Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

LE CELEBRAZIONI DEL NATALE

«In questo abbraccio l’amore e la speranza che portano la pace»

Napolioni esalta gli uomini e le donne «capaci di povertà, condivisione e santità»

Gianpiero Goffi

Email:

redazione@cremonaonline.it

26 Dicembre 2025 - 17:01

«In questo abbraccio l’amore e la speranza che portano la pace»

CREMONA - «Dio abbraccia tutta la storia umana, come una madre abbraccia il suo bambino».

È la frase che ha fatto da filo conduttore del magistero natalizio del vescovo Antonio Napolioni, nella messa di mezzanotte come in quella delle 11 del mattino, in un duomo gremito di fedeli, compartecipi delle note di speranza e di gioia della tradizione musicale liturgica, grazie al coro della cattedrale diretto da don Graziano Ghisolfi e accompagnato dall’organo, dalla tromba e da un ensemble di archi.

Introducendo la concelebrazione del giorno, il vescovo non ha dimenticato quella di poche ore prima, nella Casa circondariale, per i detenuti e il personale, invitando tutti ad allargare nella preghiera lo sguardo ed il cuore verso i carcerati, i malati, i sofferenti e gli emarginati, e anche a chi non crede.

Il tema dell’abbraccio di Dio, del suo dono d’amore come premessa della pace, è stato sviluppato nell'omelia, con la consapevolezza che i cristiani sono sottoposti a una duplice tentazione: tornare indietro con nostalgia o fuggire in avanti.

La prima ci fa dimenticare che la storia è pur sempre stata segnata dal peccato e dalla violenza. La seconda ci incanta con le sfide senza precedenti delle scienze e delle tecnologie, ma include il timore di diventarne in qualche modo vittime, generando sfiducia, a partire dai giovani.

rere

Aiutano due espressioni della Parola di Dio, ha detto monsignor Napolioni: ‘In principio’ e ‘Ultimamente’. Infatti «la rete di salvataggio» è rappresentata da ciò che il Signore ha fatto tra questi due termini, donandoci la vita, dando all’uomo e alla donna una grande responsabilità, ma anche la garanzia di una «paternità», la libertà e insieme l’offerta di alleanza, che hanno generato nella storia umana pagine drammatiche e altrettante di meravigliose.

Non siamo avviati verso il «nulla», pur se «possiamo autodistruggerci» – ha aggiunto il presule. Dio però, fra la notte santa del Natale e il sole oscurato dalla morte di Gesù, ha iniziato una nuova creazione, resa pienamente manifesta dal Risorto e dal dono dello Spirito, generando la Chiesa, moltiplicando «uomini e donne capaci di povertà, di condivisione, di santità»; grazia su grazia, un arcobaleno di pace e di fiducia.

Tutto questo ci chiama in causa e si gioca ancora «nel nostro piccolo oggi». Napolioni ha ricordato di aver portato nei giorni scorsi la statuetta del Bambinello sull’altare della cappella del Palazzo vescovile: «Ha le braccia spalancate, perchè non vuole stare solo!».

iuiu

Questo vuole il Signore: che lo lasciamo camminare con noi, accompagnati ad «osare altri abbracci» che il vescovo ha esemplificato: quelli tra una mamma e un papà per la nascita di un figlio; quelli che diamo, senza orpelli di parole, a chi vive il momento del dolore; quelli di riconciliazione; l’abbraccio al «mistero» che ci fa leggere la nostra vita come «vocazione e missione», spendendoci per darle un senso e senza rammarico.

È così che «a Natale facciamo anche Pasqua», ha detto ancora, «con la libertà di viverlo come se fosse l’ultimo»; lo so che suona male, ma se fosse davvero l’ultimo cosa faremmo? Cercheremmo di aggiustare i conti, ci chiuderemmo in un bunker, o andremmo piuttosto ad abbracciare le persone che amiamo, a ricevere la consolazione dello Spirito?

È dal vivere il Natale con «radicalità ed essenzialità» - ha soggiunto - che nasce «un abbraccio che si moltiplica e diventa forte e potente, a cominciare dalle nostre case e dalla nostra città».

A conclusione del pontificale e prima di impartire la benedizione, il vescovo ha unito agli auguri natalizi l’invito ai fedeli a convenire in cattedrale, domenica 28 dicembre 2025 della Santa Famiglia, alle ore 17, per la solenne conclusione diocesana del Giubileo.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400