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La cometa del 1670: tutte le curiosità del Bresciani

E' un inedito curioso il «Diario di Cremona» che Francesca Beltrami ha trascritto per il suo lavoro di tesi

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

26 Ottobre 2022 - 08:46

La cometa del 1670: tutte le curiosità del Bresciani

CREMONA - E’ un inedito curioso il Diario di Cremona principiando dall’anno 1670 che Francesca Beltrami ha trascritto per il suo lavoro di tesi, presso il Dipartimento di Musicologia e Beni culturali.

La curiosità sta nelle annotazioni – sintetiche, a tratti telegrafiche – che Francesco Bresciani, figlio di Giuseppe e come il padre historico della città, redige quasi quotidianamente annotando eventi politici, feste e apparati trionfali, ma anche curiosi eventi atmosferici, imponenti nevicate, siccità, piuttosto che il passaggio di una cometa il 21 dicembre 1680, passaggio che Francesco Bresciani racconta così: «Questa nel primo aspetto pareva di color vario come d’irride vivo la coda perché il disco o sia il corpo non si apprendeva bene. Dopo il 24 fu veduta meglio et era il principio di coda infiammato ed il fine della coda di color livido e così il 25 et 26, essendo assai più elevata nel suo cielo, ma non era paruta ben considerare per essa sopraggiunta la nebbia».

LA COMETA DI NEWTON

Il passaggio di quella che è stata poi definita «Cometa Newton» perché poi Newton la utilizzò per dimostrare gli studi sulla meccanica orbitale, apparve nei cieli d’Europa a iniziare dal 14 novembre fino al termine di dicembre.

Francesco Bresciani dunque registra fatti attendibili, di cui è testimone di persona, ponendosi sulla scia paterna di attento storico e osservatore di ciò che accadeva nella Cremona del XVII secolo.

Con lo spunto di queste annotazioni legate a fenomeni meteorologici estremi – li chiameremmo oggi – il lavoro di Francesca Beltrami verrà illustrato e commentato oggi alle 16,30 presso il Dipartimento di Musicologia e Beni culturali dalla stessa autrice della trascrizione e dello studio del Diario, insieme a Marco D’Agostino, docente di paleografia, Miriam Turrini, docente di Storia del cristianesimo, Raffaella Barbierato, direttrice della Biblioteca statale.

CICLO DI CONFERENZE

L’incontro fa parte del ciclo di conferenze dal titolo: Cremona, l’Italia, l’Europa. Percorsi di storia dell’arte dall’antico al contemporaneo. Fra le curiosità annotate nel Diario di Francesco Bresciani, manoscritto n. 21, ci sono annotazioni rispetto a situazioni climatiche insolite come quella registrata il 26 giugno 1674 che il cronista definisce «fece una buona giornata con vento molto fredda», oppure il 24 marzo 1975 scrive: «venne gran quantità di neve e fu giornata stravagante».

E sempre nello stesso anno, il 21 maggio il Torrazzo fu colpito violentemente da un fulmine, durante un forte temporale. Tutte queste segnalazioni riscontrabili nel diario dello storico cremonese confermano quello che gli storici chiamano «piccola era glaciale – scrive Francesca Bresciani -, un periodo compreso fra il 1550 e il 1850, il cui culmine viene convenzionalmente situato nella prima metà del XVII secolo, quando in Europa si registrò un generale peggioramento climatico, caratterizzato da inverni lunghi e rigidi ed estate fresche e piovose, nonché da uno sviluppo notevole dei ghiacciai».

E le manifestazioni climatiche impetuose e spesso improvvise vennero spesso lette come segnali di una punizione di Dio così non di rado Bresciani mette in relazioni eventi climatici violenti con la necessità di placare l’ira di Dio con processioni e ostensione delle reliquie come accade nell’ottobre 1679 in seguito a piogge torrenziali e inondazioni per cui fu esposto in Cattedrale il Santissimo, mentre la mattina del 19 ottobre si portò in processione la statua della Beata vergine.

E si deve proprio alle rigidità degli inverni secenteschi la particolare compattezza e risonanza degli abeti rossi che poi Stradivari e la scuola di maestri liutai cremonesi individuò come particolarmente adatti alla costruzione dei violini. Una connessione questa messa in evidenza da alcuni storici della liuteria.

Fra le curiosità segnalate dal Diario di Francesco Bresciani e dalla trascrizione e dal commento di Beltrami ci sono anche «le celebrazioni civili e religiose, che durante il Seicento divennero un tratto distintivo di una città pienamente inserita nel contesto asburgico spagnolo, in cui ogni occasione gioiosa e non veniva presa a pretesto per organizzare una festa solenne – scrive nelle note introduttive Beltrami -. Fra le curiosità il Diario riporta anche la cronaca della rivolta del pane, avvenuta a Cremona il 6 luglio 1670, che rappresenta un tipo di reazione popolare che ormai stava dilagando in vari centri italiani ed europei, in risposta allo scarseggiare delle risorse alimentari primarie, dovuto ai raccolti danneggiati dal maltempo e dalle conseguenti carestie».

E dunque sono ancora le condizioni climatiche a essere protagoniste di un documento che immette direttamente il lettore nel clima – reale e metaforico – del XVII secolo, offrendo una cronaca in presa diretta di accadimenti di oltre 400 anni fa.

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