L'ANALISI
A TEATRO
15 Gennaio 2023 - 20:15
CREMA - Non soltanto Parole, ma tanto talento e poesia nello spettacolo di danza Volevo scriverti da tanto, andato in scena oggi pomeriggio al Teatro San Domenico. Un mix di storie legate a doppio filo dall’inconfondibile voce della Tigre di Cremona, Mina, attraverso i suoi più grandi successi.
A ogni storia, un brano. Tutti, inseriti nella cornice di un locale anni ’80, il 1981 Café appunto, dove una magica ed eclettica padrona di casa (la nota Dragqueen Baba Yaga) sembra tessere elegantemente le fila del racconto e dei suoi protagonisti, con impeccabili performance e momenti di spettacolo. Ognuno ha qualcosa a che fare col contesto del locale: Jacopo il cameriere e Francesco il barman, ad esempio; ma anche semplici avventori come Lucia, Linda, Vito e Denny. Nomi che sono anche quelli di battesimo dei loro interpreti, danzatori professionisti come Denny Lodi e Vito Coppola (ideatori dello spettacolo) e i colleghi Jacopo Ballabio, Francesco Boccia, Lucia Monaco, Linda Fisichella.
Veri e propri caratteri che hanno portato sul palcoscenico visioni dell’amore differenti, ma in grado di cambiare le vite dei propri personaggi in scena: chi è confuso da una conoscenza tormentata e non si riconosce; chi pensa all’amore come a qualcosa da trattare con leggerezza e poco impegno; chi non vuole rinunciare ai propri principi e sogna il principe azzurro, prima di scontrarsi con la realtà; chi ancora vorrebbe rinunciare ai sentimenti per non soffrire, ma poi sceglie di mettersi al primo posto; chi deve far cadere la propria maschera da latin lover per essere davvero felice e chi decide di vivere la vita a pieno, seppur consapevole che non sarà mai accettato fino in fondo. Tutte le storie sono scivolate poeticamente sulle note di tanti successi di Mina o da lei reinterpretati, capace in ogni momento di raccontare la suggestione emotiva che stava attraversando i protagonisti: da Volevo scriverti da tanto, anche titolo dello spettacolo, a La voce del silenzio, Raso, Io non sono lei, Oggi sono io, L’importante è finire, E se domani, Io e te da soli e tante altre.
Neutri i costumi ed essenziali ma curatissima le scenografia, così da restituire la potenza evocativa non solo dei locali anni ’80 fatti di musica e socialità (qui ai tavoli le comparse Lucrezia Sanna, Marta Donida Maglio, Laura Riva, Francesca Grassi Scalvini e Greta Mariani) ma anche delle stesse storie raccontate. Coreografie di Costantino Imperatore, Coppola, Ballabio. Collaborazione di Isabella Meregalli. A vincere su tutto, il sentimento più puro. Emozionante, il monologo finale di Francesco Sole, Tutta colpa dell’amore. Prima produzione emozionante per Lodi.
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