L'ANALISI
16 Dicembre 2025 - 05:15
Panettoni, pandori e dolci donati dalla Sperlari
CREMONA - Qualcosa si muove. Alla richiesta di aiuto delle Cucine benefiche, che hanno lanciato l’allarme su queste colonne accendendo i riflettori su una situazione di grave crisi — con quasi un raddoppio delle richieste di aiuto da parte di chi non ha da mangiare —, alcuni imprenditori della città si sono fatti avanti per rispondere alla chiamata.
Tra i nomi dei primi generosi ci sono l’azienda Panificio Cremona, dell’ex presidente di Confindustria Stefano Allegri, che si impegnerà a procurare il pane, e Sperlari, che ha donato torrone e panettoni, insieme ad un’altra azienda dolciaria cremonese.
Si tratta di un primo passo importante, come sottolinea Claudio Bodini, presidente dell’associazione ‘Siamo Noi’, che insieme alla sua squadra sta reclutando le imprese di ‘generosi’ per venire in soccorso alla San Vincenzo.
«Eravamo a conoscenza delle difficoltà che stanno affrontando le Cucine benefiche». Questa la premessa. I primi a lanciare l’allarme, in effetti, sono stati proprio i volontari del ‘Pasto sospeso’, alcune settimane fa: si erano resi conto che le offerte raccolte dall’iniziativa (circa 60mila euro) non erano abbastanza per soddisfare all’effettivo bisogno di risorse economiche e alimentari indispensabile per il regolare funzionamento della mensa gratuita destinata ai poveri.

Infatti, come aveva riscontrato il presidente dell’associazione San Vincenzo De Paoli, Massimo Fertonani, da un anno a questa parte le persone che regolarmente si presentano alle Cucine benefiche sono tra le 75 e le 80, segnando un record storico (fino all’anno scorso si aggiravano intorno alle 35-40). Una pressione che richiede molta più liquidità nel bilancio, e che, se si mantenesse costante nel tempo, imporrebbe ai gestori di prendere «misure inedite, anche drastiche».
Eco perché la manovra di ‘Siamo noi’ è stata quella di «attivarsi fin da subito per provare a dare una mano, segnalando il problema in primo luogo alle imprese del territorio». Sperlari, Panificio Cremona e un’altra azienda cremonese hanno già risposto alla chiamata. «L’azienda dolciaria — prosegue — ha provveduto a fornire panettoni e torroni. Un gesto generoso che risponde al fatto che le Cucine benefiche da tempo hanno smesso di servire anche il dolce a tavola. Prima, invece, questa usanza c’era, essendoci le risorse necessarie. È un inizio. Panificio Cremona, invece, ha assicurato che provvederà a fornire il pane alla mensa».
Un buon risultato per questa prima fase di urgenza. «In questo momento — prosegue Bodini — stiamo cercando in primo luogo di prendere i contatti giusti. Il periodo delle feste, in questo senso, non è d’aiuto: il grosso si farà dopo le feste natalizie». Il lavoro, insomma, è solamente iniziato. Anche perché per superare le difficoltà serviranno sforzi ben maggiori. «Ci sarebbe bisogno di dare continuità a questa tipologia di interventi — così Bodini —. Le donazioni di questi giorni sono una risorsa che può essere utile per tamponare emergenze in questa fase, ma se l’afflusso di risorse non è continuativo è difficile gestire la situazione». In attesa che questo tipo di iniziative si concretizzino, «tutto quello che arriva è ben accetto».
«Il nostro intento — conclude Bodini — è quello di sensibilizzare le imprese e i privati cittadini. I cremonesi sono da sempre attenti a questo tipo di tematiche». Tant’è vero che anche il Pasto sospeso, in questi giorni, sta lavorando a pieno regime: «La nostra iniziativa, che consiste nel raccogliere offerte che vengono poi devolute alle Cucine benefiche, sta continuando ad andare bene. L’abbiamo proposto in alcune cene di Natale come occasione per dimostrare solidarietà, e abbiamo ricevuto un ottimo ritorno. Ma non è abbastanza».
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