L'ANALISI
12 Dicembre 2025 - 09:22
Il nuovo robot chirurgico
CREMONA - Nella sanità l’innovazione è una necessità, soprattutto in un mondo in costante cambiamento. Ogni nuova tecnologia può tradursi in cure più precise, interventi meno invasivi, tempi di recupero più rapidi, e anche a Cremona questa corsa non si arresta. Nel reparto di Urologia della casa di cura Figlie di San Camillo, infatti, è entrato in scena un alleato hi-tech che promette di ridisegnare la pratica chirurgica quotidiana. Si tratta di Versius, un sistema chirurgico robotico che rappresenta un enorme passo avanti negli interventi chirurgici, in particolare quelli urologici.

Questo robot, infatti, è composto sostanzialmente da due parti: un pannello di comando e quattro braccia modulari, azionate mediante delle leve di comando. «Il chirurgo — come spiega Francesco Pietrantuono, direttore dell’unità operativa di Urologia —, seduto davanti alla console, utilizza un controller per muovere le braccia riproducendo in maniera fedele e addirittura migliore il movimento della mano del chirurgo. Grazie ad immagini in alta definizione e ad una visione tridimensionale, infatti, il robot permette di operare in maniera estremamente precisa, preservando le strutture nobili ed evitando sanguinamenti, grazie alla possibilità di osservare vasi sanguigni minuscoli.
Il reparto di Urologia delle Figlie di San Camillo da anni è un punto di riferimento territoriale per la chirurgia urologica, specialmente quella oncologica. Ma con questo nuovo robot, l’Istituto vuole fornire un servizio ancora più efficiente ai suoi pazienti. I risultati sono già molto incoraggianti: «Vi sono stati migliori risultati chirurgici dal punto di vista funzionale — ha continuato Pietrantuono —. Negli interventi alla prostata abbiamo registrato un più rapido recupero della continenza precoce rispetto al passato, ma vi sono ottimi risultati anche sulla preservazione dei nervi responsabili delle funzioni sessuali».

Da quando è stato introdotto — a inizio ottobre — la casa di cura ha già svolto quasi una ventina di operazioni, dopo un importante periodo di formazione. Versius, inoltre, richiede 2 chirurghi presenti in sala e non più 3 come accade per gli interventi in laparoscopia; questo permette quindi una maggiore flessibilità in reparto, anche per far fronte alla carenza di medici. «Il robot è l’unico della provincia — ha spiegato Andrea Bianchi, direttore sanitario della casa di cura — e questo aggiunge un ulteriore motivo di orgoglio al nostro reparto di urologia, che era già un’eccellenza. La chirurgia robotica è ormai una realtà, e i nostri pazienti da tempo ci domandavano se disponessimo di robot. Pertanto questa acquisizione è fondamentale per offrire un servizio sempre più moderno e all’avanguardia.
Investire su tecnologie come Versius, dunque, significa anche mettere al centro le persone: più sicurezza, meno invasività, per cure migliori e un percorso assistenziale sempre più attento ai bisogni dei pazienti.
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