Sospiro, il calendario: vent'anni con il cuore

SOSPIRO - Vent’anni di calendario sociale. Fondazione Sospiro celebra l’importante traguardo di una delle pubblicazioni più attese di questo periodo. Anno dopo anno il calendario di Fondazione Sospiro ha saputo raccontare con sensibilità e forza la bellezza dell’inclusione, ritraendo oltre duecento personalità del mondo dello sport, dello spettacolo e della cultura, insieme ad altrettanti ragazzi e ragazze con disabilità intellettiva e autismo.

Un'opera che ha fatto dell’incontro tra mondi, solo apparentemente distanti, un'occasione di riflessione, crescita e bellezza. Un oggetto diventato ormai iconico per i lettori del quotidiano La Provincia e per tutte le famiglie cremonesi e che uscirà in allegato gratuito con il giornale domenica.

«Anniversario, festa, ricchezza, memoria, orizzonte: sono cinque le parole da declinare brevemente per celebrare il ventennale del calendario di Cremona, pubblicato per l’edizione dell’anno 2026 – scrive il presidente di Fondazione Sospiro Giovanni Scotti nella prefazione al Calendario – Un traguardo importante quello di due decenni, perché pone il nostro calendario nel solco della tradizione. Non è più una iniziativa estemporanea ma, anno dopo anno e migliorandosi sempre più, è diventato anche un oggetto da collezione, da conservare oltre il tempo che ogni edizione ha scandito. Un risultato desiderato è sempre un momento di festa, tanto più se si celebra un compleanno significativo come quello dei vent’anni».

Un calendario che è ricchezza: quella racchiusa nei sorrisi dei personaggi famosi e dei ragazzi. «È memoria perché molto è cambiato nella nostra società dal tempo della prima edizione e ogni anno porta con sé volti, persone, affetti, gesti, ricordi. Infine è orizzonte poiché il ventennale è un momento di passaggio e siamo tutti chiamati a guardare avanti, ad accettare le nuove sfide future. L’augurio è di poter continuare ancora per tanto tempo, oltre a questi primi vent’anni, a proporre il calendario di Cremona, le cui immagini ogni anno destano curiosità, interpretano la società, parlano di solidarietà, si trasformano un po’ in favola in cui calarsi insieme ai protagonisti che vi sono ritratti».

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