L'ANALISI
05 Dicembre 2025 - 10:43
CREMONA - Procedure invasive eseguite in locali improvvisati, trattamenti pubblicizzati come semplici “ritocchi”, pazienti attratti da offerte lampo sui social e da risultati presentati come immediati. È lo scenario che emerge dagli ultimi fatti di cronaca, da nord a sud del Paese, e che mette in luce una crescita dell’abusivismo nel settore. Un fenomeno che preoccupa la Federazione Italiana Medici Estetici, intervenuta per richiamare all’attenzione su un tema che tocca direttamente la sicurezza dei cittadini.


«Negli ultimi mesi abbiamo assistito a un’escalation di casi, tra sequestri, denunce e attività gestite da persone senza qualifiche», spiega Nicola Zerbinati, presidente FIME. Offerte trovate in rete e post costruiti ad arte sui social contribuiscono, secondo il presidente, a distorcere la percezione del paziente: ciò che appare come un trattamento semplice e privo di rischi spesso nasconde competenze non verificate e condizioni operative lontane dagli standard sanitari. «La rete riscrive la realtà, non la mostra. E quando questo avviene in un ambito dove si interviene su volti e corpi reali, i rischi si moltiplicano».
Il problema, sottolinea la Federazione, non riguarda soltanto la salute, ma anche un clima culturale che spinge molti a inseguire modelli irraggiungibili. «Figure non qualificate stanno mettendo in pericolo i cittadini», aggiunge Andrea Servili, consigliere FIME. «Quando viene eseguita da veri professionisti, la disciplina può migliorare la qualità di vita, ma richiede competenza, responsabilità e trasparenza. Non leggerezza».
Proprio per questo la FIME ha messo a punto un vademecum in cinque punti rivolto a chi sta valutando un trattamento. Dal peso ingannevole delle immagini ritoccate alla necessità di verificare titoli, iscrizione all’Ordine e specializzazione, fino al rifiuto delle promesse “perfette”, il documento invita a un controllo rigoroso delle offerte trovate in rete. Le foto prima/dopo, spiegano gli esperti, possono essere manipolate con luci, angolazioni, trucco o filtri, fino a rendere irriconoscibile la realtà.
Un richiamo alla prudenza che arriva dopo settimane segnate da episodi gravi, come la donna finita in coma ad Arezzo in seguito a un trapianto di capelli presentato come semplice trattamento estetico, o come le chiusure di studi a Roma, Pisa e Catania dove venivano eseguite procedure senza requisiti e da persone prive di laurea in Medicina.
La Federazione invita quindi i cittadini a verificare sempre l’identità del professionista, a diffidare dei risultati “wow”, delle trasformazioni eclatanti e delle offerte in saldo, soprattutto nel periodo dei grandi sconti online. «Una rapida ricerca sull’anagrafica della FnomCeo permette di accertare l’iscrizione all’Ordine. È il primo passo per non correre rischi evitabili», conclude Zerbinati.
Un appello che arriva in un momento in cui la richiesta di trattamenti continua a crescere, ma insieme a essa cresce anche la necessità di proteggere i pazienti da chi opera fuori dalle regole.
IL VADEMECUM
Occhio critico sulle immagini – Foto prima/dopo possono ingannare: luci, angolazioni, make-up e filtri alterano la realtà.
Diffidare delle promesse perfette – Nessun trattamento è senza rischi o risultati garantiti; offerte miracolose o sconti estremi sono segnali d’allarme.
Evita l’effetto “wow” – Trasformazioni eccessive o immagini sensazionalistiche sono spesso marketing, non competenza reale.
La bellezza non è in serie – Risultati identici per tutti indicano approcci standardizzati; il medico serio spiega limiti e armonia personalizzata.
Verifica il professionista – Controlla curriculum, iscrizione all’Ordine dei Medici e specializzazione: sicurezza e competenza partono dall’identità chiara del medico.
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