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PROMOSSI E BOCCIATI

Festival, musica e lirica al top

Nei voti del Ministero il Ponchielli è il miglior teatro di tradizione in Lombardia insieme al Grande di Brescia

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

18 Agosto 2022 - 09:42

 Festival, musica e lirica al top

Una scena di "Il ritorno di Ulisse in patria"

CREMONA - Promossi e bocciati, il ministro Dario Franceschini ha dato i voti e stilato le pagelle per l’attività di produzione musicale dei teatri di tradizione italiani. C’è chi eccelle nella qualità del progetto musicale, chi in innovazione o nelle iniziative di promozione e di formazione del pubblico. Le valutazioni del Ministero per i teatri di tradizione riguardano le diverse forme di spettacolo e soprattutto sono il viatico per poi ottenere i finanziamenti, ovvero avere i soldi per fare attività artistica: «finanziamenti che si sapranno solo il prossimo anno, per quanto calibrati sull’attività svolta nel 2022», sottolinea Andrea Cigni, sovrintendente del Ponchielli che non nasconde la soddisfazione per i voti ottenuti: «Meno alti di qualche anno fa, ma c’è stato un livellamento generale», specifica.

Una scena della "Fanciulla del West" di Puccini


«Le pagelle del Ministero riconoscono la qualità dell’attività svolta per quanto riguarda la programmazione musicale: concertistica e lirica, insieme al Festival Monteverdi, le stagioni che possono accedere ai finanziamenti ministeriali - spiega -. Fa piacere constatare come nella totalità del punteggio ricevuto il Ponchielli sia insieme al teatro Grande di Brescia il migliore in Lombardia». Ed infatti entrambi i teatri ottengono 23,5 punti su un totale massimo di 35. Se poi si estende il range all’intero Paese, ottengono un punteggio superiore al Ponchielli solo I Teatri di Reggio Emilia e il Comunale di Ferrara. Il Ponchielli nella classifica ministeriale si posiziona meglio del Regio di Parma, del Donizetti di Bergamo, ma anche del Municipale di Piacenza e del Fraschini di Pavia.


Le rivali Cremona e Brescia se la giocano alla grande sul territorio lombardo e anche per questo non è mancata la vicendevole telefonata di soddisfazione reciproca fra i due sovrintendent: Cigni e Umberto Angelini. Dopotutto l’attuale sovrintendente del Ponchielli è stato segretario artistico per la lirica al Grande di Brescia. Guardando alle singole voci e facendo il raffronto fra Brescia e Cremona, il Ponchielli nella categoria qualità artistica del progetto si porta a casa tre punti e mezzo contro i quattro del Grande, nell’innovazione dei progetti e nella responsabilità del rischio culturale il Ponchielli con quattro punti ha la meglio sul Grande e sempre il teatro cremonese spicca per i progetti legati alla formazione del pubblico e alle iniziative di educational per scuole e università.

Daniele Gatti durante un concerto della Mahler Chamber Orchestra


«Ma al di là delle singole voci è una soddisfazione vedere come gli sforzi di questa ripresa post pandemica siano stati colti dal Ministero e si siano tradotti in un punteggio che ci premia a livello lombardo per quanto facciamo per musica e lirica - commenta Cigni -. Fare confronti con la situazione pre-Covid oggi non ha senso, il mondo è cambiato e anzi dobbiamo impegnarci sempre più per elaborare nuove strategie e iniziative per far tornare il pubblico a teatro, per tenere alta la qualità delle proposte».


Nella pagella ministeriale dedicata alle manifestazioni festivaliere di carattere musicale la kermesse dedicata al divin Claudio si è guadagnata 27 punti su un massimo possibile di 35 al pari del festival della Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, posizionandosi al quinto posto della classifica ministeriale. Un risultato non da poco: «Meglio del nostro festival monteverdiano fanno la Fondazione Accademia Musicale Chigiana, la fondazione Paolo Grassi di Martina Franca, le Settimane musicali di Stresa ovvero istituzioni festivaliere che sono parte stessa della storia musicale italiana.

Andrea Cigni

Nei primi dieci festival italiani il Monteverdi c’è e si è guadagnato una quinta posizione di tutto rispetto, a pari merito con Jesi. Credo che questa sia la conferma di come il lavoro fatto sul Festival Monteverdi stia dando i suoi frutti e lo si vede nella votazione alta per le sezioni legate alla rilevanza internazionale degli artisti ospitati e all’innovazione del progetto - sottolinea Cigni —. Le valutazioni del Ministero dicono che col Festival Monteverdi si è intrapresa la via giusta, ma ora bisogna lavorare per il riconoscimento come festival di valore nazionale, un percorso lungo e che ora rischia di arenarsi con il cambio di governo. Per raggiungere l’obiettivo sarà importante avere un rappresentante cremonese a Roma, sarebbe un peccato che il lavoro iniziato con l’onorevole Luciano Pizzetti non trovasse un suo compimento. Il futuro del Festival Monteverdi sta nel riconoscimento del valore nazionale, le votazioni del Ministero ci incoraggiano a procedere lungo questa direzione. La strada è in salita, ma non ci perdiamo d’animo, nella consapevolezza che un Festival Monteverdi di altissimo richiamo possa essere un volano importante per tutta la città, una vetrina internazionale importante».


Lunedì il Ponchielli riaprirà i battenti, i primi appuntamenti di settembre - in piazza del Comune con Sangiovanni prima e poi con Gianna Nannini - daranno il via all’ultima parte della stagione 2022 che si compie nel segno di due parole: Teatro e futuro. I voti del ministero instillano fiducia e un cauto ottimismo, ora la parola passa al pubblico, alla città e alla capacità del Ponchielli di guardare lontano senza disattendere le attese del pubblico cremonese.

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