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CREMONA. IL DLF IN ASSEMBLEA

Conti ko: l'ira degli iscritti, la ‘Ferro’ tenta il rilancio

Debiti ripianati dal nazionale, dal socio torinese e dalle quote, aumentate di 80 euro

Fulvio Stumpo

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redazione@laprovinciacr.it

16 Dicembre 2025 - 20:48

Conti ko: l'ira degli iscritti, la ‘Ferro’ tenta il rilancio

CREMONA - Tanti soci hanno la lettera di dimissioni nel cassetto e se vogliono andar via dalla gloriosa canottieri del Dopolavoro ferroviario dovranno consegnarla entro sabato.

Una decisione difficile, e l’assemblea che si è svolta oggi probabilmente non ha fugato del tutto i dubbi, ma almeno li ha indotti a rimanere, nonostante la crisi economica e debitoria dichiarata dalla società.

Una crisi che verrà risanata, in parte, da un aiuto economico del Dlf, da una quota della canottieri Dfl ‘Rosselli’ di Torinouno dei più grandi d’Italia e che ha già una quota della società cremonese — e dall’aumento delle quote dei 1.400 soci-iscritti di 80 euro in più all’anno.

Un’assemblea partecipatissima, sala gremita, con capannelli e conciliaboli. In sala non si è visto il contestato direttore generale, Andrea Cambiati, accusato dai soci di non saper mantenere i rapporti e di non aver saputo gestire la società.

Accuse ribadite «dalle centinaia di mail, Pec, lettere, telefonate, petizioni e firme, che mi sono arrivate da Cremona», ha detto Sergio Alberti, direttore generale della canottieri ‘Rosselli’, che oggi ha gestito l’assemblea assieme al direttore del settore alberghiero nazionale del Dopolavoro Alberto Sapuppo di Firenze e al presidente nazionale (Socio Unico è la denominazione della carica) Giuseppe Tuscano che ha chiuso i lavori con un chiaro e promettente «con noi tre siete in una botte di ferro».

Gli iscritti, probabilmente, sono stati convinti a rimanere e a ripartire, ma la sfiducia e i risentimenti di questi anni sono stati chiaramente espressi dalle battute, dalle richieste di chiarimenti, fino ad arrivare a dire: «Ma questi debiti da dove arrivano, i soldi come sono stati spesi?»

Alberti ha chiarito che le colpe non possono «essere ricondotte solo alle ultime gestioni, i debiti si sono accumulati nel tempo e voi non potete immaginare quanti soldi ha pompato l’associazione nazionale, ma adesso è inutile recriminare, occorre andare avanti se vogliamo salvare la canottieri (l’ha sempre definita così ndr). Avevamo — ha continuato — tre possibilità: chiuderla, darla in gestione ai privati o andare avanti e farla gestire dal Dopolavoro. Ebbene abbiamo scelto quest'ultima ipotesi, la più impegnativa, nonostante i privati erano non solo interessati, ma ci hanno fatto anche delle offerte. Ma i privati devono avere un giusto ritorno e dunque sarebbero aumentate le quote a dismisura, ci sarebbero stati degli stravolgimenti per voi soci, per cui eccoci qui a risanare assieme a voi».

Da oggi infatti la 'Ferro' avrà un consiglio di amministrazione composto dallo stesso Alberti e da Sapuppo, inoltre verranno eletti cinque soci che faranno da 'osservatorio' sull'operato del consiglio.

«Ci metteremo subito al lavoro, innanzi tutto per pagare i debiti, che vanno sempre onorati. E poi per tagliare alcuni centri di spesa che ci sembrano eccessivi. Redigeremo un piano di rilancio, noi non vogliamo fare concorrenza alle altre canottieri, ma faremo di tutto, campagne pubblicitarie promozioni e altro, per portare qui più gente. Inoltre vi annuncio che il 23 dicembre avremo un incontro, alle 11, con il Comune perché vogliamo acquistare i 12mila metri quadrati che gli appartengono e per i quali paghiamo un affitto annuo. Vedrete che rilanceremo questa nostra bellissima canottieri, ci daremo due anni di tempo ma ce la faremo».

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