
«Trovo ogni forma di pensiero importante. Dietro ad ogni progetto e decisione cerco di metterci sempre il pensiero, creatività, e collegamenti ad altri tipi di arte. Solo così ciò che fai può ispirare e risvegliare sentimenti ed emozioni nelle persone».
Quanto la musica può essere ambasciatrice di pace?
«La musica è anche dialogo. La polifonia è un classico esempio di come ci possano essere più voci che suonano contemporaneamente e tutto funziona alla perfezione, anzi è tutto valore aggiunto. Sono d’accordo con il maestro Accardo con cui ho studiato presso la Stauffer per otto anni, diceva spesso: «la nostra libertà finisce dove inizia la libertà dell’altro». Sono pienamente d’accordo, la musica ci insegna il rispetto dell’altro, il dialogo e la pace. L’arte ci fa riflettere, ci suggerisce idee e ci aiuta a mettere in ordine le nostre emozioni. Si tratta di un linguaggio universale che arriva dritto al cuore di tutti. Penso che chi ama l’arte non potrà mai fare guerre perché è concentrato a creare, non distruggere».
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