L'ANALISI
04 Dicembre 2025 - 05:20
ANNICCO - A volte la storia torna a galla quando meno te lo aspetti. E succede in modo così semplice da sembrare quasi un romanzo: un sindaco entra in un negozio e ne esce con un pezzo di Risorgimento sotto braccio. È ciò che è capitato a Maurizio Fornasari, che racconta tutto con l’entusiasmo di chi ha ritrovato il giocattolo perso da piccolo. «Sono entrato in un negozio e il proprietario mi dice: ‘Ho questo quadro da darti. Scusa, è un po’ impolverato’. L’ho trovato in un mercatino… c’è scritto davanti Comune di Annicco». Un attimo di stupore, poi la consapevolezza: quel quadro non era un semplice oggetto d’antiquariato, ma un frammento della memoria collettiva del paese, dato per disperso da almeno venticinque anni.
Fornasari lo prende, lo pulisce, lo porta in municipio. È un dono, un gesto di fiducia e correttezza del commerciante cremonese che, senza voler nulla in cambio, sceglie di restituire ciò che non gli apparteneva e che aveva trovato al mercato delle pulci. In Comune scatta subito il riconoscimento: l’archivista Anna Benetollo lo guarda e dice di ricordarlo, di averlo visto decenni fa prima che svanisse nel nulla. «Qualcuno evidentemente l’aveva trafugato e venduto, e tutto era passato in sordina» sospira il sindaco, ancora incredulo. Ma il quadro è lì, intatto nella sua forza simbolica.
L’opera è un manufatto del 1859, realizzato all’Opificio di Colleganza di Venezia. Garibaldi domina la scena, insieme ai riferimenti a Napoleone e a Vittorio Emanuele. La dedica celebra i caduti lombardi e l’impegno del Comune di Annicco nelle commemorazioni del cinquantenario. È una tavola preziosa che, a detta degli esperti, sembra composta da una tecnica finissima che richiama perfino l’uso di minuscoli vetri di Murano.
Il sentimento è però più forte della qualità. «La prima cosa che mi sono chiesto è come fosse potuto essere trafugato. Annicco era stata onorata da Venezia, e noi lo vendiamo? Era un ricordo di morti per la libertà. Che vergogna deve provare il ladro» sbotta la fascia tricolore. Non c’è rabbia nelle sue parole, ma una sincera amarezza per una furbata che ha reciso un legame ideale con la storia patria. Ritrovarlo significa ricucirlo. «Grandissima emozione riportarlo a casa» confida infatti.
Ora l’amministrazione lo farà restaurare accuratamente e valuterà i costi dell’operazione. Poi il quadro tornerà a splendere in pubblico, finalmente dove deve stare: nella sala consiliare, con un atto solenne del consesso politico che ne sancirà la rinascita. Una restituzione simbolica che va oltre il recupero materiale dell’opera: è il ritorno di un pezzo di identità civica, salvato dall’oblio e consegnato di nuovo alla comunità. Un quadro ritrovato non cambia la storia, ma ricorda perché vale la pena custodirla. Ad Annicco lo sanno un po’ meglio, da oggi.
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