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LA GUERRA DI PUTIN

Musica per la pace: «Brividi e lacrime sul palco»

Anastasiya Petryshak in tour con l’Orchestra di Kharkiv: solo donne perché gli uomini non possono lasciare l’Ucraina

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

11 Agosto 2022 - 15:59

Musica per la pace: «Brividi e lacrime sul  palco»

CREMONA - Anastasiya Petryshak, virtuosa di origini ucraine ma col cuore a Cremona, non dimentica il dramma che sta passando la sua terra e con la sensibilità, propria dei veri artisti, crede che la via dell’arte e della musica possa essere un viatico di pace. Per questo la violinista, formatasi nella città di Stradivari, non perde occasione per farsi ambasciatrice di pace per il suo Paese natale.


Come nasce l’idea di fare un concerto con Orchestra di Kharkiv?
«L’idea di coinvolgere l’Orchestra di Kharkiv è nata per sensibilizzare sul dramma della guerra e fortificare maggiormente il messaggio di pace. Suonare con l’Orchestra di Kharkiv per me è stato anche un modo per mostrare attraverso la musica tutta la solidarietà a chi purtroppo attualmente è costretto a vivere fuori dalla propria casa e dal proprio paese. Si tratta di un’orchestra totalmente al femminile, dal momento che gli uomini non possono lasciare il paese. Ho saputo che le musiciste si trovavano in Italia e insieme agli organizzatori dei vari concerti abbiamo deciso di coinvolgerle nel tour».

Che programma ha proposto?
«Il programma è stato volutamente italo-ucraino anche per mettere in evidenza il forte legame che ho con entrambi i paesi. L’Ucraina è il paese della mia infanzia, dove sono nata e dove ho fatto i miei primi passi musicali. L’Italia, invece, è il paese che mi ha fatta crescere dando uno slancio importante alla mia carriera. Ho suonato le Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi e alcuni brani del compositore ucraino Myroslv Skoryk».


Quale è la sensazione di suonare con dei suoi connazionali?
«Ho provato emozioni fortissime tutte riunite sul palco... Sono musiciste molto brave e sapere cosa stanno affrontando insieme alle loro famiglie fa venire i brividi. Sentivo una forte energia in comune, una comprensione e complicità unica. A fine di ogni concerto, dopo i brani di Skoryk, si poteva scorgere sempre qualche lacrima. Suonare insieme da una parte ci ha dato la possibilità di condividere le nostre emozioni con il pubblico fornendo anche qualche spunto per riflettere. Dall’altra parte ci ha immerso nel fantastico mondo della musica, dove tutto è possibile e dove abbiamo potuto passare insieme istanti di felicità sperando in un futuro migliore. Credo che sia importante più che mai fare musica in questi momenti bui e difficili, proprio per portare luce e speranza. Nonostante tutta la distruzione e le orribili notizie che arrivano dall’Ucraina ogni giorno è importante continuare a fare arte, generare il bene, creare e portare bellezza e colore a questo mondo che ne ha sempre più bisogno».


Dove avete suonato? Sarà possibile riproporre questa esterienza? Perché non farlo a Cremona?
«È stato un piccolo tour tra Modena, Sarnano e Monte San Martino. Vorremmo fare altre tappe prossimamente e sarei molto felice se ci fosse la possibilità di presentare un concerto anche nella mia amata Cremona».

Quali sono i suoi prossimi impegni?
«Ho in agenda diversi concerti tra cui un tour in Florida ed un concerto nella Sala Cavatina in Bielsko Biała in Polonia l’11 ottobre con la Royal Philharmonic Orchestra di Londra e il Maestro Vasily Petrenko. Continuo la collaborazione con il tenore Andrea Bocelli che nelle prossime settimane mi porterà a suonare a Varsavia, Cracovia, Budapest. Mi dedico sempre all’insegnamento a Zurigo facendo di tanto in tanto delle Masterclass: la prossima sarà a Jacksonville in Florida a fine ottobre». 

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