L'ANALISI
21 Agosto 2022 - 18:51
La sedia sulla Castelleonese di una prostituta
SORESINA - Lungo la Castelleonese, all’incrocio con Luignano, c’era una ragazza che si prostituiva, seduta su una sedia bianca di plastica, dal tardo pomeriggio a notte. «Ora quella sedia non c’è più, la ragazza evidentemente si è trasferita altrove - racconta l’artista e fotografo Attilio Solzi -. Per un anno ho fotografato quella sedia, ogni giorno, la mattina e il primo pomeriggio, con i ‘resti’ di ciò che la ragazza aveva mangiato o le cose che lasciava lì. Poi durante il lockdown la prostituzione di strada è scomparsa, la sedia no ed è diventata parte del paesaggio, circondata dalle erbacce. Quando la donna è tornata l’ho vista ripulita, così come la zona intorno, fino a quando donna e sedia sono scomparse».
Tutto ciò ha dato vita a «The Absence», mostra personale che si terrà dal 16 settembre alla galleria Metronom di Modena e sarà inaugurata nell’ambito del Festival della filosofia.
«Ho raccontato il trascorrere del tempo, l’assenza del corpo e i segni della vita della ragazza, bloccando l’immagine della sedia scatto dopo scatto - racconta -. Solitamente il corpo è protagonista delle mie fotografie, lo è stato con il racconto per immagini delle prostitute/travestiti alla stazione di Milano, lo è stato in molti altri lavori. Qui ho voluto frequentare l’assenza e cogliere la presenza del corpo nei lasciti, nello spazio vissuto e che continua a dare testimonianza del corpo pur in sua assenza».
Il racconto di «The Absence» si compone di 356 foto, una al giorno, «la serie di immagini documentano lo scorrere del tempo, il passare delle stagioni che si coglie nel campo innevato piuttosto che verde di rinnovata primavera e la sedia sempre lì, lei si immutabile se non nel suo stare, negli oggetti e nello spazio che cambia intorno ad essa - commenta il fotografo -. La presenza umana è solo suggerita, la grande assente di queste fotografie».
E ovviamente di fronte a quella sedia l’assenza è viatico per prendere consapevolezza di persone invisibili, ai margini della società e della comunità, persone che lasciano segni impersonale, forse trascurabili com un pacchetto di sigarette o una bottiglia di birra, ma che Attilio Solzi blocca nel tempo e nello spazio con il suo obiettivo, reperti di vita, lasciti di un’esistenza che vive all’imbrunire e nella notte e che per comodità noi demoni diurni ignoriamo e facciamo finta di non vedere.
Ecco: «The Absence» ci chiede di vedere oltre il visibile, ci offre una porzione di realtà, quella sedia è parte per il tutto e il tutto è la storia di una donna che fa mercato del suo corpo. Lo sguardo di Solzi, intimo e attento, riesce a documentare questo luogo lasciandoci immaginare chi sono i suoi frequentatori, chi lo reclama come proprio chiedendo allo stesso tempo tutela e diritti.
Per questo la mostra di Solzi trova un suo luogo deputato a Festival filosofia di Modena, quest’anno dedicato alla giustizia. Quella sedia bianca all’incrocio fra la vietta che porta a Luignano e la Castelleonese è - nello scorrere impietoso dei giorni - un segno totemico che accusa la nostra indifferenza, che mette in evidenza la nostra cecità verso un’umanità invisibile Solzi racconta grazie alla sua assenza.
«The Absence» non è solo una mostra, ma è anche un libro d’artista per cui Solzi ha ricevuto il Premio Marco Bastianelli per il miglior libro fotografico. Solzi sarà premiato il prossimo 8 settembre a Roma presso l’Associazione della Stampa Estera, dove si terrà la cerimonia di consegna dei riconoscimenti.
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