L'ANALISI
30 Dicembre 2025 - 16:55
Angela Bellardi, Giuseppe Foderaro e Roberto Fiorentini, del consiglio direttivo di Fondazione Città di Cremona, alla conferenza stampa
CREMONA - «Ad animarci è la carità, esclusivamente laica, che ispira questo luogo da quando esiste». Così Giuseppe Foderaro, presidente di Fondazione Città di Cremona, si guarda alle spalle, formulando un resoconto del suo primo anno di mandato, trascorso a fianco della sua squadra di consiglieri. Oggi la conferenza stampa conclusiva dell’annata 2025, per tracciare un bilancio della gestione del patrimonio immobiliare e culturale della Fondazione.
Un’annata definita senza mezzi termini «sfidante», perché i nuovi consiglieri hanno dovuto «approfondire le dinamiche di funzionamento della Fondazione». Tuttavia, al netto degli ostacoli, la via tracciata è stata chiara fin da subito: «Fare di Fondazione Città di Cremona un punto di riferimento del welfare cremonese, a maggior ragione in un momento in cui il pubblico fa sempre più fatica ad investire nel settore».
E per molti aspetti, il contributo concreto della Fondazione a favore degli enti benefici del territorio è stato notevole. «Contiamo su un patrimonio immobiliare rilevante — questa la premessa di Foderaro — il cui utile di bilancio viene reinvestito sul welfare del territorio tramite bandi. Un’attività che ci caratterizza da tempo e che abbiamo proseguito anche quest’anno». Infatti, di questo patrimonio immobiliare, chiarisce Foderaro, «una parte è concessa in comodato d’uso gratuito, per favorire determinate fasce della popolazione oppure per sostenere attività di elevato valore sociale».

È il caso degli immobili in cui opera l’azienda speciale Cremona Solidale. «Anche quest’anno Cremona Solidale ha potuto usufruire gratuitamente dei nostri immobili — spiega Foderaro —. Imu e spese straordinarie sono a nostro carico. Lo facciamo per favorire la popolazione anziana, rinunciando a introiti notevoli così da poter generare un risparmio indiretto nelle rette degli ospiti della struttura».
Il raggio d’azione della Fondazione si è spinto anche oltre Cremona Solidale: «Con Agropolis abbiamo adottato lo stesso tipo di convenzione — spiega Foderaro». Lo stesso vale per il progetto «Casa VERA», promosso in partnership con Aida e Rotary per offrire un rifugio alle donne vittima di violenza. Oltre al benessere sociale, il nuovo Cda ha anche portato avanti una serie di battaglie culturali.
Merito anche della curatrice Raffaella Colace, che ha avviato un’attività di «valorizzazione del nostro patrimonio»; a cominciare da «incontri di approfondimento» su temi di interesse artistico, come la produzione di Caravaggio e Boccaccio Boccaccino, per finire con la costruzione di «ponti» con le università del territorio, nella consapevolezza che «il dialogo tra questi mondi è altamente auspicabile». Così Fondazione Città di Cremona, nel 2025, ha rafforzato la sua identità di ente filantropico.
Proprio da qui prende le mosse una delle novità del prossimo anno: «Sono in corso valutazioni — spiega Foderaro — sul tema dell’adesione della fondazione al Runts (Registro unico nazionale del terzo settore), in cui saremmo classificati come ente filantropico. Sulla predisposizione delle procedure siamo ottimisti. L’adesione al registro comporterà benefici fiscali diretti e indiretti, che ci consentiranno di liberare risorse a sostegno di ulteriori progetti e iniziative di welfare sulla città nei prossimi anni. Potremo inoltre accedere a bandi ad hoc riservati agli Ets».
Altro obiettivo del 2026 è quello di «rafforzare il fundraising» considerato che «la Fondazione ha sempre vissuto di lasciti e donazioni». Parallelamente, «ci sarà un’attività di ottimizzazione del patrimonio immobiliare, in modo da introitare ulteriori risorse pronte da reinvestire su altre iniziative orientate al sostegno delle fasce deboli». Un altro fronte che si aprirà nel 2026, infine, sarà quello di palazzo Fodri, su cui la fondazione ha già fatto «importanti interventi di restauro sulle facciate», e per cui il prossimo step sarà quello di valorizzare il cortile.
L’obiettivo finale, conclude Foderaro, è quello di «diversificare il patrimonio in modo tale che le fonti di rendimento, combinate, contribuiscano a dare una maggiore stabilità possibile. In questo modo, dopo un anno così intenso in termini di cambiamenti come quello passato, potremo dare spazio ad un periodo di crescita e di forte attenzione agli investimenti su welfare e città».
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