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Assise 2025: «La strada è spianata, ora passiamo ai fatti»

Al Politecnico il resoconto del Forum dell’Economia Cremonese dello scorso 20 ottobre. Bene produttività e Pil pro capite, freno a mano tirato su ‘nuove imprese’ e ‘innovazione’

Claudio Barcellari

Email:

cbarcellari@laprovinciacr.it

12 Dicembre 2025 - 16:33

Assise 2025: «La strada è spianata, ora passiamo ai fatti»

CREMONA - La provincia marcia a buon ritmo, con una produttività da podio in Italia; ma ha ancora bisogno di crescere, soprattutto sui due fronti delle infrastrutture e dell’innovazione. È questo, in breve, quanto emerge dalla radiografia che le Assise dell’economia cremonese 2025 hanno tracciato, su cui dopo poco meno di due mesi è stato aperto il sipario.

Così sono stati svelati i contenuti discussi durante la maxi assemblea del 20 ottobre scorso a Cremona Fiere, a cui ha partecipato un gruppo eterogeneo e onnicomprensivo composto da oltre 200 persone: i rappresentanti delle istituzioni, i vertici delle associazioni di categoria, i titolari di progetti e startup attivi sul territorio, le università, le banche, la Diocesi.

Il ritratto di Cremona è stato compendiato nel Booklet del forum economico, presentato nel dettaglio durante l’incontro di oggi da Ilaria Massari, direttore di Rei Reindustria e Innovazione. In apertura, i saluti introduttivi di Roberto Mariani, presidente della Provincia, che ha ribadito l’importanza del percorso intrapreso negli ultimi anni: «Quello di oggi — ha esordito — è un momento importante per dare riscontro di ciò che è emerso dai tavoli che si sono riuniti in occasione del forum economico».

Roberto Mariani

Il riferimento è ai nove cantieri ‘paralleli’ che hanno esaminato criticità e risorse del territorio da angolature differenti: Identità e marketing territoriale, Formazione Università e Its, Rafforzamento della Fiera, Infrastrutture, Azioni energetiche, Agricoltura, agroalimentare e zootecnia, Potenziamento del digitale, Progetti per la persona, con una ulteriore ripartizione in 28 tavoli, che «testimoniano un forte interesse per la proposta messa in campo».

Esaminando il percorso nel suo insieme, «quest’anno — ha puntualizzato — è stato fatto un lavoro importante: ora è il momento di passare alla fase due, quella in cui le proposte uscite dai vari tavoli si traducono in ricadute concrete sul territorio, come chiedono sia gli amministratori che le imprese. Consideriamo questo passaggio una sfida importante da realizzare già nel 2026». Con un importante «però»: «Senza collaborazione tra enti pubblici, impresa, terzo settore e gli altri mondi coinvolti non si va da nessuna parte — ha rimarcato Mariani —. È la condizione necessaria per dimostrare con i fatti che il nostro territorio ha davvero le forze di rete per promuovere il proprio sviluppo».

Gian Domenico Auricchio

Dello stesso parere anche Gian Domenico Auricchio, presidente della Camera di Commercio di Cremona, Mantova e Pavia: «Credo che il nostro territorio — ha messo nero su bianco — abbia la capacità di fare sistema: unire le forze è la strategia vincente per dare una svolta al nostro percorso». Con una disamina importante: «Quello che si è fatto non è scritto nella pietra: può essere arricchito e cambiare a seconda delle realtà che di volta in volta si costituiscono. Fermo restando che la rete è la premessa per poter progettare lo sviluppo del territorio assieme: ci sono priorità da anticipare sulle altre, procedendo per gradi a seconda delle priorità delineate dai tavoli».

Una rappresentazione che combacia su quanto gli indicatori economici fanno emergere. Ad entrare nel merito è stato Fernando Alberti, presidente di Strategique, in videoconferenza: «Dal punto di vista della produttività — ha illustrato — Cremona è scesa dal al 4° posto in Italia, mantenendosi su livelli di eccellenza. Buono il grado di specializzazione sui cluster forti (cosmesi e agrifood), per cui la provincia si mantiene in 6° posizione a livello nazionale».

Ilaria Massari

Le note dolenti: «Passiamo dal 50° all’83° posto per quanto riguarda i nuovi posti di lavoro». Brusca discesa anche per l’indicatore «Nuove imprese»: «Dal 25° all’80° posto». Segno che Cremona continua a distinguersi per la solidità della sua base produttiva, ma, allo stesso tempo, aumentano le difficoltà nel rinnovare il sistema economico, che perde terreno nelle dimensioni più sensibili alla trasformazione tecnologica.

La ricetta per cambiare passo, come ha spiegato Federica Belfanti, ricercatrice di Strategique, è ancora una volta quella di ragionare insieme per individuare i punti di forza e debolezza del tessuto economico. In generale, la rotta tracciata da tutti e quattro i tavoli tematici (Connessioni, Attrattività, Inclusione e Alleanze) è quella di «concepire uno sviluppo integrato e condiviso — come ha precisato Belfanti — capace di restituire competitività già a partire dal medio periodo». L’obiettivo della discussione, ha chiarito, è stato «quello di far emergere prospettive, priorità ed orientamenti strategici comuni come base di una nuova agenda».

«Durante le Assise — è entrata nel merito la ricercatrice — ogni tavolo ha lavorato a partire da una domanda, immaginando come sarebbe Cremona nel 2030 se alcune criticità latenti non emergessero. Per quanto riguarda le connessioni, il tavolo dedicato ha fatto emergere l’idea che senza infrastrutture il territorio rischia di rimanere indietro. I partecipanti hanno sottolineato che non basta realizzare le opere, serve un cambio di mentalità».

Per quanto riguarda l’attrattività della provincia per i giovani, le misure necessarie consistono in maggiore comunicazione tra impresa e ricerca, snellimento della burocrazia, semplificazione degli strumenti che servono ad avviare un’attività. Tanta la strada da fare anche sul fronte inclusione, per cui è necessario aggiornare competenze di insegnanti e orientatori, e su quello della capacità di fare sistema, «che sarebbe assicurata da strumenti come le Zis».

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