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Fotografia, quando l’abito fa il monaco e lo sportivo

Preti e suore «sdoganati» da ruoli e luoghi nel nuovo progetto del cremonese Guindani per Leica

Mariagrazia Teschi

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mteschi@laprovinciacr.it

27 Agosto 2022 - 12:20

Fotografia, quando l’abito fa il monaco e lo sportivo

CREMONA - Dall’incontro tra la locuzione del poeta latino Giovenale e le parole di papa Francesco raccolte nei sette concetti chiave «dell’enciclica laica» sui valori dello sport, nasce la galleria fotografica «Mens sana in corpore sano» che il cremonese Stefano Guindani firma ed espone dal 23 settembre presso la nuovissima Leica Galerie di via Mengoni a Milano, a due passi da piazza Duomo.


Siamo abituati a immaginare il quotidiano di suore, sacerdoti e frati dentro un mondo lontano dalla realtà, intermediari più che mediatori, protagonisti di ruoli complessi e ingombranti tali da annullare - talvolta — gli spazi personali. Chi c’è veramente dietro uomini e donne di fede che si muovono all’interno di un complesso di regole ineludibili e limitanti? Una rivoluzione semantica dell’immaginario collettivo sottende il progetto di Guindani, come sottolinea il curatore della mostra Denis Curti. «Partendo dalle suggestioni giacomelliane di inizio anni Sessanta, l’autore si imbarca in una missione ideologica volta a delineare un racconto visivo dei religiosi al giorno d’oggi». E così ecco sdoganate figure di consiglieri spirituali comunemente associate a liturgie e momenti di silenzio qui «svincolati da ogni preconcetto e trasportati sul piano universale grazie alla disciplina sportiva».


«Quale personalità si nasconde dietro la tonaca di suore e preti? È a questo interrogativo sociale che ho voluto rispondere con Mens sana in corpore sano - spiega il fotografo cremonese —. Le immagini in mostra fanno leva sull’aspetto umano dei religiosi, ne dipingono la straordinaria dedizione e al contempo la predisposizione all’agire, al divertimento, amalgamati da una dirompente vitalità pur nell’impaccio della tonaca che continuano a indossare». Con garbata ironia e leggerezza sottese da un soffio poetico, Guindani rende partecipe chi guarda di ciascuna storia raccontata. I suoi religiosi sono anticonformisti e audaci (e un po’ ci ricordano la figura di The Young Pope del film di Sorrentino): giocano a calcetto e a tennis, studiano i colpi del golf, si dedicano al surf e alle arrampicate, danno calci al pallone, sfrecciano in mountain bike, tirano a canestro, di box e con l’arco, lanciano il giavellotto, vanno in canoa, sciano sulla neve e sull’acqua, praticano il judo: tutti, uomini e donne, protagonisti di un racconto visivo dinamico e attualissimo che ce li fa percepire persone comuni, amici di scuola, di quartiere e di oratorio prima ancora che funzionari di chiesa.


«Ho sempre amato la danza e lo sport con la loro gestualità fatta di armonia, eleganza, forza e vigore. Ambiti che ho sempre amato, agli esordi come oggi — prosegue Guindani — corpi in movimento che sprigionano geometrie di bellezza. Tempo fa mi è capitato di vedere suore che giocavano a pallavolo, altre ne ho conosciute con la passione per il calcio. E così, riandando con il pensiero al grande fotografo marchigiano Mario Giacomelli, quello dei giovani seminaristi che giocano e si divertono nella neve durante la ricreazione, allo stesso modo dei nostri ragazzi, ho pensato di documentare i momenti di svago e di sport di preti, compreso un ortodosso, suore e frati di oggi. È un progetto di immagine e di comunicazione che - mi auguro — aiuti a portare il linguaggio della fede anche fuori dai luoghi canonici, abbattendo limiti e confini fisici e mentali».


Il lavoro «Mens sana in corpore sano» è stato realizzato con una macchina Leica SL2, fotocamera del sistema Leica SL, il sistema mirrorless professionale del marchio tedesco. «Scattare con LeicaSL2 è sempre segno di qualità e prestigio davvero impressionanti — aggiunge Guindani —. Le ottiche mi permettono di controllare la profondità di campo esattamente come voglio e ottenere un effetto di sfocato-pittorico che solo con queste lenti è possibile raggiungere. La completa padronanza dell’attrezzatura da parte del fotografo, inoltre, contribuisce a conferisce una sorta di serenità anche al soggetto al momento dello scatto».

Fotografo e soggetto non sono due entità separate, ciascuno trasferisce nell’immagine un po’ di se stesso. Tra le «connessioni» più empatiche quelle con don Alessio, spezzino, parroco a Levanto, fanatico del surf, che alla tonaca alterna la muta per andare a caccia di onde nella baia ligure; e don Paolo, super biker che pratica ad altissimi livelli, t-shirt e pantaloni neri, barba appena spuntata e croce al collo. «Un grande! Chi lo dice che in bici ci può andare solamente don Matteo»?

Stefano Guindani, «Mens sana in corpore sano». Leica Galierie Milano, via Mengoni. Dal 23 settembre a dicembre. A cura di Denis Curti.

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