L'ANALISI
10 Dicembre 2025 - 18:20
CREMONA - Questa mattina, 10 dicembre 2025, l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Guido Bertolaso ha visitato il cantiere della Casa di Comunità, l’Ospedale di Comunità e il cantiere del nuovo Pronto Soccorso dell’Ospedale di Cremona, per fare il punto sullo stato di avanzamento dei lavori e sui nuovi modelli di sanità territoriale e ospedaliera.
Ad accoglierlo, per l’Asst di Cremona, il direttore generale Ezio Belleri, il direttore sanitario Francesco Reitano, il direttore amministrativo Gianluca Leggio e il direttore sociosanitario Giorgio Scivoletto; per Ats Val Padana il direttore generale Stefano Manfredi e il direttore sanitario Piero Superbi. Presenti il presidente della Provincia di Cremona Roberto Mariani, il presidente del Consiglio comunale Luciano Pizzetti e i consiglieri regionali Marcello Ventura e Riccardo Vitari.

«Qui a Cremona ho trovato un personale motivatissimo. Questa mattina ho percepito entusiasmo, competenza e passione in tutti i servizi che ho visitato – ha affermato Bertolaso -.Siamo alla conclusione di un anno importante e significativo, ma soprattutto all’inizio di un 2026 che porterà – anche qui, in provincia di Cremona – una piccola grande rivoluzione. Con il completamento della Casa di Comunità, totalmente rinnovata e di ampie dimensioni, dotata di servizi fondamentali come la Neuropsichiatria infantile e dell’intera rete di medicina territoriale, compiamo un passo decisivo verso il nostro obiettivo: garantire una sanità davvero vicina alle persone. Sempre di più l’ospedale dovrà essere il terminale specialistico di un percorso che nasce sul territorio: dal domicilio, alla Casa di Comunità, fino all’Ospedale di Comunità».
«Il Pronto soccorso è nel pieno di una ristrutturazione complessiva. La nuova area ad alta intensità è già operativa: 12 posti letto moderni, organizzati, gestiti da professionisti preparati, ma sottoposti a una forte pressione. Per questo il nostro impegno è massimo: vogliamo garantire a chi lavora nell’emergenza le migliori condizioni possibili», ha spiegato Bertolaso.
«Continuiamo a investire sull’ospedale attuale per renderlo più accogliente, efficiente ed efficace, ma anche il percorso per il nuovo ospedale non si è mai fermato. Siamo nella fase – complessa e inevitabile – delle autorizzazioni, che coinvolgono molti enti e soggetti con responsabilità diverse. Mi auguro che facciano presto, perché per noi fare presto è fondamentale. Speriamo di ottenere tutte le approvazioni entro la fine di gennaio. I passaggi successivi saranno la gara d’appalto, per arrivare poi alla posa della prima pietra tra la fine del prossimo anno e il 2027. Da quel momento correremo per realizzare il nuovo ospedale che questo territorio merita».

«Oggi il presidio di Cremona è ancora un Dea di primo livello, ma stiamo lavorando affinché diventi un Dea di secondo livello: una scelta giusta e doverosa. È importante riconoscere il lavoro della Direzione strategica, dei medici, degli infermieri e di tutto il personale, che ogni giorno mette anima e professionalità in un contesto complesso e molto impegnativo».

La Casa di Comunità di Cremona è un vero cantiere 'work in progress' che sta trasformando progressivamente un edificio esistente in una struttura moderna di prossimità, pensata per rispondere ai bisogni delle persone fragili.
L’edificio, indipendente e distribuito su tre piani per un totale di 4.200 metri quadrati, ospita già il Punto Unico di Accesso (Pua) – che nei primi nove mesi del 2025 ha registrato 2.888 accessi -, gli Infermieri di Famiglia e Comunità, l’Assistenza domiciliare integrata (C-dom) e il servizio di Continuità Assistenziale (ex Guardia medica).
Il completamento dei lavori strutturali è previsto per il 31 marzo 2026, mentre il trasferimento graduale dei servizi è programmato da gennaio 2026. All’ultimo piano dell’edificio è previsto il trasferimento della Neuropsichiatria infantile Territoriale.
All’ingresso è stata installata la capsula digitale «Tutta Salute. Il tuo benessere inizia dalla prevenzione», uno spazio tecnologico dove i cittadini possono effettuare un’autovalutazione rapida dei principali parametri di salute: pressione, saturazione, composizione corporea, equilibrio psicofisico e qualità del sonno. In caso di valori fuori norma, l’utente viene orientato direttamente dall’infermiere del Pua.
«La Casa di Comunità è il cuore della nuova sanità territoriale – ha sottolineato Belleri – un luogo dove il cittadino non è più solo un paziente, ma una persona accompagnata dentro una rete di servizi che integra ospedale, territorio e comunità». A questo proposito è importante ricordare che nell’edificio di fronte alla Casa di Comunità sono attivi alcuni servizi fondamentali come il Consultorio, la Protesica e ausili, la Scelta e revoca del medico di medicina generale o del pediatra e le Cure primarie.

La seconda tappa ha riguardato l’Ospedale di Comunità, attivo nel Padiglione 8 dell’Ospedale di Cremona. Nato a dicembre 2023 e pienamente operativo dal 2024, oggi dispone di 20 posti letto ed è dedicato ai pazienti fragili che necessitano di cure a bassa intensità clinica, ma ad alto contenuto assistenziale. Il modello è innovativo: una gestione prevalentemente infermieristica, con un infermiere di riferimento per ogni paziente, che coordina il percorso di cura, educazione sanitaria e continuità assistenziale verso il domicilio.
I numeri parlano chiaro: indice di saturazione superiore al 90%, degenza media 20 giorni, alto gradimento espresso dai pazienti e dalle famiglie.
Una struttura dedicata alla vera continuità di cura finalizzata ad accompagnare le persone fragili verso il rientro a casa in sicurezza, evitando ricoveri impropri o ulteriori accessi in Pronto soccorso.

Ultima tappa della visita il cantiere del nuovo Pronto Soccorso, finanziato con fondi ministeriali e regionali per oltre 9 milioni di euro. I lavori, iniziati il 3 aprile 2024, si concluderanno entro il 30 marzo 2026.
L’intervento prevede una ristrutturazione radicale dell’area esistente (1.260 mq e una camera calda di 140 mq) e la realizzazione di un nuovo fabbricato, con un’architettura basata su un vero e proprio 'anello di congiunzione' che renderà più rapidi e sicuri i percorsi di cura. Il nuovo Pronto soccorso sarà organizzato per intensità di cura: area a bassa, media e alta intensità e sarà dotato di una shock room e una Osservazione Breve intensiva di 10 posti letto.
L’ultimo appuntamento cremonese per Bertolaso è stato il seminario 'L’accoglienza e l’ascolto. Gesti di cura in un reparto d’emergenza', promosso dall’associazione Siamo Noi odv presso l’Aula magna dell’Università Cattolica. L’incontro ha richiamato istituzioni, volontari, operatori sanitari, studenti e semplici cittadini, tutti accomunati dalla stessa domanda: come trasformare il Pronto soccorso in uno spazio in cui il paziente e i familiari possano sentirsi ascoltati, accompagnati e rispettati.

L’incontro è stato organizzato dal presidente dell’associazione, Claudio Bodini: «Una macchina da guerra, la migliore espressione del mondo del volontariato», come l’ha amichevolmente definito Bertolaso. ‘Siamo Noi’ è un’associazione di volontariato senza scopo di lucro che da 12 anni offre sostegno ai pazienti e alle loro famiglie in momenti di difficoltà. La sua attività principale, infatti, si svolge nelle sale d’attesa del Pronto soccorso, dove i volontari accolgono chi arriva in ospedale, offrono supporto emotivo, informazioni, conforto e ascolto, alleviando ansie e tensioni spesso legate all’attesa e all’incertezza.
All’incontro era presente anche il sindaco, Andrea Virgilio, che ha voluto ringraziare i volontari per il loro impegno: «Il Pronto soccorso è una metafora delle fragilità umane: quando entriamo siamo assaliti dall’incertezza dei tempi, delle attese, delle diagnosi. Una medicina fondata sull’uomo si basa anche sul modo in cui ci si rivolge al paziente e ai suoi cari. Come amministrazione – ha concluso Virgilio – vogliamo impegnarci a riservare spazi di incontro alle associazioni di volontariato, dove sia possibile fare rete e riscoprire i valori della solidarietà».
L’importanza del prendersi cura degli altri passa anche attraverso i piccoli gesti quotidiani, come ha ricordato don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei ed ex parroco di Sant’Agostino. «Bisogna rigenerare comunità – ha detto Bignami – accompagnando una persona nei momenti di dolore e nel reinserimento nella società, evitando drammatici casi di emarginazione». In questi contesti il volontariato ha un ruolo centrale, come presidio umano nelle situazioni di emergenza e nei luoghi in cui l’attesa può trasformarsi in smarrimento.
All’incontro erano presenti anche Amedeo Bonazzoli e Carla Maestrini, figure di riferimento del Pronto soccorso cittadino, Daniele Marchisio, coordinatore infermieristico e formatore sul triage, e infine Pierdante Piccioni, medico e scrittore noto per aver ispirato la serie televisiva «Doc – Nelle tue mani». È emerso un messaggio condiviso: nuove strutture e organizzazione sono indispensabili, ma senza ascolto e accoglienza il Pronto soccorso resta un luogo ostile. I volontari e gli operatori, adoperandosi per diventare il 'volto umano' dell’emergenza, possono trasformare corridoi affollati e sale d’attesa in spazi di relazione, dove nessuno si senta solo di fronte alla malattia. Le infrastrutture, dunque, sono importanti, ma l’umanità lo è di più. In questo, ‘Siamo Noi’ dimostra ogni giorno che il volontariato può fare la differenza, trasformando l’attesa in ascolto e la paura in vicinanza.
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