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CREMONA

Arte contemporanea. L’inizio o la fine del mondo

La mostra Minerali Cosmogonie di Tiziana Lorenzelli e Giorgio Palù porta i visitatori fuori dal tempo e dallo spazio

Barbara Caffi

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bcaffi@laprovinciacr.it

27 Novembre 2022 - 09:23

Arte contemporanea. L’inizio o la fine del mondo

Tiziana Lorenzelli e Giorgio Palù

CREMONA - Abbraccia, bacia, stringe mani, volteggia visibilmente contento, Giorgio Palù. Più contenuta, Tiziana Lorenzelli chiede se «Cremona è recettiva all’arte contemporanea? Avete i teatri, i violini...». Sono i protagonisti di Minerali Cosmogonie, mostra d’esordio di un progetto più ampio, che coinvolge i prodotti di forniture design di Metalli d’Autore, azienda gioiello del made in Italy che nasce nel contesto di Steel Group, leader nella lavorazione e nella fornitura dell’acciaio e di altri metalli, dal corten al bronzo e che è guidato da Tomas Caporali.


Dialogo è la parola chiave di un’esposizione sorprendente, inaugurata festosamente ieri e ora visitabile su appuntamento fino al 17 marzo prossimo, chiamando lo 0372 835983. Palù è cremonese, Lorenzelli arriva da Lecco. Entrambi sono architetti, perseguono una certa visionarietà in tutto ciò che fanno e amano il metallo, i metalli, novelli Efesto che plasmano il mondo e che - come tutti gli artisti - lo creano. Lo spazio espositivo è l’Hangar - Showroom di Steel Group, in via Milano, 20, poco dopo il passaggio a livello dove c’era la Piacenza, in una zona che difficilmente richiama l’idea di bello. Eppure. Eppure l’arte trasforma i luoghi, dona l’epifania dell’inatteso, mette in sintonia linguaggi diversi che tuttavia sanno usare lo stesso alfabeto.

Tiziana Lorenzelli (rappresentata dalla Cortesi Gallery Milano-Lugano), sperimentatrice da sempre, ha brevettato Aluflexia®, un foglio di alluminio che lei stessa lavora, piega, modella. Giorgio Palù preferisce utilizzare scarti di lavorazione, cui regala nuova vita e un senso nuovo. Le curatrici dell’allestimento, Ilaria Bignotti e Vera Canevazzi, hanno preferito evitare targhette e didascalie, troppo distraenti, perché se dialogo dev’essere, che dialogo sia: tra gli artisti, in primis, che si sono scoperti sulla stessa lunghezza d’onda; tra le opere che si specchiano l’una nell’altra, rimandando riflessi e dilatandosi nello spazio; tra le opere e Lucentia, il mobile di bronzo e acciaio ideato da Palù per Metalli d’Autore che cattura la luce e la rilancia; e tra le sculture e i visitatori, ipnoticamente catturati.


Fuori dal tempo, fuori dallo spazio, la mostra sembra portare il visitatore in un’era quasi mitologica, perché i metalli così lucenti e materici hanno un che di primordiale, rimandano a una provenienza cosmica accentuata da un uso spregiudicato del colore, sia esso l’oro o il blu Klein. Come all’inizio o alla fine del mondo, come a Cremona in una sera di fine autunno.

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