L'ANALISI
12 Dicembre 2025 - 05:20
Luca Panseri è l’ideatore e founder di Lookup
CREMONA - Riappropriarsi del reale attraverso il digitale. Disconnettersi grazie a un dispositivo sempre connesso. Riscoprire la profondità delle tre dimensioni per mezzo di uno schermo piatto. Non è un paradosso né una provocazione. È Lookup. Un’applicazione che ti chiede una cosa semplice: alza gli occhi. Alza lo sguardo dal display, guardati attorno, vivi. In un mondo in cui i riflessi del vetro del telefono spesso oscurano la realtà, Lookup ribalta la logica dello smartphone. Non lo spegne. Non impone una fuga dalla tecnologia. Offre, invece, una nuova prospettiva: quella di uno sguardo intenzionale e consapevole sul mondo. Quello tangibile, impastato di materia e di spirito. «Non volevo diventare un eremita — racconta Luca Panseri, ideatore dell’app —. Volevo solo tornare a respirare».
Classe 1990, bergamasco di nascita, ma cremonese d’adozione da ormai dieci anni, Panseri è un ex geometra con due vite parallele: imprenditore edile di giorno, atleta di MMA (arti marziali miste) nel tempo libero. Lo sport, per lui, non era un hobby: era un linguaggio. Ha praticato tennis a livello agonistico, poi si è innamorato delle arti marziali fino a insegnarle e organizzare eventi internazionali. Nel 2016, ha curato il Venkon Fighting Championship, uno degli appuntamenti più importanti d’Europa per le MMA. «Competevo sempre, anche nella vita: per arrivare, per dimostrare, per non mollare mai».
Poi il blackout. Nel 2019, Luca vive un burnout. Travolto da notifiche, impegni, aspettative. Con un telefono che vibra più del suo respiro. È il momento in cui sta per diventare di nuovo padre. Due gemelle in arrivo, eppure è come se niente intorno a lui riesca davvero a scuoterlo. «Ero completamente dipendente dallo smartphone. Era diventato un’estensione del mio corpo. Ma anche una barriera, un muro invisibile tra me e la realtà». Così stacca la spina. Letteralmente. Per due mesi vive senza schermi, senza notifiche, senza distrazioni. Costruisce connessioni fisiche mentre smantella quelle digitali. Osserva, ascolta, respira. E intanto si fa una domanda: «Perché il digitale, mentre moltiplica relazioni, finisce per isolarci?».
Nasce così una nuova fase della sua vita. Più che una svolta, una trasformazione. Passa il tempo con il primogenito Gioele e osserva i meccanismi dell’apprendimento, l’intelligenza intuitiva del gioco, l’assorbimento totale tipico dell’infanzia. Capisce che il problema non è la tecnologia in sé, ma l’uso inconsapevole che ne facciamo. «La disconnessione non è un rifiuto. È un atto intenzionale. Deve avere un valore, un senso. Deve offrire qualcosa in più».
Nel 2020 fonda ufficialmente Lookup. L’idea è chiara: creare uno strumento digitale per disinnescare l’abuso digitale. Un controsenso solo in apparenza. Si affida a una software house bergamasca e sviluppa il primo prototipo. Ma il tempismo è infelice: l’app è pronta per il rilascio a marzo 2020, esattamente mentre l’Italia precipita nel lockdown. Passa la quarantena a ristrutturare la casa nuova e ad osservare come la connettività schizzi alle stelle, seguendo una traiettoria che, da quel momento, diventa irreversibile. Quando finalmente Lookup viene lanciata nel marzo 2021, il contesto è pronto. Il tempo sospeso della pandemia ha reso chiaro a tutti quanto sia fragile il confine tra digitale e reale. Il terreno è fertile.
L’app funziona così: ogni giorno, chi la usa può scegliere di disconnettersi per un tempo stabilito. Durante quel periodo, lo smartphone non viene spento ma ‘messo da parte’. Se si rispettano le regole, si guadagnano punti. Se si sgarra, si perdono quelli previsti. La sfida è sia individuale che collettiva: in palio ci sono premi, esperienze, giochi. A volte anche il semplice orgoglio di essere riusciti a guardare in alto. «La disconnessione deve essere un fattore di coolness, non una punizione. Non è da retrogradi. Anzi: è da pionieri».
Luca porta avanti il progetto da solo, ma le collaborazioni arrivano. Red Bull Italia è tra le prime a credere nella visione: insieme nasce la campagna ‘Socializing’, per riportare i ragazzi offline, fuori, a parlare faccia a faccia. Poi arriva l’Atalanta con una challenge dedicata ai tifosi nerazzurri per vincere biglietti delle partite: chi si disconnette di più... segna per davvero. Ma l’ecosistema di Lookup va ben oltre lo sport e l’entertainment. Tra i partner ci sono realtà come la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, il Parco Archeologico del Colosseo, la Mostra di Leonardo da Vinci a Roma e importanti organizzazioni come AIRC e Amref Health, a cui vengono dedicate sfide tematiche che uniscono disconnessione e solidarietà. Altri nomi si aggiungono: Unobravo, startup di supporto psicologico; Cranio Creations e Quercetti, che portano il gioco intelligente nel mondo analogico; Hot Wheels per le sfide genitori-figli; My Cooking Box, per premiare con esperienze culinarie offline chi riesce a tenere il telefono lontano dalla tavola. Pure i premi sono parte del viaggio: non solo esperienze con i partner, ma anche ingressi a musei, cene in ristoranti, biglietti per il cinema. E poi libri, tanti: in catalogo ci sono intere collane cartacee, da Harry Potter al Trono di Spade, fino a Il Signore degli Anelli. Piccoli universi da esplorare anche senza bisogno di uno schermo.
«Le aziende capiscono che un dipendente che si disconnette per mezz’ora è più presente per le successive otto ore”, spiega Luca. È per questo che sempre più imprese scelgono di rivolgersi a Lookup per attivare percorsi di benessere digitale. Le regole premiano l’equilibrio e la costanza, non l’estremismo. Chi esagera – anche con Lookup – viene penalizzato. Perché il centro è la misura.
A breve arriverà la terza versione della app con una nuova interfaccia e un piano premium. A gennaio saranno rilasciate funzionalità dedicate ai dipendenti di Unobravo, a supporto del loro equilibrio vita-lavoro.
Intanto la visione si allarga: diventare il punto di riferimento per la disconnessione consapevole in Italia, in Europa, nel mondo. «La nostra sfida è rendere ‘in’ la disconnessione. Mettere in campo servizi, prodotti ed esperienze. Lookup sarà ovunque: negli smartphone, nei tablet, nelle scuole, nelle aziende, nelle famiglie». Perché, in un mondo che non sa più fermarsi, c’è ancora chi ha il coraggio di alzare lo sguardo. E trovare, in quel gesto semplice, un nuovo modo di essere presenti.
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