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Oltreibanchi compie 30 anni, e il teatro diventa un gioco

La rassegna dedicata agli spettatori in età scolare è una sfida che da tre decenni punta sul pubblico del futuro

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

06 Gennaio 2023 - 19:16

Oltreibanchi compie 30 anni, e il teatro diventa un gioco

CREMONA - Trent’anni di «Oltreibanchi» è un traguardo, ma al tempo stesso una sfida a non demordere, a continuare sulla via della formazione del nuovo pubblico. Lo è a maggior ragione oggi, dopo i due anni di pandemia, che hanno messo a dura prova il settore di teatro per l’infanzia, non solo per la chiusura dei teatri, ma anche per il lento rientrare nei ranghi delle attività extrascolastiche.

È dunque, ancora più importante, sottolineare come tre decenni di rassegna dedicata agli spettatori in età scolare sia un segnale forte che conferma come il Ponchielli e in buona parte anche i teatri del territorio mantengano – risorse permettendo – spazi dedicati al teatro ragazzi, nella consapevolezza che ciò sia necessario per un ricambio del pubblico. Piace immaginare che non sia un caso che i giovani siano una presenza costante nelle stagioni serali e questo non solo grazie ai biglietti scontati, ma anche per merito di una tradizione che vede il Ponchielli da sempre attento al mondo della scuola.


Ma da dove inizia questa storia? Inizia dalla volontà dell’allora direttrice artistica del Ponchielli – teatro comunale - Angela Cauzzi di ospitare in città la prima edizione di «Segnali», la vetrina del teatro ragazzi lombardo, alla fine degli anni Ottanta. In quell’occasione si ebbe la possibilità di apprezzare e approfondire la forza formativa del teatro, portando al Ponchielli, in Santa Maria della Pietà, al Filodrammatici tante compagnie di teatro ragazzi: il Teatro del Buratto, il Teatro Città murata, il Teatro Alla ribalta, il Teatro all’improvviso di Dario Moretti, nomi che hanno fatto la storia del teatro per l’infanzia italiano. È da quell’esperienza e anche da quanto maturato negli anni di Recitarcantando, nelle edizioni dei primi anni Ottanta, che il teatro ragazzi ha cittadinanza a Cremona e non solo: tutto ciò accadeva a fianco di esperienze autoctone come quelle dei burattinai Graziano Carotti e Massimo Cauzzi, solo per fare due nomi.


A scorrere i cartelloni dal 1993 a oggi c’è di che raccontare la storia del teatro per l’infanzia, ma piace evidenziare come fin dalle origini ci sia stata la volontà di intrecciare i linguaggi e far sì che gli steccati di genere non sussistessero nello spettacolo per i più piccoli. Inoltre Oltreibanchi fu dalla metà degli anni Novanta in poi il cartellone che con maggiore coerenza e identità univa i teatri dell’allora Sistema Teatrale Cremonese che voleva ricondurre a una comune politica dello spettacolo le realtà di Casalmaggiore, Soresina, Romanengo, in seconda battuta Casalbuttano e poi Crema.


Non si può non ricordare il bellissimo Fratelli del Teatro alla Ribalta di Antonio Viganò, oppure in una mattina invernale l’incontro con Marco Paolini interprete e autore del Racconto del Vajont al Galilei di Romanengo per i ragazzi delle medie. Come non ricordare il bellissimo Romanzo di infanzia della coppia Bertoni/Abbondanza in cui teatro e danza si fondevano in poesia pura, oppure Con la bambola intasca del Teatro delle Briciole… Riferire dei trent’anni di Oltreibanchi è dunque un viaggio nel passato e nella consapevolezza che molti degli spettatori fra i 35 e 40 anni di oggi hanno probabilmente assistito alle proposte della rassegna di teatro ragazzi che da tre decenni cerca di contagiare i giovani con il virus del teatro, della sua strepitosa forza immaginativa.


L’anno scorso, rivedere il Ponchielli pieno di bimbi e incrociare i loro sguardi di stupore per quanto accadeva o veniva raccontato sul palco ha rappresentato una vera e propria epifania e rinascita di uno stare insieme e crescere insieme alla magia del «facciamo finta che…». Ecco da trent’anni il Ponchielli fa finta che formare al teatro sia possibile e lo fa con determinazione, aprendo le sue porte a bimbi che vanno dai 3 anni all’età dell’adolescenza e lo fa non ponendosi steccati di sorte: intrecciando la parola magica del racconto, il movimento poetico della danza, le cattedrali di suoni della musica lirica e della grande tradizione melica italiana, in collaborazione con Aslico.

Ecco perché raccontare dei trent’anni di Oltreibanchi è proiettarsi nel futuro e ogni volta, all’aprirsi del sipario, incantarsi davanti a un uomo che fa finta di essere altro da sé e ci chiede di crederci e di sognare con lui. Forse questo è il teatro: sognare insieme e scoprire che la finzione nasconde inattese porzioni di verità.

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