L'ANALISI
22 Dicembre 2025 - 05:00
Il presidente del Comitato di quartiere Luigi Armillotta e dei ladri in una foto d'archivio
CREMONA - C’è un silenzio teso, nelle sere del quartiere Boschetto. Non è solo l’assenza di rumori, ma una paura che ha preso casa, radicandosi tra i vialetti e i giardini. Lo racconta Luigi Armillotta, presidente del comitato di quartiere: «I residenti non si sentono tranquilli a casa loro. È innegabile che la situazione sia tesa». Una tensione che è tornata a salire, ancora una volta, ieri mattina con l’avvistamento di un’auto sospetta, un’Audi bianca dalla quale era sceso «un uomo che studiava le case».
Accortosi di una residente che era uscita di casa per controllare la situazione, l’uomo si è «precipitato a bordo, dove lo attendeva qualcuno alla guida che è partito sgommando in direzione della città. La signora è comunque riuscita ad appuntarsi e segnalare la targa sospetta». E venerdì l’ultimo colpo messo a segno: «Sono entrati dalla porta sul retro nell’abitazione di una signora, uscita per cena. Sicuramente ne hanno studiato i movimenti, approfittando della sua assenza per entrare, mettere a soqquadro la casa e rubare denaro e preziosi».
Il Boschetto è ormai da mesi preso di mira, con «furti che non si sono mai interrotti», con un ritmo di episodi che logora la quotidianità. Il quartiere, con le sue cinque vie di ingresso, si trasforma in un labirinto facile da violare: «Facile entrare, facile scappare», sottolinea Armillotta, evidenziando come sia semplice per i malintenzionati «muoversi da un giardino all’altro». In questo scenario le due telecamere annunciate in arrivo entro l’anno suonano come una risposta necessaria, ma insufficiente: «Le forze dell’ordine passano e non vogliamo puntare il dito contro nessuno – continua Armillotta – ma allo stesso tempo riflettiamo sull’assenza di un sistema di rilevamento delle targhe in zona».
I sistemi permettono di tracciare le auto segnalate, rubate o già note alle forze dell’ordine e in città sono presenti in via Mantova, via Giuseppina e via Milano. A complicare il quadro un cambio regolamentare che ha spento un importante canale di collaborazione. «Funzionava molto bene. Con un solo canale si avviavano sia residenti che forze dell’ordine». Un sistema di allerta rapido e partecipato, ora interrotto perché «la polizia locale non poteva più prendere in carico segnalazioni dalla chat». Ora i cittadini fanno le loro segnalazioni direttamente al comando di porta Venezia «ma, temo, tanti non sporgono nemmeno denuncia quando l’entità del danno è limitata».
Ma nel frattempo la sensazione di insicurezza nel quartiere resta critica: «Gli allarmi scattano nel cuore della notte, le telecamere private rilevano movimenti nei giardini. Io credo che l’unico deterrente efficace resti l’allarme esterno». E mentre le incursioni non accennano a fermarsi tra i residenti si diffonde l’esigenza di soluzioni diverse.
«Tanti concittadini – continua Armillotta – mi hanno chiesto se come comitato potessimo attivare un appalto con un servizio h24 di vigilanza privata. Non è tra le nostre competenze ma, devo dire la verità, se ci fosse questa possibilità sarei il primo a firmare. Perché il Boschetto ha paura, la gente non si sente al sicuro in casa propria». Con il periodo delle feste e le ferie che portano tanti lontano da casa l’urgenza di sicurezza resta palpabile e l’attesa di risposte concrete non ammette più rinvii.
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