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LE STORIE DI GIGIO

Da Cremona ai red carpet, il make-up per passaporto

La firma di Jenny Rucaj sulle passerelle del mondo: dalla laurea alla fuga creativa a New York

Gilberto Bazoli

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redazione@laprovinciacr.it

24 Novembre 2025 - 05:30

Da Cremona ai red carpet, il make-up per passaporto

CREMONA - Minuta e giovanissima com’è, riesce difficile credere che abbia deciso di cambiare strada, di lasciare un lavoro sicuro e di mettersi in gioco, senza alcun paracadute, per tentare l’avventura a New York. Un esempio di coraggio, tenacia e determinazione. «All’inizio erano tutti scettici e mi sconsigliavano, dicendo che il mondo reale è un altro. Ma ho trovato dentro di me la forza per provare».

Di origini albanesi ma orgogliosamente «super cremonese», Jenny Rucaj è già, nonostante i suoi 27 anni, una makeup artist, un’artista del trucco, una professionista della bellezza e dell’eleganza, di livello internazionale. Grazie agli studi e al diploma di un’autorevole scuola americana è stata selezionata per partecipare ad alcuni degli appuntamenti di moda più prestigiosi al mondo come la Fashion Week di New York, quella di Parigi e il Festival di Cannes.


Nata a Valona, nel 2000 Jenny ha raggiunto con la madre e il fratello maggiore il padre che da quasi 40 anni vive in città. «Qui ho fatto anche l’asilo. Dopo l’Anguissola, mi sono iscritta all’Università, prima Scienze politiche, poi letterarie». Conseguita la laurea triennale, è stata assunta, ricoprendo un ruolo amministrativo, in un ufficio. «Ma mi sentivo un pochino soffocare, come fossi in prigione. E ho cominciato a riflettere».

A pensare su quale fosse la sua vera inclinazione. «Ho sempre avuto una vena creativa, sin da piccola riuscivo a disegnare non sbavando, in modo pulito e preciso, senza che colori o tratti si allargassero e diffondessero dove non dovrebbero. Casa mia è piena delle mie opere».

È passata, portando la sua fantasia, dalle tele ai volti e al trucco. «Avevo come cavie mia madre, le sue e le mie amiche. Trascorrevo le giornate così». Un’autodidatta che, come capita spesso tra i giovani, ha mosso i primi passi abbeverandosi ai tutorial su YouTube. «Ho capito che era quella la mia dimensione ma cercavo qualcosa di più, di diverso dal mestiere di estetista». L’ha trovato, anch’esso, su Internet: «Ho scoperto che la Makeup Academy di New York è uno degli istituti più rinomati in questo settore. Sono stata ammessa dopo aver superato un test d’ingresso. A quel punto ho fatto letteralmente le valigie e sono partita».

Il master è durato da settembre a dicembre 2022. Nonostante non sia obbligatoria, lei ha deciso di ottenere una certificazione per distinguersi e apprendere le tecniche più avanzate. «In quell’istituto si insegna qualsiasi tipologia di trucco, anche quelli per i film, compreso il sangue finto. Ho avuto maestri bravissimi che mi hanno fatto amare ancora di più la mia passione. Un’esperienza indimenticabile, che per me è stata una rinascita».

Le lezioni americane hanno esaltato il suo talento e spalancato le porte per la Fashion Week di New York, la sua prima passerella della moda. «Io e altri neo diplomati siamo stati scelti per collaborare con grandi stilisti e fotografi. La mia creazione più pazza, eccentrica di quel periodo? Una fuori dagli schemi, molto appariscente, molto gotica: ho tratteggiato sui visi delle modelle disegni tutti neri che sembravano quasi degli scheletri ma contemporaneamente non dovevano sembrarlo. Per fare una cosa del genere si ha pochissimo tempo a disposizione, massimo dieci minuti, perché la ragazza deve uscire e sfilare. A volte i designer hanno richieste assurde e idee che possono cambiare da un momento all’altro».

Dopo la settimana di New York, quella a Parigi: la stessa frenesia, lo stesso caos. E, con i pennelli e l’aerografo, gli ombretti e i pigmenti, le spugnette e le tavolozze, tanti altri maquillage. «Mi ha gratificato quello eseguito per le persone speciali, come le chiamo io, persone con handicap. Ho truccato da sposa Nadjet Meskine, l’influencer in carrozzina che ha organizzato in Francia il primo concorso di bellezza per donne con disabilità motorie. Voleva fare l’indossatrice e ci è riuscita. E io ho imparato da lei che con la forza di volontà si può superare qualsiasi ostacolo».

Infine Cannes, l’ultima edizione del Festival del cinema. «Ho fatto parte del team a cui è stato affidato il gruppo di attori e attrici meno famosi. Eravamo in dieci e io ero l’unica italiana, gli altri arrivavano dagli Stati Uniti e dal Sud America. C’era anche un’indiana. In questo mondo, si sa, la concorrenza è alta, sfrenata, bisogna farsi notare ma quella volta, per la mia sorpresa, c’è stata tra noi solidarietà. La passerella è stata ospitata in una grande villa. Mi hanno commissionato un trucco nuovo per me: incollare agli occhi di un modello delle piume per dare risalto ai vestiti».

Ma è un altro l’esperimento di cui va più fiera, quello che la rappresenta meglio. L’ha eseguito per la prova conclusiva all’Accademia di New York: «Dovevo richiamare delle fiamme con linee sottili, molto pulite. Sembra un compito semplice, ma non lo è». Quando è a casa, l’ex studentessa dell’Anguissola trasforma e abbellisce volti femminili in occasione di matrimoni e servizi fotografici. Si rimetterà in discussione partecipando a importanti competizioni del settore. La sua creatività si esprime anche in un altro modo: «Scrivo molto, ogni giorno». Non ha smesso di dipingere, ma al primo posto c’è il makeup: «Lo considero una forma d’arte».

Che è stata, per lei, anche una terapia. «Ho sempre visto il trucco come un’opportuni per nascondere le proprie fragilità: mi ha aiutato a superare la mia insicurezza e ad accettarmi davanti allo specchio». Ora Jenny insegue un altro sogno. «Il makeup artist si sta affermando nei grandi centri mentre in realtà di provincia come Cremona è ancora poco conosciuta. Mi piacerebbe aprire una scuola, piccola, niente di più».

Nella speranza che la sua esperienza «possa servire ad altre ragazze. Restare qui invece di andare all’estero: forse è questa la vera sfida». Minuta, questa giovanissima innamorata della città che l’ha accolta, ma testarda e con le idee chiare.

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