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CREMONA. NUOVI TALENTI

SpazioCinema, per la cremonese Matilde Veneri debutto d'attrice

Martedì 8 con il film «Il Principe di Melchiorre Gioia» di cui è protagonista: «Ho il cuore che batte a mille». Sarà in sala per introdurre la pellicola e chiacchierare con il pubblico

Barbara Caffi

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bcaffi@laprovinciacr.it

06 Novembre 2022 - 10:08

SpazioCinema,  per la cremonese Matilde Veneri debutto d'attrice

Matilde Veneri con Silvio Cavalli

CREMONA - Parli con Matilde Veneri e avverti la determinazione di una giovane donna che sta prendendo in mano il suo destino, ma anche un pizzico di sfrontatezza e il coraggio e la capacità di osare.

Martedì prossimo alle 21,30 Matilde sarà allo SpazioCinema di Cremona Po (via Castelleone) per introdurre prima e poi chiacchierare con il pubblico del film di cui è coprotagonista.

«Il Principe di Melchiorre Gioia». Una storia inutile di Andrea Castoldi è uno di quei gioiellini figli di produzioni indipendenti, che nascono con pochi soldi e che tuttavia riescono a portare ossigeno nel panorama cinematografico contemporaneo.

matilde

Matilde Veneri


«Nel film sono Lucia, l’unico amore normale del protagonista - spiega l’attrice cremonese - ed è una bella responsabilità. La vicenda è ispirata a una storia vera, il Principe è un uomo che ha sempre fatto lavoretti per sopravvivere e che di notte si trasforma, frequenta locali, gente sopra le righe».

La storia di Matilde, che oggi ha 27 anni, parte da lontano. A 3 anni comincia a frequentare corsi di danza, ma il palcoscenico - e le sale prova, i camerini, tutto quello che viene prima degli spettacoli - le è familiare da sempre. Matilde è figlia di Silvia Posa e nipote di Paola, le anime di TeatroDanza. Sapeva a mala pena camminare e già trotterellava sul palco del Ponchielli quando c’erano i saggi.

«Non c’è stata nessuna forzatura - dice -, mi è stata trasmessa la passione in modo molto naturale». Per anni, la danza è presente e futuro insieme, un sogno da costruire giorno per giorno. Fino ai quindici-sedici anni, quando per problemi di salute Matilde è costretta a rivedere la sua vita.

«Proprio quando le mie aspettative stavano cominciando a concretizzarsi - ricorda -, si è distrutto tutto. Avevo tutte le emozioni del mondo da esprimere e non sapevo più come. Con la danza non puoi stare ferma, il corpo si modifica».

Chiusa in casa - «mi sono sparata film a bomba, era l’unica cosa che potevo fare» - Matilde Veneri ridisegna il suo orizzonte, cambia prospettiva. Si iscrive a un corso di recitazione cinematografica a Milano. Fa la pendolare e il suo viaggio è qualcosa di più di una tratta chilometrica da percorrere ogni giorno.

«Ho cominciato a fare una cosa esclusivamente mia - racconta -. Nessuno mi conosceva, nessuno mi collegava a nessuno, nessuno ha mai avuto il sospetto che potessi essere raccomandata. Potevo sbagliare tutto o fare tutto benissimo, la responsabilità era solo mia».

Fino alla telefonata di Andrea Castoldi, uno dei suoi insegnanti. «Pensavo che mi chiamasse perché avevo sbagliato qualcosa, io e l’ottimismo siamo due cose diverse - dice Matilde -. Invece mi ha proposto di lavorare con lui. Stava lavorando a «Non si può morire ballando», aveva già cominciato e non poteva inserirmi nel cast artistico, così mi ha fatto fare la segretaria di edizione. È stata un’esperienza meravigliosa, ho avuto la possibilità di stare dall’altra parte e di sviscerare il film in ogni sua componente. Castoldi è un regista che non vuole lavorare con le grandi produzioni perché non vuole limiti alla sua libertà di espressione».

E poi è arrivato «Il Principe di Melchiorre Gioia», dal nome della strada milanese che dalla zona di porta Garibaldi va verso la periferia nord del capoluogo. Girato in sole tre settimane e finito prima del Covid, il film è prodotto da CF -Film, in collaborazione con Film Commission Lombardia e Faeria.

È stato fermo tre anni e solo ora ha cominciato la sua avventura distributiva. «Un’esperienza meravigliosa», per Matilde, con il «cuore a mille» nel rivedersi sul grande schermo: «Ero nel mio film, orgogliosa di me e di quello che sono riuscita a fare. È tutta roba mia e non era così scontato».

Le proiezioni, la sala stampa, mamma e fidanzato che assistono alla prima e si commuovono, «sul treno per Milano le gambe mi tremavano, ma adesso riesco a trasformare l’ansia in energia, in motore»: è come vivere in una bolla, ma con i piedi per terra. Nell’ambiente, il nome di Matilde Veneri comincia a girare, qualche agenzia chiama e ci sono fotografi che la cercano per shooting e pose, «ma non sono una modella».

Il futuro è una pagina bianca, tutta da scrivere. Potrebbero esserci altri film, magari in una grande produzione: «È uno dei miei obiettivi - ammette la giovane attrice -. I film delle grandi produzioni non sono necessariamente più belli, ma sarebbe un’esperienza nuova e sarebbe strepitoso. Anche nella vita sono una persona curiosa, credo sia necessario mettersi alla prova». Neppure l’idea di fare teatro è esclusa: per Matilde, già tra i protagonisti di Kite e di altri progetti di Teatrodanza, sarebbe un po’ un ritorno al passato.

Tanti gli attori e le attrici di ieri e di oggi cui fare riferimento, anche solo per un dettaglio. Audrey Hepburn, però, non ha rivali: «Lei è un’icona, è un modello a cui mi ispiro da sempre».

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