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CREMONA: IL CASO

Sfrattati dall'alloggio popolare, Virgilio: «Chiediamo un incontro con i vertici dell'Aler»

Il sindaco commenta la vicenda dei due fratelli, uno dei quali in carrozzina, costretti a vivere in strada: «Una ferita sociale trattata da "atto amministrativo", la fragilità non si gestisce con Pec e passaggi formali»

La Provincia Redazione

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07 Dicembre 2025 - 11:33

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L'alloggio Aler e il sindaco Andrea Virgilio

CREMONA - «Qualche giorno fa a Cremona abbiamo assistito a uno sfratto da un alloggio ALER ai danni di un nucleo familiare. Non si tratta di un semplice “atto amministrativo”: lo sfratto è sempre una ferita sociale, che coinvolge famiglie e persone e che chiama ora in causa i servizi sociali del Comune». Inizia così il commento del sindaco Andrea Virgilio sulla vicenda dei due fratelli di 53 e 55 anni, uno dei quali costretto da anni in carrozzina per una malattia degenerativa, sfrattati dal loro alloggio popolare in via Fatebenefratelli.

«Sappiamo bene quanto, nell’Edilizia Residenziale Pubblica, sia delicato distinguere tra morosità incolpevole e situazioni in cui vi è una responsabilità diretta dell’inquilino - continua Virgilio -. E sappiamo altrettanto bene che oggi la fragilità sociale ha mille volti e mille sfumature, che non possono essere trattate con timbri, PEC e moduli standard».

«Per questo la mia assessora al Welfare, Marina Della Giovanna, ha subito sottolineato la necessità di un confronto con ALER - prosegue la nota del sindaco -: certe cose non possono essere comunicate e gestite solo in modo burocratico, soprattutto quando parliamo di episodi che coinvolgono minori e persone fragili, anche perché uno sfratto da un contesto ERP preclude l’attivazione di alcuni canali emergenziali da parte dei comuni».

«Nei prossimi giorni chiederemo un incontro ai vertici di ALER - dichiara Virgilio -, perché situazioni di questo tipo richiedono un rapporto diverso, più costruttivo e più responsabile. C’è poi un altro aspetto, politico, che va detto con chiarezza. Il centrodestra cremonese, quando c’è da puntare il dito contro il Comune per strumentalizzare qualsiasi criticità sociale, è sempre in prima fila. Oggi, di fronte a uno sfratto che riguarda un ente regionale, abbassa lo sguardo. È una doppia morale piuttosto evidente: rumorosi quando conviene, introvabili quando la responsabilità tocca la propria classe di governo. L’indignazione a orologeria resta una pessima abitudine».

«In assenza di un Piano Casa nazionale serio e di investimenti adeguati per recuperare e mettere a disposizione il patrimonio di alloggi popolari, ai Comuni viene chiesto di gestire le conseguenze delle scelte altrui. Noi amministrazioni locali chiediamo non solo più risorse per intervenire sugli alloggi sfitti, ma anche maggiore collaborazione e corresponsabilità: perché se ognuno pensa solo al proprio pezzo, a rimetterci sono sempre gli ultimi. E questo, per quanto mi riguarda, non è accettabile» conclude Virgilio.

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