L'ANALISI
17 Dicembre 2025 - 05:05
SONCINO - Non conosce pause, nemmeno con l'inverno, la voglia di riportare alla luce il passato romano e celtico del territorio. Tra Isengo e Gallignano, il milanese Gruppo Archeologico Ambrosiano, insieme ai colleghi di Como e alla branca nostrana di Aquaria, ha ripreso le attività anche nella fascia fredda, confermando che la ricerca archeologica a Soncino non è affatto un affare stagionale. Anzi. Gli scavi proseguono, così come le ricognizioni e, soprattutto, la catalogazione dei primi ritrovamenti emersi in queste settimane.
Il lavoro è ripartito tra il Bosco Vecchio e la Montagnola, aree ormai note agli studiosi ma tutt'altro che esaurite. Qui i volontari e gli esperti stanno affiancando alle esplorazioni sul campo un'attenta attività di studio dei materiali già rinvenuti: frammenti, oggetti, tracce che vengono analizzate, classificate e inserite in un quadro sempre più preciso. Un lavoro silenzioso ma fondamentale, che dà senso a ogni scoperta.
Una storia di ricerca che affonda le radici lontano, nell'intuizione di don Angelo Aschedamini negli anni Sessanta, quando il ritrovamento di armi celtiche alle Fontane Sante accese la scintilla. Da allora il percorso non si è mai interrotto e oggi molti dei reperti recuperati grazie al lavoro di Gaam e Aquaria sono esposti nel Civico della rocca, a disposizione di cittadini, scuole e visitatori.
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