L'ANALISI
25 Novembre 2025 - 16:51
Debernardi e Patrini in consiglio comunale. Nel riquadro, l'ex sindaco Sgroi
RIVOLTA D’ADDA - Il caso Sgroi scatena la bagarre in consiglio. Ieri sera, la seduta è coincisa con la vigilia della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. In apertura, ha preso la parola Gualtiero Debernardi, coordinatore del tavolo tecnico delle Pari opportunità, che ha organizzato la settimana di iniziative di sensibilizzazione. La vicesindaca Marianna Patrini lo ha invitato a presentare il programma delle iniziative.
Poi, è toccato alla capogruppo di ‘Rivolta dinamica’ Nicoletta Milanesi. «Un intervento nei confronti del sindaco Giovanni Sgroi c’è stato nell’immediato, ovvero sospensione dall’incarico da parte del prefetto Antonio Giannelli. La nostra risposta è stata quella di proseguire in continuità con il mandato, in accordo con il voto espresso dagli elettori. Vorrei ribadire per l’ennesima volta che non c’è nessun punto di contatto tra i fatti contestati a Sgroi e questa amministrazione e i suoi componenti. Quanto dalla minoranza fa simili riferimenti si arroga il diritto di istituire un processo in piazza, di fare da giudice e perde di vista il vero ruolo dell’opposizione che dovrebbe portare contenuti e sostanza. Non spetta a noi dare pubblicamente un giudizio morale e men che meno legale.»

Ha replicato Francesca Mapelli, a nome della minoranza di ‘RivoltiAmo’. «Il sindaco è sospeso dopo essere finito agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale aggravata. Il processo inizierà il 12 dicembre. Nessuno di noi ha mai insinuato alcun vostro coinvolgimento in questi fatti. Ci accusate di strumentalizzare la vicenda alla vigilia del 25 novembre, ma non è così. La nostra posizione è stata immediatamente esposta a maggio, cioè quando Sgroi è stato arrestato. Adesso ci sono la richiesta di rito abbreviato e il tentativo di accordo per un risarcimento economico alle quattro donne che lo hanno denunciato».
«Sgroi è stato sospeso per un’azione dovuta del prefetto - ha proseguito Mapelli -, che non ha fatto altro che applicare la legge come si deve fare in questi casi, mentre la maggioranza non ha preso alcuna posizione politica di condanna morale, non certo giudiziaria. Resta attaccata alla poltrona agitando lo spauracchio del commissariamento, che sarebbe di qualche mese, sino al prossimo turno elettorale. Il contrasto alla violenza di genere non è una bella t-shirt da indossare una sola volta l’anno».
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