L'ANALISI
09 Dicembre 2025 - 13:37
Alessandro Portesani, Andrea Carassai, Jane Alquati e Cristiano Beltrami
CREMONA - Dopo la replica ufficiale di ALER, in merito al contestato sfratto ai due fratelli, la vicenda arriverà formalmente in consiglio comunale. Oggi Alessandro Portesani, capogruppo Novità a Cremona, Cristiano Beltrami, consigliere Novità a Cremona, Jane Alquati, capogruppo Lega e Andrea Carassai, capogruppo Forza Italia hanno depositato un’interrogazione a risposta scritta per avere chiarimenti sulle dichiarazioni del Sindaco e sui rapporti tra Comune e ALER.
Sette i punti su cui l’opposizione chiede delucidazioni.
«Quanto accaduto sullo sfratto di via Fatebenefratelli pone un problema politico e istituzionale serio – spiegano in una Nota i quattro consiglieri – le dichiarazioni del Sindaco non coincidono con ciò che altri soggetti istituzionali hanno ricostruito pubblicamente. Quando due versioni ufficiali divergono in maniera così netta, spetta al primo cittadino chiarire alla città come si siano svolti realmente i fatti».
«Non spetta a noi stabilire chi abbia ragione, ma è evidente che alcuni passaggi comunicati dal Sindaco — dal presunto ‘sfratto via PEC’ al tema del dialogo mancato — non trovano riscontro nelle ricostruzioni emerse altrove. E quando su una vicenda così delicata si producono narrazioni contrastanti, la credibilità delle istituzioni viene messa a rischio», prosegue la Nota.
«In questo contesto riteniamo particolarmente grave anche la strumentalizzazione della condizione di una persona disabile per alimentare una polemica politica del tutto inutile, quando sarebbe stato necessario ben altro approccio, improntato a responsabilità, riservatezza e rispetto».
«Dispiace dover constatare che, invece di concentrarsi sulle proprie responsabilità amministrative, il Sindaco abbia scelto ancora una volta di attaccare sui giornali consiglieri comunali che non hanno alcun ruolo nella vicenda citata. Un Sindaco dovrebbe rappresentare tutti, non utilizzare il suo incarico per polemizzare con l’opposizione su temi che non la coinvolgono. Noi riportiamo il confronto nella sua sede naturale: il Consiglio comunale. È lì che si discute, si chiarisce, si risponde. Evidentemente il Sindaco — pur essendo espressione di un partito che si definisce democratico — avrebbe bisogno di qualche ripetizione di democrazia istituzionale».
«Rimane un punto incontestabile: mentre si punta il dito contro altri enti, il Comune dispone di 399 alloggi popolari non assegnati, di cui 325 inagibili. Questo non dipende né da ALER né dalla Regione, ma da anni di ritardi e mancata manutenzione del patrimonio comunale. Prima di accusare gli altri, il Sindaco dovrebbe spiegare perché il Comune non ha offerto alcuna alternativa abitativa ai due fratelli coinvolti. Quando si parla di persone fragili, servono verità, coordinamento e serietà. Cremona non può permettersi confusione, scarichi di responsabilità o polemiche costruite. Chi governa deve guidare, non alimentare incertezza», conclude la Nota.
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