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CASALMAGGIORE

Il blisgòn diventa arte: il piatto tipico celebrato da Giovanni Sartori

L’artista casalasco ha realizzato un’opera materica dedicata al tortello di zucca, Re Blisgone, con tonalità aranciate e sabbia del Po. Accanto alla pittura, una poesia in dialetto di Laura Righi racconta con ironia le differenze tra tortello e blisgòn, esaltando tradizione e identità locale

Pierluigi Cremona

Email:

pierluigi.cremona@virgilio.it

30 Dicembre 2025 - 05:10

Il blisgòn diventa arte: il piatto tipico celebrato da Giovanni Sartori

CASALMAGGIORE - Parla casalasco il nuovo piatto realizzato dagli Amici della cucina cremonese. Porta alla ribalta il blisgòn, il tipico tortello di zucca di Casalmaggiore.

L'opera è stata realizzata dall’artista casalasco Giovanni Sartori, ex professore universitario di chimica che ha fatto della materia il centro della propria ricerca. Si distingue per una tecnica materica che combina strati di colore e sabbia del fiume Po, dando vita a una superficie tridimensionale capace di coinvolgere lo sguardo e il tatto.

Dominano le tonalità aranciate della zucca, chiaro omaggio alla tradizione gastronomica casalasca e ingrediente simbolo del blisgòn. Nel dipinto prende vita una figura allegorica: Re Blisgone, sovrano goloso, simbolo del territorio casalasco e delle sue tradizioni.

A renderlo ancora più carico di significato è la scena che lo circonda: a portargli in dono, infatti, un vassoio colmo di blisgòn fumanti sono i Re Magi, trasformando un gesto sacro e universale in un omaggio alla cultura della tavola locale. Alla base del piatto sono raffigurate anche le due versioni del condimento tradizionale, burro e salvia o sugo di pomodoro.

Accanto all’arte visiva, non poteva mancare la poesia, altro pilastro della cultura popolare. Per l’occasione Laura Righi ha composto un testo dialettale che accompagna e presenta il piatto, giocando con ironia e affetto sulle differenze tra due prodotti simili ma profondamente diversi: il tortello e il blisgòn.

Nella poesia, il 'siòr turtèl' è descritto come un fannullone che ama stare comodo e adagiato, per via della sua morfologia, mentre il 'siòr blisgòn' è identificato come uno spaccone che fiero come un gallo si presenta dritto sul piatto, grazie alla sua chiusura a bauletto. Un gioco poetico che diventa lezione di cultura gastronomica e identità territoriale.

«In questo intreccio di immagini, parole e sapori si riflette la missione degli Amici della Cucina Cremonese: valorizzare la cucina non solo dal punto di vista culinario, ma anche come espressione culturale. Un impegno che acquista un significato ancora più profondo alla luce del recente riconoscimento della cucina italiana come patrimonio immateriale dell’Unesco. Durante le feste di Natale, mentre sulle tavole tornano i piatti della tradizione e nelle case si rinnova il rito dell’attesa, il Re Blisgone di Sartori, le poesie in dialetto e l’impegno degli Amici della Cucina Cremonese ricordano che la cucina è molto più di solo cibo, ma è anche memoria, racconto, identità», spiega Davide Mometto, membro dell'associazione.

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