L'ANALISI
13 Dicembre 2025 - 21:31
CASALMAGGIORE - Un importante tassello del patrimonio artistico locale è stato restituito alla comunità sabato 13 dicembre 2025, presso l’Auditorium ‘San Giovanni Paolo II’ di Casalmaggiore.
In occasione della ricorrenza di Santa Lucia, è stato presentato ufficialmente il restauro delle sette grandi tele di Marcantonio Ghislina, provenienti dalla chiesa di Santa Maria del Popolo (nota come chiesa del Vecchio Ospedale), unitamente alla pubblicazione del primo volume monografico dedicato all’artista.

L’evento, che ha registrato una significativa partecipazione di pubblico, ha visto la presenza delle autorità civili, del parroco don Claudio Rubagotti e del direttore amministrativo dell’Asst di Cremona, Gianluca Leggio, in rappresentanza dell’ente proprietario delle opere.
L’incontro ha permesso di ripercorrere la genesi di un progetto complesso, come ha sottolineato nel suo intervento Roberta Ronda, direttore del Museo Diotti. Il suo legame con l’artista risale agli anni Ottanta, epoca in cui lo studio del patrimonio locale si scontrava con notevoli difficoltà, tra strutture inaccessibili e carenza di documentazione fotografica.

Ora, il completamento del restauro e la realizzazione di un volume con immagini ad alta risoluzione rappresentano, come da lei ricordato, «la realizzazione di un sogno», frutto di «tantissimi piccoli passi» e di una stretta collaborazione tra enti.
La sinergia istituzionale è stata al centro dell’intervento di Gianluca Bocchi, presidente del Rotary Club Casalmaggiore, Viadana, Sabbioneta, che ha evidenziato come i finanziamenti per la pubblicazione siano stati approvati con voto unanime del Consiglio, in risposta a un obbligo morale verso la tutela delle opere. Il progetto, nato tre anni fa da un’idea condivisa con Filippo Piazza, aveva come obiettivo non solo il recupero conservativo, ma la piena valorizzazione del patrimonio attraverso uno strumento scientifico rigoroso.

Il profilo storico-artistico di Ghislina è stato delineato da Filippo Piazza, della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia, che ha definito l’artista «un vanto per chi è nato a Casalmaggiore» e un pittore di frontiera, attivo su un territorio ampio e complesso. Piazza ha illustrato le principali caratteristiche stilistiche dell’autore, evidenziando l’influenza del Parmigianino e il ruolo assunto da Ghislina nel contesto artistico del tempo.

Sugli aspetti tecnici del recupero si è soffermata Aria Amato, della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona, Mantova e Lodi, sottolineando l’impegno fisico richiesto dal restauro di tele di grandi dimensioni e l’attenzione posta nel rispetto della tecnica pittorica originale. Pur ribadendo l’importanza dell’intervento conservativo, Amato ha richiamato la necessità di puntare sulla prevenzione per garantire la tutela del patrimonio nel tempo.
Al termine della conferenza, i presenti hanno potuto visitare le tele restaurate nelle stanze nobili di Palazzo Abbaziale.
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